Una scena tratta dal film “Tchaikovsky's Wife”
Kirill Serebrennikov/Hype Film, 2022Il cinema russo d’autore sta vivendo un momento di rinascita. Negli ultimi anni sono stati ben pochi i festival internazionali che si sono privati delle produzioni russe. L’anno scorso, ad esempio, il dramma di Kira Kovalenko “Unclenching Fists” ha vinto il primo premio nella sezione “Un Certain Regard” a Cannes, “Petrov’s flu” di Kirill Serebrennikov è stato in concorso per la Palma d'oro e “Scompartimento n.6” del regista finlandese Juho Kuosmannen, coprodotto con la Russia, ha vinto il primo premio a Cannes e il Gran Premio della giuria del festival.
Quest'anno Cannes ha cambiato le regole di selezione dei film russi: come annunciato ufficialmente, le pellicole prodotte con fondi del bilancio statale non verranno prese in considerazione. In totale, erano tre i film che avrebbero potuto essere proiettati al festival cinematografico: oltre a “Tchaikovsky's Wife”, avrebbe potuto entrare in gara il fantasy di guerra “Skazka” (Fiaba) di Aleksandr Sokurov, escluso dalla competizione, e fino a poco tempo fa i selezionatori del programma parallelo del festival “Quinzaine des Réalisateurs” prevedevano di includere il film dell’allieva di Sokurov, Malika Musaeva, “A Bird Looking for a Cage”, realizzato in lingua cecena.
Pjotr Tchaikovskij e sua moglie Antonina Miljukova
Dominio pubblicoL’omosessualità di Pjotr Tchaikovsky è nota da tempo. Ma, in Russia, ostentare questo fatto è sempre stato un tabù. Kirill Serebrennikov ha deciso di rompere questo tabù e ritrarre senza ambiguità le preferenze sessuali del grande compositore. Ed è proprio questo il tema centrale del film.
Sorprendentemente nel corso della storia non sono stati dedicati molti film a Tchaikovsky, uno dei pilastri della musica mondiale. Esiste una pellicola sovietica, tutt’altro che brutta ma piuttosto leggera, realizzata nel 1970 da Igor Talankin: un film praticamente sconosciuto non solo agli spettatori stranieri, ma anche al pubblico russo.
Da non dimenticare, poi, il film “The Music Lovers” (1971), diretto dal regista britannico Ken Russell, ispirato alla vita del compositore. Ma in questo caso Serebrennikov va ben oltre: a giudicare dal materiale pubblicato in anteprima, ha realizzato un ritratto intimo e sincero del maestro, basato unicamente su fatti documentati.
Il regista Kirill Serebrennikov
Moskva AgencySerebrennikov è noto in Russia per essere un artista all’avanguardia, sia nel campo teatrale, sia cinematografico. E in questo senso, “Tchaikovsky's Wife” è un esempio della quintessenza del suo lavoro. Nel film, è come se il teatro progressivo di Berlino incontrasse le pellicole di Derek Jarmen.
Il film propone varie scene di nudo maschile e decadenza postmoderna. È probabilmente una delle opere più anticonformiste ed estetiche della cultura russa degli ultimi anni.
Una scena tratta dal film “Tchaikovsky's Wife”
Kirill Serebrennikov/Hype Film, 2022La poetessa Anna Akhmatova, nella sua ultima raccolta di poesie “La corsa del tempo”, pubblicata durante la sua vita (in italiano, edita da Giulio Einaudi Editore a cura di Michele Colucci, ndr), riflette sulle fonti di ispirazione che hanno dato origine alle grandi opere d'arte; e il film di Serebrennikov è un adattamento di questi versi: il regista si chiede cosa c'è nel cuore del genio di Tchaikovsky e arriva alla conclusione che c’è letteralmente di tutto: un matrimonio fallito, orge sessuali e tragedie personali. Per il grande artista, qualsiasi esperienza forte, sia essa mentale o corporea, serve come scintilla per accendere la fiamma della grande arte. Il consumatore finale vede solo la punta di questo iceberg, ma Serebrennikov ne svela la parte più nascosta.
L'attrice Aljona Mikhailova nel ruolo di Antonina
Kirill Serebrennikov/Hype Film, 2022La parte della moglie di Tchaikovsky, Antonina Miljukova, è interpretata da Aljona Mikhailova, un’attrice diventata molto popolare in Russia negli ultimi anni ma che non aveva ancora ottenuto ruoli importanti nel cinema d'autore. Il film mostra un'attrice versatile e coraggiosa, sicura di sé anche nelle scene più scomode.
Il personaggio di Tchaikovsky è invece stato interpretato da Odin Byron, un attore americano che ha vissuto a lungo a Mosca e questo film rappresenta per lui una grande opportunità per farsi un nome anche sulla scena internazionale e riavviare la sua carriera.
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