Chi è Koshchej Bessmertnyj, il vecchio mostro, il cattivo per antonomasia delle fiabe russe?

Sputnik; Dominio pubblico
È uno dei personaggi più negativi in assoluto del folklore slavo. È decrepito, tutto pelle e ossa, e rapisce le giovani belle ragazze. Anche se il suo nome significa “Immortale”, un modo per farlo fuori c’è, ma è molto complicato…

Quasi tutti i racconti popolari russi contengono un elemento demoniaco, una forza del Male contro cui si batte il protagonista, che agisce dalla parte del Bene. Spesso si tratta di un terribile drago (il serpente a tre teste Gorynych) o di uno stregone malvagio (Koshchéj Bessmértnyj; Кощей Бессмертный).

Chi è Koshchej?

“Koshchei l’immortale”, dipinto di Viktor Vasnetsov

Il personaggio di Koshchej (o Kashchej) Bessmertnyj (ossia “l’Immortale”) è presente in molte fiabe russe, sia nelle versioni popolari che in quelle d’autore. Le più celebri sono “Tsarevna-ljagushka” (“La principessa rana”), “Mária Morévna”, “Koshchej Bessmertnyj”, e il poema “Ruslan e Ljudimila” di Aleksandr Pushkin (1799-1837).

A volte l’aspetto e le caratteristiche di Koshchej possono variare leggermente, ma la cosa principale rimane invariata: è sempre un vecchio malvagio con poteri soprannaturali. È astuto e perfido, può volare, rompere tutte le catene e usare la magia nera. A volte cavalca anche un cavallo magico.

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Il delitto che Koshchej commette più spesso è il rapimento di una giovane bella ragazza. Il terrificante vecchio ammalia le sue vittime e, con l’aiuto di inganni e incantesimi oscuri, le attira nel luogo di prigionia. In certi casi Koshchej promette alla giovane bellezza molto oro se accetta di diventare sua moglie. Di norma, c’è sempre un giovane cavaliere che viene in soccorso delle ragazze, che viene aiutato nella sua lotta contro il male da tutti coloro che incontra sul suo cammino, compresi gli animali presenti nella fiaba. 

Illustrazione per la fiaba “Marja Morevna”. Disegno di Tatjana Shevareva

Solo in una fiaba è proprio Koshchej a esser fatto prigioniero: viene incatenato dalla fata-bogatyrsha (i bogatyry erano i guerrieri giganti dell’epica slava) Marja Morevna, ma anche in quel caso Koshchej riesce a liberarsi con l’inganno.

Perché si chiama Koshchej l’Immortale?

Koshchej sembra una mummia ambulante: è un vecchio molto decrepito. È così magro che, secondo gli antichi slavi, è un cadavere vivente che fa letteralmente echeggiare le ossa. In effetti, “koshchej” deriva molto probabilmente dalla parola “kost”; “osso”. In diverse fiabe, Koshchej non mangia e non beve per molto tempo (a volte anche per trecento anni!). Si trova da qualche parte al confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, quindi non è completamente vivo, né completamente morto.

Un’altra versione dell’origine della parola risale a una parola turca che significava “prigioniero”, “schiavo”. Koshchej compare con questo significato nel racconto del XII secolo “Canto della schiera di Igor”, un monumento della letteratura russa antica. Per questo, nelle fiabe, o prende prigioniero qualcuno o finisce lui stesso in cattività.

Dove vive Koshchej?

Il più delle volte, la dimora di Koshchej è un castello o un palazzo buio e freddo; un luogo lontano “trenta terre”, come si dice nelle favole russe con un iperbole che ritorna spesso. È un luogo difficilissimo da raggiungere, non tutti riescono a trovarlo, e sul cammino ci sono ostacoli di ogni genere e trappole stregate. I giovani coraggiosi che cercano di arrivarci finiscono spesso per sfiancare il loro cavallo e consumare più di un paio di stivali di ferro.

Il palazzo di Koshchej contiene innumerevoli ricchezze, ma allo stesso tempo lui è estremamente avaro e non le usa per niente, limitandosi a conservarle e custodirle. Come scrisse Aleksandr Pushkin, ”Lo zar Koshchej si strugge per l’oro”.

L’analogo dell’Ade

“Koschei l’immortale”, Illustrazione libraria di Ivan Bilibin, 1901

Nella mitologia slava esisteva una divinità oscura, Karachun. Era uno spirito malvagio degli inferi, signore del freddo, dell’oscurità e del mondo dei morti. La studiosa di mitologia slava Lilija Alekseeva, ritiene che Koshchej sia una delle versioni folcloristiche di Karachun, l’antico demone. “Si suppone essere una divinità slava invernale che conserva caratteristiche di personificazione della morte”, scrive la Alekseeva.

Il Koshchej delle fiabe, così come il Karachun della mitologia, assomigliano all’antico dio greco degli inferi Ade. Attirano gli altri personaggi nella loro dimora, e raggiungerla significa attraversare la linea di confine del mondo reale, con il rischio di non poter più tornare indietro. Gli eroi coraggiosi delle fiabe russe, propio come il greco Orfeo, vanno negli inferi per salvare la loro Euridice.

È davvero Immortale?

Anche se Koshchej è chiamato l’Immortale, è possibile ucciderlo, anche se è molto difficile. Per sconfiggere il perfido personaggio e sbarazzarsi per sempre di lui, è necessario spezzare un ago incantato, che si trova in un uovo, che è dentro un’anatra, che è dentro una lepre, che è dentro un prezioso scrigno sotto una quercia su un’isola in mezzo al mare…

Lo studioso del folklore Vladimir Propp (1895-1970) ritiene che questa “morte” a sé stante sia legata ad antiche idee sull’anima umana. “L’anima è pensata come un essere indipendente che può vivere al di fuori dell’essere umano. E una persona vivente può avere un’anima o una delle anime al di fuori di sé. Questa è la cosiddetta ‘anima esterna’. Koshchej è un possessore di tale anima”, scrive Propp nel suo libro “Le radici storiche dei racconti di magia”.

Koshchej nella cultura moderna

Fotogramma del film d’animazione “La principessa ranocchio”, 1954

Il vecchio malvagio è diventato un personaggio popolare nei cartoni animati e negli adattamenti cinematografici delle fiabe russe. Il “Koshchej” più riconoscibile del cinema sovietico è stato l’attore Georgij Milljar (1903-1993), che ha interpretato il ruolo principale nel film “Kashchej l’immortale” del 1944 (regia di Aleksandr Rou). Per Millljar non fu necessaria una preparazione particolare per interpretare il vecchio pelle e ossa. Il film venne girato durante la Seconda Guerra Mondiale; nel corso del l’evacuazione a Dushanbé (allora, Stalinabad; capitale della Repubblica socialista sovietica tagica) l’attore aveva contratto la malaria ed era diventato praticamente uno “scheletro vivente”, proprio come il suo personaggio. “Con gli stivali pesavo 45 chili”, ha scherzato amaramente Milljar. 

L’attore Georgij Milljar nel film “Kashchej l’immortale”, 1944

Il film fu presentato in anteprima il 9 maggio 1945, Giorno della Vittoria, in un cinema affollatissimo. La vittoria sul Male del mondo fiabesco – Kashchej – simboleggiava la vittoria sul Male reale: Hitler e i nazisti.

Grigorij Milljar nel ruolo di Kashchej l’Immortale e Galina Grigorieva nel ruolo di Marja Morevna

In seguito Milljar interpretò Koshchej in altri film sovietici, come “Ogon, voda i... mednye truby” (ossia: “Fuoco, acqua e...  ottoni”; titolo tratto da un modo di dire che è una sorta di “Per aspera ad astra” russo: quando, cioè, attraverso le difficoltà – “fuoco e acqua” – si arriva alla fama, al successo – lo squillar delle trombe; degli “ottoni”) del 1967 (dove però appare più come un personaggio comico). È interessante notare che nello stesso film interpretava anche il suo altro ruolo più riconoscibile, quello della strega Baba Jagá.

Una fotogramma del film “Ogon, voda i… mednye truby”, 1967

Il personaggio di Koshchej appare in più di 20 film, tra cui uno dei più recenti è la trilogia “The Last Warrior” (titolo russo: “Poslendnyj bogatyr”) prodotta da Disney Russia. Koshchej è qui interpretato dall’attore Konstantin Lavronenko (1961-), che ha spesso interpretato cattivi in altri film. Secondo l’idea del regista, qui Koshchej, pur essendo astuto, aiuta i personaggi positivi a combattere con un male complessivamente ancora più grande. 

Konstantin Lavronenko nel ruolo di Koshchej nel film “The Last Warrior”, 2017

Nel 2022 è uscito il film d’animazione russo “Koshchej. Pokhititel nevest” (ossia: “Koshchej. Il rapitore di fidanzate”) in cui il malvagio stregone è alla disperata ricerca di una moglie da centinaia di anni.

Un fotogramma di “Koshchej, il rapitore di fidanzate”

Koshchej compare anche nella popolare serie della BBC “Doctor Who”. Proprio quello è il vero nome del Maestro, un oscuro arcicattivo, antagonista del personaggio principale, il Dottore. È signore del tempo e ricompare più volte anche dopo che tutti lo credevano morto. 

Eric Roberts nel ruolo del Maestro nella serie tv “Doctor Who”, 1996

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