“Viaggio attraverso la letteratura russa: Chekhov, Bulgakov, Gogol” nelle opere di Enzo Rosamilia

Ufficio stampa
Alla “Casa Russa” di Roma resteranno esposti fino al 30 giugno gli splendidi quadri fotografici dedicati ai tre grandi autori russi, realizzati con una tecnica unica dall’artista salernitano

Tutti e tre questi geni della letteratura hanno un legame forte con l’Italia. Chekhov la visitò tre volte, e le impressioni di quei viaggi si riflettono nelle sue opere. Gogol, che visse sulla Via Sistina per un totale di circa quattro anni, iniziò a lavorare al primo volume delle “Anime morte” a Roma. Scritto da Bulgakov nel 1940, “Il Maestro e Margherita” è ancora oggi uno dei romanzi più conosciuti e amati al mondo. È stato tradotto in molte lingue, ma la traduzione in italiano fu tra le prime.

Sebbene il maestro salernitano Enzo Rosamilia (1955-) fotografi dall’età di 14 anni e sia l’autore di una tecnica unica di stampa di opere fotografiche su carta speciale fatta a mano ad Amalfi, questa è la sua prima mostra in Italia. La serie “Il Maestro e Margherita”, in cui l’autore ha mostrato la propria interpretazione del famoso romanzo, è stata esposta alla Casa Museo Bulgakov di Mosca e in altre città russe. La collezione “Attraverso uno specchio. Chekhov”, con la quale il fotografo ha cercato di presentare l’opera di Chekhov attraverso i suoi pince-nez, è stata esposta con successo a Taganrog, Rostov sul Don e Mosca. Il progetto che consiste in immagini fotografiche surreali basate sui racconti di Nikolaj Gogol è stato invece completato dal fotografo solo di recente e viene mostrato per la prima volta alla “Casa Russa” di Roma (Piazza Benedetto Cairoli 6; dal 19 maggio al 30 giugno dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18).

In totale, Enzo Rosamilia ha dedicato circa dieci anni a progetti fotografici "russi", ma qual è stato il punto di partenza? Come ha raccontato lui stesso, “tutto è iniziato nel 2013, quando sono stato invitato da Viktoria Barvenko, la proprietaria di una galleria nella città natale di Anton Chekhov, Taganrog. Sono rimasto molto colpito dall’accoglienza ricevuta. Durante la visita ho avuto la fortuna di visitare i luoghi legati a Chekhov. Ispirato da ciò che ho visto, al mio ritorno dalla Russia ho riletto alcuni racconti chekhoviani e ho deciso di dedicargli una raccolta, che ha richiesto circa due anni di lavoro. Considero l’opera di Chekhov internazionale e i suoi personaggi, a mio parere, vivono ancora oggi in mezzo a noi”.

La storia della comparsa della serie “Il Maestro e Margherita” è coperta da un velo di mistero. “Un giorno fui contattato da una modella siberiana di nome Margarita, che mi chiamava insistentemente Maestro, esprimendo la sua ammirazione per il mio lavoro. E questa coincidenza mi ha dato l’idea di realizzare una serie dedicata a un’opera immortale”, ha ricordato l’autore, che ha anche raffigurato se stesso e Voland seduti su una panchina in una delle sue opere.

Infine Rosamilia ha detto che “lavorare alla collezione di quadri fotografici dedicati ai racconti di Gogol mi ha divertito molto”, ammettendo di amare San Pietroburgo tanto quanto Gogol adorava Roma ai suoi tempi.

Il maestro si rammarica molto del fatto che le relazioni, un tempo calde e amichevoli, tra Italia e la Russia stiano attraversando momenti difficili, e nota con non celata amarezza che le opere che realizza non sono ancora di interesse per la stampa italiana, nonostante possano essere trovate in importanti gallerie e collezioni private in tutto il mondo; oltre che in Russia anche in Francia, Spagna, Brasile, Belgio, Corea del Sud e altrove.

“Quanto all’arte russa, ritengo inaccettabile la cosiddetta ‘cancel culture’ e sono profondamente convinto che la cultura debba unire, non dividere i popoli. Non deve essere toccata in nessun caso, perché è la cultura che, secondo me, un giorno potrà aiutare a riportare le cose alla normalità. Nonostante tutto, in Italia la gente è ancora interessata alla cultura russa e in Russia il nostro patrimonio culturale entusiasma i russi”, ha concluso Rosamilia, che si è formato all’Accademia di Belle Arti di Napoli e, fin dai primi anni Ottanta, insegna alla scuola d’arte «Sabatini/Menna» di Salerno.

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