“Vi racconto come ho girato il primo film nello spazio in assenza di gravità”

Sergej Savostyanov/Sputnik
Parla il regista russo Klim Shipenko, tornato sulla Terra insieme all’attrice Julia Peresild dopo dodici giorni trascorsi in orbita per girare “The Challenge”

Klim Shipenko ha trascorso 12 giorni a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per le riprese di “The Challenge”, il primo film della storia girato nello spazio. Insieme a Julia Peresild, sono stati la prima attrice e il primo regista al mondo a volare nell'orbita terrestre. L'equipaggio è tornato sulla Terra il 17 ottobre 2021.

Shipenko, che in passato aveva girato una storia drammatica spaziale sulla missione sovietica del 1985 organizzata per salvare la stazione Saljut-7, ormai inservibile, ha raccontato questa nuova esperienza al canale televisivo RT. Ecco le sue dichiarazioni più interessanti. 

La vita nello spazio 

“Ci sono alcuni aspetti della vita lassù a cui ho dovuto abituarmi e che non avevo mai fatto: lavarsi, mangiare o andare in bagno. Lì è molto scomodo. Una persona può abituarsi praticamente a tutto, ma è difficile abituarsi a queste cose”.

Il momento che più lo ha colpito 

“È stato il primo giorno, quando siamo arrivati. È stato travolgente, eravamo un po' scioccati dopo il decollo e l'attracco, e molto esausti; insomma, avevamo un mix di queste emozioni. Ricordo che Julia ed io abbiamo visitato la stazione “volando”, abbiamo fatto un giro di tutta la ISS, compresa la sezione americana. Alla fine di quel tour, siamo entrati nella cupola e ci siamo congelati lassù, smettendo di volare, semplicemente ipnotizzati. Credo che quello sia stato il primo momento in cui abbiamo capito “Oh mio Dio, siamo nello spazio, siamo finalmente qui”.

Come filmare tutto da soli 

“Stavamo girando un film live-action artistico. Puntavo a questo, non solo ad accendere tutte le luci e dire “Ciak!”. Ho cercato di creare un'atmosfera cinematografica senza avere le mie ombre sull'attrice. Fondamentalmente, stavo cercando di far sembrare Julia carina, e di enfatizzare questo perché è una bella donna”.

“È stato difficile; mi sono dovuto occupare anche di ingegneria del suono, meccanica della macchina da presa, facendo il backup del materiale, mandandolo sulla Terra per farlo controllare al mio montatore, e mandandolo al colorista per essere sicuro che stessi facendo bene tutti gli aspetti tecnici e che non fosse troppo scuro né troppo luminoso. Non lo dico perché sono un eroe, sapevo che sarebbe stato così. Mi sono preparato e allenato per questo”. 

La vita con i cosmonauti 

“Erano bravi. Quando volavo in giro con la telecamera, uno di loro mi proteggeva per evitare di sbattere la testa su una lampada o qualcosa del genere. Questo è un problema perché, quando guardi nell’obiettivo, vedi solo l’obiettivo e non dove stai volando”.

La magia dello spazio 

“La luce... a volte abbiamo dovuto aspettare quella giusta. Ogni 40 minuti si passa dal buio alla luce, e viceversa. Queste transizioni sono davvero magiche. Non è solo come un tramonto... è qualcosa di difficile da immaginare. Il sole inizia a cambiare... come le luci dell'arcobaleno. Avevamo una scena in cui Julia è seduta e parla con la Terra. Il sole cambiava in così tanti modi che creava una luce magica nello spazio”.

Il tempo in orbita

“Non ho avuto tempo per molte telefonate. Come avrete notato, quando sono atterrato avevo la barba. Prima non ce l'avevo. Lì non ho avuto davvero il tempo di radermi. Ci vuole cinque volte più tempo. Mi sono detto: “Beh, ho davvero bisogno di radermi, o forse posso iniziare a girare prima? Il processo richiede più tempo che sulla Terra. Quindi non ho tempo da perdere”.    

I vantaggi delle riprese nello spazio 

“Ho passato molto tempo a imitare la gravità zero, quindi conosco i limiti di quello che si può fare... Lassù, quello che ho cercato di imitare per mesi si è rivelato molto diverso”.

“Qui, sarebbe davvero insolito se una persona stesse in piedi sul muro o sul soffitto. Ma lì, è molto naturale! Alcune scene le ho girate in un modo che sulla Terra non avrei mai immaginato!”. 

Il lancio

“È stato un incredibile giro sulle montagne russe! Abbiamo sperimentato solo 2,5 G di forza [durante il decollo] credo, quindi non è stato affatto male. L'atterraggio è stato di 4-4,5 G, ma eravamo addestrati per 8. Quando il paracadute si è aperto ho pensato che la capsula stesse andando a 360 prima dell'atterraggio. È stata una corsa selvaggia, ma ho pensato che sarebbe stata 10 volte più selvaggia". 

Il pioniere 

“Sono molto competitivo, faccio sport ed è sempre bello essere il primo. Non mi sembra di aver chiuso questo argomento. Penso che sia solo l’inizio e la gente guarderà quello che ho girato lì e penserà ‘Bene, ora abbiamo capito cosa possiamo fare lì’. Credo che i registi sarebbero interessati a girare sulla ISS e io condividerò la mia esperienza. Sarebbe molto più facile per il secondo regista dopo questa nostra esperienza”.

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