Здравствуйте (Zdràvstvujte) – Salve
Fin dall’inizio di una conversazione, quando bisogna solo salutare, si incontra questo mostro che ha tre e poi quattro consonanti in fila. Puoi romperti la lingua cercando di dire correttamente questa parola! Il segreto è che la prima “v” non deve essere pronunciata. Proviamo? L’accento è sulla prima sillaba:
[zdrà-stvu-jte]
Бабушка (Bàbushka) – Nonna
Le accentazioni errate sono uno degli errori più comuni, in quanto non esiste una regola rigida in russo, e gli accenti possono anche spostarsi da una sillaba all’altra nel corso della declinazione della parola (ad esempio tra singolare o plurale o nei diversi casi). Gli stranieri pronunciavano spesso “babùshka”, ma è sbagliato. L’accento è sulla prima “a”:
[bà-bushka]
Борщ (Bórshch)
Tutte le principali difficoltà iniziano quando incontriamo quelle lettere cirilliche che non hanno equivalenti nell’alfabeto latino. La lettera “Щ” è persino traslitterata in molti modi diversi, ecco perché della celebre zuppa (qui la ricetta) a base di barbabietole rosse si possono incontrare le versioni “borsch”, “borscht” e persino “borsh”. La difficile lettera è anche nel cognome di un leader sovietico: Никита Хрущёв; Nikita Khrushchev. Lui ha anche la bistrattata lettera ё. E, per semplificare la pronuncia, è stato a lungo traslitterato in italiano come “Krusciov”. Tornando alla cucina, c’è un’altra popolare zuppa russa con questa lettera: lo “shchi”, a base di crauti. Quanto al borshch, ricordate anche che la o è sempre chiusa:
[bórsh-ch]
Быть (byt’) – Essere
Gli stranieri di solito fanno confusione tra быть (byt’; l’infinito del verbo “essere”), быт (byt; il sostantivo che significa “vita quotidiana”; “vita familiare”), бить (bit’, l’infinito del verbo “battere”, “picchiare”) e бит (il “bit” dell’informatica). In effetti, c’è di che confondersi!
La principale difficoltà nel pronunciare Быть è la lettera mostro: “Ы”. Di solito è traslitterata come “Y” e gli stranieri spesso lo pronunciano come una “i” allungata, per errore. Per pronunciarla bene, bisogna spostare leggermente in avanti la mascella inferiore. Oppure sollevate qualcosa di molto pesante. Bene, il verso che farete sotto sforzo è qualcosa di molto simile alla “Ы”.
L’ultima lettera che chiude la parola è in realtà un “segno morbido” (in russo: “mjàgkij znak”), che è un indicatore del fatto che la lettera precedente, in questo caso “T”, debba essere ammorbidita alla fine. Quindi, dopo esser riusciti a pronunciare quel maleducato “Ы”, subito dovete mettervi sotto con l’ammorbidimento della “T”! Spesso nella traslitterazione il segno “Ь” può essere segnalato con un apostrofo:
[byt’]
Пять (Pjat’) – Cinque
Questa parola contiene un’altra lettera che potrebbe confondere chiunque: la “Я” (jà). Questa è l’ultima lettera dell’alfabeto russo, tanto che “dalla A alla Z”, nell’espressione figurata, si dice in russo “от А до Я” (“ot a do jà”): “dalla a alla jà”. Questa lettera è solitamente traslitterata in italiano come “ja” (e in inglese come “ya”). Può essere incontrata frequentemente nei cognomi femminili: per esempio la moglie di Lev Tolstoj è Sófija Tolstàja (Толстая). Ma la lettera “ja”, pur essendo sempre identicamente traslitterata, vede volte in cui deve essere pronunciata come “ia” (due suoni ben distinti: i+a, come sarebbe in uno iato con accento sulla vocale debole in italiano: per esempio in “pia”), volte in cui la i si accorcia (come in italiano in caso di dittongo; per esempio in “pianto”), e volte in cui, quando non è accentata, subisce una vera e propria riduzione e non richiede la pronuncia della “a”, trasformandosi di fatto in una i: per esempio in “janvàr” (“gennaio”) che si pronuncia [iinvàr’].
Tornando al nostro numero “cinque”, il suono della componente “i” della lettera “ja” (accentata) deve essere accorciato! E non dimenticare di ammorbidire la T alla fine:
[Pjàt’]
Жизнь (Zhizn’) – Vita
La lettera “Ж” di solito è traslitterata come “zh” ma in realtà suona come l’inglese “J” in “Jacqueline”. Il segreto da conoscere per pronunciare bene la parola “vita” in russo è che la lettera “И”, che di solito suona come “i”, dopo la Ж prende il suono della “Ы” (si veda al punto 4). E non dimenticate di ammorbidire la lettera “N” alla fine, rendendola simile a uno “gn” italiano:
[zhyzn’]
Царь (Tsar’) – Zar
Il monarca russo è entrato nel vocabolario italiano come “zar” (deriva da “Cesare”). La parola russa originale è da traslitterare come “tsar”. Ma non bisogna certo separare i suoni t ed s! La Ц è una zeta aspra (o sorda); quella dell’italiano “azione”.
Neanche la “R” russa è facile. Anche perché in questo caso, va ammorbidita alla fine, come indica il segno ь:
[tsar’]
Девочка (Dévochka) – Bambina
La lettera russa “e”, quando accentata, si pronuncia come “ie” (due suoni ben distinti: i+e) se si trova dopo una vocale, un segno morbido o duro (ь, ъ) o è a inizio parola. Quando è accentata ma preceduta da consonante, il suono i si accorcia. Se non accentata, la e ha una riduzione fino a suonare come una “i”. Nel caso di “девочка”, la е è accentata e preceduta da consonante: si accorcia, dunque, fin quasi a scomparire, e ammorbidisce la D.
Visto che la “O” non è accentata, si riduce tendendo quasi a diventare una “A”:
[djé-vachka]
Жёлтый (Zheltyj) – Giallo
Dato che contiene quattro lettere che non esistono nell’alfabeto latino, questa parola è una vera sfida. Abbiamo già parlato della “Ж” (si veda il punto 6). Incontriamo poi immediatamente la lettera “Ё” (“jó”), che, come abbiamo già accennato, è difficile da maneggiare, dato che di solito è scritta senza la dieresi, e chi non conosce la parola la scambia per una normale “e”. Invece è “ió” (come in “yogurt”). Ma è impossibile pronunciare la “Ё”, come “io” dopo una Ж, quindi diventa sostanzialmente solo una “o”.
In realtà, questa regola è la stessa di pjat’ (punto 5) e di “devochka” (punto 8): dopo una consonante, il suono “i” delle vocali dal suono composto si accorcia fino a scomparire, sia che siano ja, je o, come in questo caso, jo.
Abbiamo già parlato di “Ы”. Di solito è traslitterata come “Y”, ma qui abbiamo anche “Й”, che traslitteriamo come “J”. Proviamo la pronuncia:
[zhól-tyj]
Саша / Маша / Даша (Sasha / Masha / Dasha)
I nomi russi sono spesso difficili nella pronuncia. Ma, in questo caso, vorremmo parlare delle lettere “Ш” e “Щ” e delle loro traslitterazioni “SH” e “SHCH”. Di solito, i non madrelingua le pronunciano in modo identico o molto simile. Tuttavia, sono diverse! Sasha, Masha e Dasha (diminutivi/vezzeggiativi rispettivamente di Aleksandr o Aleksandra, Marija e Darja) devono essere pronunciati come la “cha” in “champagne”. Ben altra cosa, come abbiamo visto al punto 3, è il borshch, dove una lettera sola vede susseguirsi rapidamente i suoni “sh” e “ch”.
[Sà-sha]
Come ricordare e pronunciare correttamente alcune parole russe difficili ma molto comuni