Cosa succede nel famoso dipinto “La principessa Tarakanova” di Konstantin Flavitskij?

Galleria Tretjakov
Il noto quadro esposto alla Galleria Tretjakov di Mosca rivela l’emozionante storia (un po’ romanzata) di un’avventuriera del XVIII secolo che ebbe pretese sul trono di Russia, fu arrestata a Livorno, e fece una brutta fine

Ogni scolaresca russa in gita alla Galleria Tretjakov di Mosca si chiede cosa stia succedendo in questo dipinto. È in grado di capirlo?

“Principessa Tarakanova”, dipinto del 1864 di Konstantin Flavitskij (1830-1866)

Perché una giovane donna guarda con orrore salire l’acqua di un’inondazione e non scappa? I più attenti noteranno i topi che si arrampicano sul letto, l’acqua che ha raggiunto ormai il livello del giaciglio mentre altra acqua si riversa nella stanza dalla finestra e, infine, le sbarre alla finestra…

La donna ritratta è Elizaveta Vladimirskaja, alias Principessa Tarakanova, una delle più famose avventuriere russe e uno dei più celebri impostori che hanno avuto pretese sul trono di Russia! Morì nella prigione della Fortezza di Pietro e Paolo di Pietroburgo... sebbene non così drammaticamente. Ma partiamo dall’inizio. 

Chi era la principessa Tarakanova?

I ritratti dell’imperatrice Elisabetta di Russia (Elizaveta Petrovna) e del suo favorito il conte Aleksej Razumovskij, con cui avrebbe contratto un matrimonio in segreto

L’imperatrice Elisabetta di Russia (Elizaveta Petrovna; la figlia di Pietro il Grande) non era ufficialmente sposata e non ebbe figli legittimi, ma si dice che avesse avuto un matrimonio segreto con il suo favorito, Aleksej Razumovskij. E la leggenda vuole che i due abbiano avuto una figlia segreta, anche se non ci sono prove storiche che lo dimostrino.

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Dopo Elisabetta, suo nipote Pietro III divenne imperatore, ma ben presto sua moglie Caterina la Grande fece un colpo di Stato e si impadronì del trono russo dopo che Pietro III morì misteriosamente (si diceva che Caterina lo avesse fatto uccidere). Durante il suo regno, molti uomini diversi si fecero avanti, sostenendo di essere Pietro III, e di essere miracolosamente sopravvissuti al colpo di Stato. Uno dei più famosi fu Emeljan Pugachjov (spesso traslitterato Pugachev), che guidò la grande Ribellione di Pugachjov, spesso chiamata “Guerra dei contadini del 1773-1775”.

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Un’altra avventuriera che cercò un’opportunità per ottenere il trono russo fu Elizaveta Vladimirskaja, che finse di essere la figlia segreta dell’imperatrice Elisabetta e un’erede legittima.

Alla ricerca di sostenitori in Europa

Bassorilievo in marmo che si ritiene ritrarre la sedicente principessa Volodimirskaja, alias Tarakanova

In realtà, si faceva chiamare Elizaveta e non usava il nome di principessa Tarakanova, che è piuttosto ridicolo (“tarakan” in russo si traduce come “scarafaggio”, ed è molto improbabile che un’alta nobildonna avesse un tale cognome). Fu soprannominata così da un diplomatico e scrittore francese di nome Jean-Henri Castéra (1749-1838), che citò la sua storia in un libro su Caterina la Grande, “Catherine II, impératrice de Russie”, pubblicato a Parigi nel 1797.

Molto probabilmente la donna raccontava a tutti storie diverse sulle sue origini e ancora oggi non si sa quale sia la verità. Conosceva diverse lingue (ma non il russo) e aveva modi perfetti. Molto probabilmente era una donna europea (francese, tedesca o italiana).

Elizaveta era sempre alla ricerca di denaro e girava per l’Europa nascondendosi dai creditori. Una volta mise in giro la voce che in Russia l’aspettava una grossa eredità. Si spinse troppo in là con il gioco e per poco non fece andare falliti due nobili di alto rango (il conte Philipp Ferdinand di Limburg-Stirum e il principe polacco Karol Stanisław Radziwiłł).  

Pretese sul trono russo

Nel 1774 iniziò a diffondere la voce di essere una figlia segreta dell’imperatrice Elisabetta e di poter vantare legittime pretese al trono russo. La Tarakanova iniziò a cercare sostenitori in Europa, affermando di avere molti simpatizzanti in Russia (cosa non vera). Progettò persino di raggiungere il re Federico II (il Grande) di Prussia e il re Stanisław Poniatowski di Polonia per portarli dalla sua parte, ma ciò non avvenne mai.

Il conte Aleksej Orlov

Aleksej Orlov

La Tarakanova iniziò a sondare il terreno con molte personalità in Europa, proclamando di voler diventare imperatrice russa con l’appoggio di Pugachjov. Aleksej Orlov, conte russo e fedelissimo di Caterina la Grande, ricevette uno di questi manifesti. All’epoca era un comandante della Marina russa in Europa. 

Orlov scrisse a Caterina la Grande di questi piani e, con il permesso dell’imperatrice, si assunse il compito di portare la Tarakanova in Russia. Orlov le fece credere di esserle fedele (e persino di amarla e di volersi sposare) in modo da indurla a imbarcarsi su una nave per la Russia.

Arresto con l’inganno e deportazione in Russia

Orlov invitò la falsa principessa a Livorno, per dare un’occhiata alla flotta russa che comandava. I marinai inscenarono elogi e festeggiamenti di benvenuto a bordo di una delle navi… dove la Tarakanova venne immediatamente arrestata. Lei, all’inizio, non capì che Orlov era coinvolto e continuò a mandargli lettere d’amore con richieste di aiuto. 

La Tarakanova passò i suoi ultimi giorni nei sotterranei del Palazzo del Comandante del Forte, nella Fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo

La Tarakanova trascorse i suoi ultimi giorni nel seminterrato della casa del comandante del Forte.

A Pietroburgo, fu subito imprigionata nella Fortezza di Pietro e Paolo, dove venivano tenuti i prigionieri politici. Durante le indagini e gli interrogatori, continuò a insistere sulla sua origine imperiale e chiese persino un incontro con Caterina la Grande.

Gli investigatori cercarono di scoprire la sua vera identità e proposero di concederle la grazia se avesse confessato. Ma la Tarakanova non rivelò mai la sua vera identità e morì nel dicembre del 1775.

Il dipinto di Flavitskij

Se lo Stato considera gli impostori come la Tarakanova dei terribili criminali, la cultura di massa si è sempre interessata alle loro personalità, e talora simpatizza persino per loro. Aleksandr Pushkin scrisse di Pugachjov nel suo romanzo “La figlia del capitano”, mentre la Tarakanova fu immortalata dal pittore Konstantin Flavitskij (1830-1866).

In realtà, la Tarakanova morì di tubercolosi; ma, con il passare del tempo, cominciarono a diffondersi molte leggende sulla sua morte. Una di queste ispirò Flavitskij: si diceva che fosse morta, drammaticamente, come un topo in trappola, nella sua cella sotterranea durante un’enorme alluvione di San Pietroburgo (quell’alluvione avvenne davvero, tuttavia, due anni dopo la sua morte…). Ironia della sorte, lo stesso artista morì di tubercolosi…

Konstantin Flavitskij. Bozzetto “La testa della principessa Tarakanova”

Il suo dipinto gli procurò fama e fu elogiato dagli ambienti artistici, che ne apprezzarono soprattutto la posa drammatica e le espressioni facciali. La “Principessa Tarakanova” fu la prima tela storica della collezione di Pavel Tretjakov, a cui ne seguirono molte altre. Il famoso collezionista apprezzava il fatto che rendesse omaggio al tema russo e che fosse un grande contributo all’arte russa. 

Nel 1867, la “Principessa Tarkanova” fu esposta all’Esposizione Universale di Parigi. Tuttavia, l’imperatore Alessandro II ordinò di aggiungere una nota nel catalogo di accompagnamento: “Il contenuto dell’opera è tratto da un romanzo e non contiene alcuna verità storica”.

Una precedente versione del dipinto, conservata a Ekaterinburg e risalente probabilmente al 1862. La tela è di dimensioni minori e l’espressione sul volto della principessa meno tragico. Esiste anche una terza versione del quadro di Flavitskij, conservato a Penza

Numerosi romanzi sono stati scritti sulla base di questa intrigante vicenda. Nel 1990 è uscito il film sovietico “Tsarsakaja okhota” (ossia: “Caccia zarista”; “Caccia reale”) del regista Vitalij Melnikov (1928-2022) che racconta la storia della Tarakanova.

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