Cinque motivi per guardare il nuovo film di guerra “Vozdukh”, il “Dunkirk” russo

Aleksej German Jr/Metrafilms; Amedia Production, 2023
La pellicola ricorda il successo di Christopher Nolan sia per l’enfasi sull’autenticità – c’è un minimo di effetti speciali – sia per la creatività senza compromessi. Nonostante il budget elevato (per gli standard russi), questo è sicuramente un vero film d’autore, di un regista già premiato nei festival internazionali come Aleksej German Jr

1 / È un raro esempio di film sulle donne al fronte

In Russia, come in Urss, vengono realizzati molti film sulla Seconda guerra mondiale, ma raramente sulle donne al fronte. Eppure, secondo i dati ufficiali, nei quattro anni del conflitto fu arruolato circa mezzo milione di ragazze nell’Armata Rossa. Senza contare le partecipanti ai distaccamenti partigiani. Tra le poche eccezioni di cinema di guerra al femminile c’è il dramma bellico candidato all’Oscar “Qui le albe sono quiete”, del 1972, sulle ragazze dell’antiaerea e il più recente film biografia sulla donna cecchino Ljudmila Pavlichenko “Resistance - La battaglia di Sebastopoli”. 

“Vozdukh” (“Воздух”; ossia “Aria”) riempie questo vuoto. Innanzitutto, seguiamo il destino dello squadrone femminile che copre dal cielo la famosa “Strada della vita”; l’unica via di trasporto, sul Lago Ladoga, verso la Leningrado assediata. Tuttavia, la trama conduce le protagoniste attraverso la vastissima geografia della guerra: nella Leningrado assediata, nelle trincee di Stalingrado e nelle foreste dove combattono i partigiani. E ovunque vediamo le donne combattere alla pari con gli uomini.

2 / Come dice lo stesso regista, ha realizzato la sua versione de “I sette samurai”. Ma sulle ragazze

La trama di “Vozdukh” è la seguente. Pilote giovanissime, appena uscite dall’addestramento, entrano nel vivo della guerra. Per le ragazze, per motivi puramente fisici, sono più difficili da tollerare alcuni sforzi, aggravati da modelli di aerei vecchi, con la fusoliera in parte in legno, un minimo di armatura, e costanti perdite di carburante. Il nemico, al contrario, ha più esperienza e velivoli migliori. Oltre allo stress e alla mancanza di sonno, le ragazze all’inizio incontrano grosse difficoltà a inserirsi nella squadra maschile, che le accoglie con grandi pregiudizi.

Le attrici sono tante, all’inizio ben più di sette. Ce ne sono di molto conosciute in Russia, come Anastasija Talyzina e Aglaja Tarasova, ma non mancano i volti nuovi, scelti tra le cadette delle accademie del Ministero degli Affari Interni e del Ministero delle Situazioni di Emergenza. Uno dei ruoli principali è interpretato da un’attrice del Teatro Drammatico di Omsk, Kristina Lapshina, al suo debutto sul grande schermo. Tuttavia, a ogni missione le eroine diventano sempre meno: la guerra si porta via senza pietà anche i personaggi della prima fila che, secondo le leggi di questo genere cinematografico, di solito non possono morire.

3 / Un minimo di effetti speciali e solo aerei reali

Nel film ci sono sei grandi episodi di battaglie aeree. Inizialmente, il regista voleva girare con aerei reali Yak-1 sovietici e Messerschmitts tedeschi. Le copie reali sono state trovate nella Repubblica Ceca. Tuttavia, è scoppiata la pandemia e le riprese si sono dovute bloccare. German jr è riuscito persino a girare un altro film durante il periodo di attesa: “Delo” (“Дело”, ossia “Il caso”; “La causa giudiziaria”), presentato nella sezione “Un Certain Regard” del Festival di Cannes nel 2021.

Quando il lavoro su “Vozdukh” è ripreso, la via ceca è stata abbandonata, e il regista ha dovuto girare con aerei moderni, che poi al computer sono stati trasformati nei modelli autentici. I primi piani degli attori all’interno della cabina di pilotaggio sono stati filmati con l’aiuto dei cosiddetti “gimbal”, speciali macchine mobili che simulano virate, su uno sfondo di schermi LED con vere riprese del cielo.

4 / “Aria” continua la migliore tradizione del cinema militare sovietico

Aleksej German Jr (1976-) è figlio di Aleksej German Sr. (1938-2013), grande regista sovietico e russo, leader della cosiddetta “Scuola di Leningrado”. Questo gruppo di registi dello studio Lenfilm, tra gli anni Sessanta e Ottanta, condivideva una piattaforma estetica comune: rifiutare i cliché del realismo socialista, rompere le rigide trame di genere e cercare la massima autenticità dell’ambiente e dell’esistenza degli attori sullo schermo.

In particolare, i registi della “Scuola di Leningrado” si sono dedicati al tema della guerra. Si possono ricordare film come “Proverka na dorogakh” (ossia: “Controllo sulle strade”; 1985) e “Venti giorni senza guerra” (1976) di German Sr., “Porokh” (ossia “La polvere da sparo”; 1985) di Viktor Aristov e altri ancora. “Vozdukh” è per molti versi nel solco della “Scuola di Leningrado”. Non è un film di guerra di gala: c’è quasi sempre cattivo tempo, non ci sono generali e grandi discorsi; la trama degli anni di guerra è riprodotta con rara meticolosità.

5 / È il primo film ad alto budget di German Jr, uno dei nomi più brillanti del cinema d’autore russo

Aleksej German Jr. è uno dei pochi registi i cui film sono stati selezionati in concorso in tutti i “tre grandi” festival, Cannes, Venezia e Berlino, nel corso degli anni. Molti dei suoi film sono stati premiati. In particolare, nel 2008 alla Mostra del Cinema di Venezia German ha ricevuto il Leone d’Argento come miglior regista per il suo film drammatico “Bumazhnij Soldat” (ossia: “Soldato di carta”). Il suo più grande successo di pubblico in Russia gli è stato portato da “Dovlatov” (2018), biografia di un popolarissimo scrittore sovietico costretto a emigrare negli Stati Uniti. Questo film rimane tuttora una delle pellicole d’autore con il maggior numero di incassi al botteghino russo.

“Vozdukh” è il film di German Jr. più faticoso e con più lavoro fino ad oggi. Il budget era di tutto rispetto – quasi 800 milioni di rubli (circa 9 milioni di dollari) – e la lavorazione del film è durata cinque anni. Ma ciò che sorprende è che anche in un film così, lo stile di German è riconoscibile. I suoi piani lunghi, la fotografia incredibilmente bella e un realismo estremo combinato organicamente con un’atmosfera onirica.


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