Il cinema di fantascienza russo viene associato soprattutto ai drammi intellettuali di Andrej Tarkovskij (“Stalker” e “Solaris”). Tuttavia, “Sputnik” rompe decisamente con questa tradizione, perché è un thriller e, anzi, un horror.
Questo film potrebbe essere considerato una versione di “Alien” di Ridley Scott ambientata nell’ultimo periodo dell’Urss. Anno 1983, un volo orbitale finisce con una situazione di emergenza. Durante l’atterraggio, uno dei membri dell’equipaggio muore, l’altro, sopravvissuto, viene chiuso dentro un centro segreto per sottoporlo a una serie di esperimenti. La protagonista Tatjana, neurofisiologa, deve scoprire il mistero del volo finito male. All’estero il film è uscito col titolo originale, perché dopo il lancio del primo satellite artificiale nel 1957, la parola russa “sputnik” è entrata a far parte di tutte le lingue. In questo caso, però, la parola assume un significato alquanto sinistro.
I diritti per il remake americano sono stati comprati da Matt Reeves, regista di “The Batman 2” con Robert Pattinson, mentre Egor Abramenko, che ha diretto l’originale russo, in questo momento sta girando negli Usa l’horror “God’s Country” con Melissa Barrera (“Scream 6”) come protagonista.
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Ljudmila Pavlichenko fu la donna cecchino più micidiale della Seconda guerra mondiale. Col suo infallibile fucile eliminò 309 nazisti. Il film racconta la sua storia. Oltre ai duelli contro i cecchini nemici, ci sono anche epiche battaglie, la straordinaria storia dell’amicizia della Pavlichenko con Eleanor Roosevelt e una forte linea melodrammatica: durante la guerra le persone hanno un bisogno particolare di amore e sostegno. Il ruolo di Ljudmila Pavlichenko è stato interpretato da Julija Peresild, una delle migliori attrici russe, che è forse anche la più coraggiosa, perché proprio lei è andata nello Spazio per le riprese de “La Sfida” del regista Klim Shipenko, il primo film girato in orbita.
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Una menzione particolare merita la colonna sonora del film, che include una nuova versione della canzone “Kukushka” di Viktor Tsoj, interpretata da Polina Gagarina, e la ninnananna slava che si può sentire anche in… “Hunger Games”! Il fatto è che la musica di entrambi i film è stata arrangiata dal compositore Evgenij Galperin, il quale ha anche scritto la musica per “Cose nostre – Malavita” di Luc Besson, “Loveless” di Andrej Zvjagintsev, nonché per la miniserie “The Undoing – Le verità non dette” con Nicole Kidman e Hugh Grant.
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Se “Sputnik” è un “Alien” russo, “Coma” è forse la riedizione russa di “Matrix” o “Inception”. Le persone in coma finiscono in un mondo particolare, composto da frammenti dei loro ricordi. Ai sopravvissuti danno la caccia i Mietitori, una specie di agenti della Morte, perché chi muore nel mondo del Coma, muore per davvero. Le vittime del coma si mettono in gruppo per sopravvivere e risvegliarsi nel loro mondo abituale.
Rinal Mukhametov, il cui personaggio Viktor rievoca il Neo di Keanu Reeves (uomo prescelto e leader della resistenza), è una star del cinema russo in stile di action fantasy. Oltre a “Coma”, Rinal ha partecipato anche ad “Attraction” di Fjodor Bondarchuk e al sequel “Invasion”, nei quali interpreta un alieno che insieme alla sua astronave precipita in un quartiere di Mosca.
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Konstantin Khabenskij (“I guardiani della notte”, “Wanted – Scegli il tuo destino”, “La talpa”) non è soltanto uno dei migliori attori russi e direttore artistico del celebre Teatro d’Arte di Mosca. Con “Sobibor” si è cimentato anche alla regia.
Questo film di guerra, un vero thriller, si basa sulla biografia di Aleksandr Pecherskij, l’ufficiale sovietico che organizzò la rivolta dei detenuti di Sobibor, campo di sterminio dove i nazisti portavano gli ebrei per la “soluzione finale”. In precedenza, questa storia aveva già attirato l’attenzione di Jack Gold, regista di “Fuga da Sobibor” (1987), nel quale Pecherskij è stato interpretato da Rutger Hauer che per questo ruolo ricevette il suo primo e ultimo Golden Globe.
Nel film di Khabenskij, il male in persona del sottufficiale delle SS ha una faccia familiare. E non a caso: Karl Frenzel non è altro che Christopher Lambert (“Highlander – L’ultimo immortale”). Di solito, Lambert cerca di non interpretare personaggi fortemente negativi, ma per Khabenskij ha fatto un’eccezione.
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Non succede spesso che un film piaccia alle giurie dei festival, ai critici e al pubblico. Eppure, pare che “Aritmija” del regista Boris Khlebnikov sia piaciuto proprio a tutti. Oltre ai premi dei festival di Karlovy Vary e “Kinotavr” (il più importante festival russo), il film si è aggiudicato anche una valanga di lodi da parte dei critici e immancabilmente viene accolto calorosamente dal pubblico. È la storia di Oleg (Aleksandr Jatsenko), paramedico con grande amore per il suo lavoro, che salva la vita dei pazienti, ma non riesce a superare le tensioni nei rapporti con sua moglie, che ama molto, ma che si sente trascurata. In un certo senso, “Aritmija” assomiglia ai film molto taglienti e pieni di tenerezza del britannico Mike Leigh (“Segreti e bugie”).
Questo film è presente su Prime ma al momento non è disponibile nella versione italiana della piattaforma.
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