A lei non importa affatto che giacca indossi, che laurea hai in tasca, quanti anni hai, e come si rivolgono a te tutte le altre persone. Se hai fatto qualcosa di sbagliato (o a lei è sembrato così), ti spiattellerà tutto in faccia, senza filtri, e di fronte a tutti. E sei fortunato, se questo non ti accade in un autobus affollato, dove tutti inizieranno a guardarti sconcertati, pensando: “Cosa avrà mai fatto questo screanzato per offendere così una signora anziana?”.
Una bàbushka russa è in grado di ritrasformare in un attimo un barbuto uomo di quarant’anni in un bambinuccio di cinque anni, che si scusa e muore di vergogna per il rimprovero subito.
Nessuno sa perché così tante nonnette russe usino i mezzi pubblici al mattino presto, né dove vadano. Sono in pensione, quindi persone libere: perché correre da qualche parte così presto?! Alcuni scherzano, ipotizzando una specie di riunione segreta per un complotto ordito da qualche babushka. In effetti solo così si può spiegare tutto questo!
Inoltre non sappiamo in quale momento esatto la donna anziana entri in regime “massima sicurezza”, ma un bel giorno la babushka inizia a proteggere la sua proprietà con accanimento, quasi fosse un confine nazionale, e non molla mai questa occupazione. Qui, ad esempio, un utente di Reddit condivide una foto di sua madre, che scaccia il gatto da un pianta di albero dei pomodori con un gesto che appare estremamente eroico:
La babushka mantiene l’ordine come un poliziotto, conosce di persona tutti gli abitanti del suo palazzo, così come tutti i loro amici e parenti. Se arrivi sul suo territorio per la prima volta, puoi star sicuro che subirai l’interrogatorio. “E tu di quale scala sei? Da chi vai? Non ti ho mai visto prima!”. Si ritiene che le aree in cui vivono molte nonnette siano più sicure. Una tale “pattuglia” è più efficace di tutte le videocamere del mondo.
Per la babushka non esiste il concetto di “rifiuto”. A ogni oggetto viene data una seconda, e talvolta una terza, quarta, quinta (tende all’infinito…) vita. Anche un barattolo di maionese si reincarna in un vasetto per piantine o in un salvadanaio o un portaoggetti.
L’affronto peggiore è quello di buttare via il pane raffermo. La babushka ha in molti casi sperimentato la fame nel dopoguerra o ha vissuto in scarsità negli anni del crollo dell’Urss, e il pane per le anziane è quasi sacro. Cosa fare con del pane raffermo? Chiedete a una babushka; lo sa.
Esistono diversi tipi di babushka: quelle dolci, quelle dal temperamento animale, quelle agguerrite, quelle intellettuali, ecc, ma tutte sono unite da una cosa: esprimere il loro amore nel modo più puro e diretto attraverso il cibo. C’è una regola nota: “Se vai dalla nonna, meglio prima tenersi leggeri per una settimana”. Agli occhi di una nonna russa, sei sempre magra e debole, e ti ingozzerà di cibo finché non ti trasformerai in un pinguino. Ti comparirà davanti sempre nuovo cibo, come per magia, e dovrai mangiarlo tutto (o la babushka si offenderà!).
Questa è una vera dittatura alimentare, ma è anche la qualità che ci intenerisce di più nelle nonne. Alla fine, se questo non ti uccide, ti fortifica.
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Maglioni, calzini, cappelli, guanti: chiunque abbia una nonna russa ne ha l’armadio pieno. Molto probabilmente, nulla di tutto ciò sarà mai rivelato al mondo, ma i regali della babushka sono comunque amati e conservati sugli scaffali più reconditi dell’armadio.
Bisogna evitare grane con una babushka russa. Lo sanno tutti che non è il caso. Cedigli il posto sui mezzi pubblici prima che ti incenerisca con uno sguardo di fuoco, non litigare con lei, togliti di mezzo se sale in metropolitana. Altrimenti, il suo carrello della spesa potrebbe far scempio dei tuoi piedi. A volte ci si chiede da dove provenga tanta energia e forza in una babushka, che quando inizia a lavorare di gomiti in metropolitana si fa strada anche nell’ora di punta.
Nell’infondere terrore agli altri è una vera superpotenza. Forse è per questo che tutti i parenti di solito mandano la babushka a combattere con gli enti governativi, e a cercare di risolvere ogni ingiustizia che si ritiene di aver patito. La nonna è in grado di spuntarla su vari funzionari pubblici. Faranno tutto come vuole, solo per non vederla più.
Secondo ogni babushka, il cibo messo da parte non è mai abbastanza. Ogni autunno, la nonna inizia a cucinare e mettere in dispensa barattoli e barattoli di “preparazioni invernali”: sottaceti, funghi, marmellate, ecc. Sembra che stia arrivando una guerra e che trascorreremo i prossimi cinque anni in un bunker. Nessuno è in grado di mangiare tutto, così, all’avvicinarsi delle primavera, i barattoli cominciano a essere inviati in grandi quantità ai parenti.
“Questo non sarebbe mai successo ai nostri tempi”, è il mantra della nonna. Più lontana è la sua giovinezza, più quell’epoca le appare luminosa e senza difetti. Tutte le carenze dell’era sovietica svaniscono e nella memoria emerge un mondo ideale, dove tutti si prendevano cura l’uno dell’altro, avevano un lavoro e un appartamento assicurato dallo Stato, e i bambini potevano uscire sicuri. Sfortunatamente, secondo la babushka, di tutto quello non è rimasto niente, ma continua a conservare con cura il ricordo dei tempi migliori nel suo appartamento: non rimuove il tappeto dal muro e rispolvera accuratamente il servizio festivo con la falce e martello.
La nonna ha un suo programma giornaliero che rispetta da quarant’anni a questa parte. Quindi, se qualcuno pensa che le pensionate russe si annoino, si sbaglia di grosso. Ogni giorno, a una determinata ora (di solito molto presto), la babushka va al mercato, che magari si trova dall’altra parte della città, anche se davanti a casa avrebbe a disposizione un supermercato. E ogni giorno, seguendo un orario preciso al minuto, va al parco, dove incontra persone come lei, e se ne va in contemporanea con loro. Vuole essere a casa in tempo per il tg della sera (è appassionata anche dei programmi di cronaca nera). Tutta questa intensa attività la rende molto impegnata. Probabilmente è più occupata di te che studi o lavori.
Perché una babushka russa è il life coach di cui avete bisogno
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