Perché in Russia il 23 febbraio si celebra la Festa degli Uomini?

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EKATERINA SINELSHCHIKOVA
Le vere origini di questa ricorrenza si perdono nel tempo. Ma oggi è una delle feste più sentite e celebrate dai russi

Se dovessimo raccontare brevemente cos’è il 23 febbraio per i russi, diremmo che è l’equivalente maschile della Festa della Donna. Solo che, a differenza dell’8 marzo, “importato” dall’Occidente, il 23 febbraio è un giorno commemorativo prettamente russo.

Nel corso degli anni questa data ha cambiato più volte significato, e alla fine è stata interamente associata a una festa di genere (così come lo è la Giornata della Donna). 

Come è nata questa festa? 

La festa del 23 febbraio è nata durante il periodo sovietico: fu celebrata per la prima volta nel 1919.  

L’anno prima, esattamente il 28 gennaio 1918, i sovietici approvarono un decreto relativo alla creazione di un proprio esercito; due settimane dopo, l’11 febbraio, emanarono un nuovo decreto sull'istituzione della Marina: si trattava di eventi ovviamente importanti per il nuovo potere, e che meritavano una celebrazione in grande stile. Ma una matassa di ritardi burocratici impedì ai bolscevichi di dichiarare ufficialmente un giorno di festa. Successivamente, il 17 febbraio 1919, venne organizzata una manifestazione di beneficenza durante la quale la popolazione avrebbe dovuto offrire dei doni ai soldati dell'Armata Rossa. Quell’evento fu soprannominato “Il giorno del regalo rosso”; ma ci si rese conto che sarebbe caduto in un momento sbagliato: di lunedì. E così si decise di celebrare tutti e tre gli eventi la domenica successiva, il 23 febbraio.

Per il quinto anniversario di quegli eventi fu organizzata una celebrazione in pompa magna, che coinvolse tutto il sindacato. Ma i festeggiamenti non si tennero il 28 gennaio o l’11 febbraio (nei giorni della firma dei decreti), bensì il 23 febbraio, come era stato in precedenza. A quella data fu quindi dato un nuovo nome: il Giorno dell’Armata Rossa e della Marina. Fu allora, secondo gli storici, che ci furono i primi tentativi di inventare un evento che giustificasse la festa del 23 febbraio.

Come nasce un mito 

Nello stesso anno, la rivista Voyennaya Mysl' i Revolyutsiya (“Il pensiero militare e la rivoluzione”) pubblicò una dichiarazione secondo la quale la prima unità dell'Armata Rossa che aveva preso parte agli scontri nel nord-ovest era stata formata il 23 febbraio (in riferimento alla Prima guerra mondiale).

L’anno successivo la rivista Voennyj Vestnik pubblicò una copia del decreto di Lenin relativo all'organizzazione dell'Armata Rossa, ma questa volta con la falsa data del 23 febbraio.

Negli anni ‘30, poi, si fece leva sul fatto che il 23 febbraio 1918 vicino a Pskov e Narva si sarebbe combattuta una battaglia decisiva tra l’Armata Rossa e le forze tedesche, durante la quale i Rossi avrebbero portato a casa la prima vittoria. 

Solo anni dopo si scoprì che l’esercito tedesco quel giorno si trovava in realtà a 55 km da Pskov e a 170 km da Narva. 

Ma l’ideologia ufficiale continuò a puntare sulla “vittoria di Pskov e Narva”. Un punto che venne messo nero su bianco anche da Stalin, nell’ordine del 23 febbraio 1942: “Le giovani unità dell'Armata Rossa, entrate per prime in guerra, hanno schiacciato gli invasori tedeschi a Pskov e a Narva il 23 febbraio 1918. Ecco perché il 23 febbraio 1918 è stato dichiarato giorno commemorativo dell'Armata Rossa”, disse.

La festa degli uomini

La versione della vittoria a Narva e Pskov fu sostenuta per molti anni dalla propaganda sovietica; e si instaurò la tradizione di festeggiare quella ricorrenza con una riunione solenne nel Partito, festeggiamenti nei reparti militari, nelle università e nelle scuole.

In coincidenza di quell’anniversario, poi, venivano allestite mostre, aperti i musei e organizzate competizioni militari-sportive.

Quella data acquisì ancor più importanza dopo la Seconda guerra mondiale, con l’aumento del patriottismo. E nel 1946 cambiò nuovamente nome: da Giornata dell’Armata Rossa e della Marina divenne Giornata dell'Armata Sovietica e della Marina. Un nome che mantenne fino al 1991.

Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, la festa ottenne il suo nome attuale: Giornata del Difensori della Patria. Dal 2002 è un giorno festivo per tutti, con uffici e scuole chiuse.

Ma con il tempo si è perso il vero significato della ricorrenza: oggi è un’occasione per celebrare tutti gli uomini senza eccezione, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno prestato servizio nell’esercito. Il tema militare e le canzoni dei tempi di guerra, però, continuano a essere un must durante i festeggiamenti.

La festa dei calzini e della schiuma da barba

Così come l’8 marzo è consuetudine regalare fiori e dolci alle donne, anche il 23 febbraio non mancano i doni agli uomini. Una tradizione tenuta viva nelle famiglie, nelle scuole e negli uffici. 

Negli ambienti di lavoro si fanno regali ai colleghi e si festeggia con brindisi, champagna e stuzzichini. Non mancano i discorsi “machisti” e l’esaltazione del “sesso forte”.

“La mattina siamo arrivati al lavoro e siamo stati accolti da ragazze in abiti colorati che distribuivano Coca Cola e hamburger, e scattavano foto”, ha ricordato su internet un utente che si firma con il nickname SnakeAiz.

Tra i regali più gettonati ci sono penne, tazze, calzini, bagnoschiuma, calendari e schiuma da barba.

Quest’ultimo (la schiuma da barba) è divenuto ormai il regalo simbolo del 23 febbraio.

Ogni anno nei sondaggi vengono citati i calzini e gli accessori per la barba tra i regali più indesiderati… ma in Russia continuano a essere tra i prodotti più acquistati in vista della festa degli uomini. 

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