“Il tempo mi assottiglia come una moneta, e a me stesso più non basto ormai…”, scriveva il poeta Osip Mandelshtam nei versi finali del componimento “Chi trova un ferro di cavallo”, edito nel 1923, anno in cui è stata scattata questa foto
Osip Mandelshtam ritratto da un fotografo della rivista Ogonek. Mosca, 1923
MAMM/MDF/russiainphoto.ruMandelshtam (1891-1938) è secondo molti il più grande poeta russo del Novecento. Critico nei confronti del regime sovietico, subì il confino, il carcere e la deportazione. Morì sulla strada verso il campo di lavoro forzato di Kolyma
Il poeta Benedikt Livshits viene accompagnato all’esercito. Da sinistra: Osip Mandelshtam, Kornej Chukovskij, Benedikt Livshits, Yurij Annenkov, agosto 1914
Karl Bulla, Museo statale di Anna Akhmatova/russiainphoto.ruIl 1° maggio 1919 Mandelshtam conosce la pittrice Nadezhda Khazina, sua futura moglie. Si sposeranno nel 1922 a Kiev, e da allora lei resterà al suo fianco - nelle peripezie della vita e nella tragedia - quasi senza interruzioni. Anni dopo, la poetessa Anna Akhmatova, amica stretta di Osip, scriverà: “Osip amava Nadja in modo incredibile, inverosimile… Non permetteva a Nadja di allontanarsi da lui neanche di un passo; non le dava la possibilità di avere un lavoro; era follemente geloso; le chiedeva consigli su ogni parola dei suoi versi”
Nadezhda Mandelshtam, 1923
Dominio pubblicoNato a Varsavia da una famiglia ebraica benestante, Mandelshtam trascorre la primissima infanzia a Pavlovsk, vicino a San Pietroburgo, dove i suoi genitori si trasferiscono nel 1892; cinque anni dopo, la famiglia si sposta nel quartiere Kolomna della città del nord. Nel 1907, ormai grande e dopo aver concluso gli studi all’Istituto “Tenishev” di San Pietroburgo, Mandelshtam si reca a Parigi, dove per un breve periodo frequenta la facoltà di lettere. Lì conosce il poeta Nikolaj Gumilev. Nel 1911 aderisce alla "Gilda dei poeti" fondata proprio da Gumilev: intorno a questo gruppo si svilupperà poi il movimento letterario dell'Acmeismo, nato come reazione al Simbolismo
Osip Mandelshtam, 1919
Dominio pubblicoUna lettera inviata da Nadezhda a Osip Mandelshtam, 13 ottobre 1919
Dominio pubblicoUna lettera di Osip Mandelshtam a Nadezhda, 5 dicembre 1919
Dominio pubblicoNel 1933, al culmine del culto della personalità di Stalin, Mandelshtam scrive una poesia, “Viviamo senza più fiutare sotto di noi il paese”, che contiene una critica inimmaginabile al potentissimo leader sovietico, che viene definito “il montanaro del Cremlino”. Le reazioni non si faranno attendere: viene arrestato pochi mesi dopo dall’NKVD
Mandelshtam dopo l’arresto, 17 maggio 1934
Archivio centrale dell’FSBSorprendentemente, Mandelshtam schiva la condanna ai lavori forzati e viene mandato al confino sugli Urali insieme alla moglie
Osip Mandelshtam, 1936 - 1938
Autore sconosciuto/russiainphoto.ruAleksandr Mandelshtam, Mariya Petrovykh, Emilij Mandelshtam, Nadezhda Mandelshtam, Osip Mandelshtam, Anna Akhmatova. Mosca, vicolo Naschokinskij, 1934
Dominio pubblicoOsip Mandelshtam, disegno di V. A. Milashevskij, 1932
Dominio pubblicoViene arrestato una seconda volta nel 1938; l’unico interrogatorio di cui esista un verbale si svolge il 17 maggio, e pochi giorni dopo la sua casa viene perquisita. Fortunatamente la moglie Nadezhda fece in tempo a nascondere tutte le poesie inedite del marito. La condanna, però, è inevitabile, e arriva in una calda giornata d’estate: l’8 agosto gli viene comunicata la deportazione per “attività controrivoluzionaria”. Lo attendono i lavori forzati in Siberia
Osip e Nadezhda Mandelshtam con Nataliya Shtempel e Marina Yartseva. Voronezh, 1937
Dominio pubblicoNell’ottobre del 1938, dopo quasi un mese di viaggio, viene internato in un campo di transito vicino a Vladivostok, sulla strada verso il gulag di Kolyma. Da lì, attraverso, una lettera, Mandelshtam informa la famiglia delle sue terribili condizioni di salute. “Sono ridotto allo stremo - scrive -, quasi irriconoscibile”. Osip Mandelshtam muore il 27 dicembre dello stesso anno e il suo corpo viene sepolto in una fossa comune
Osip Mandelshtam. URSS, maggio 1938
Foto del caso investigativo dell’NKVDDurante la sua intensa produzione letteraria, Mandelshtam si appasiona anche di Dante e della “Divina Commedia” (studierà l’italiano per poterla leggere in lingua originale). Dai suoi studi nascerà la “Conversazione su Dante”, che egli detta alla moglie durante un soggiorno in Crimea e che verrà pubblicata solo nel 1967
La copertina del libro di Osip Mandelshtam “Discorso su Dante”, 1967
Dominio pubblicoInaugurazione del monumento a Osip e Nadezhda Mandelshtam (la Statua dell’Amore) nel cortile dell’Università statale di San Pietroburgo
Aleksej Danichev / SputnikTarga in memoria di Osip Mandelshtam affissa sulla parete dell’Istituto di Letteratura “Gorkij” in Tverskoj Bulvar a Mosca nel 1991 per il centesimo anniversario della nascita del poeta. Sulla targa, realizzata dallo scultore Dmitrij Shakhovskij, si legge: Il poeta Osip Mandelshtam visse in questa casa nel 1922-1923 e nel 1932-1933
Osip Mandelshtam nella riproduzione del disegno dell’artista M. Minaev per la mostra “In memoria delle vittime dello stalinismo”
Anna Akhmatova, Nadezhda Mandelshtam, Lyubov Stenich-Bolshinktsova, Emma Gershtejn. Compleanno di Anna Akhmatova, 23 giugno 1965 circa
La prima dello spettacolo su Mandelshtam portato in scena al teatro Viktyuk
Elena Pasternak, Nadezhda Yakovlevna, Evgenij Borisovich Pasternak, Liza Pasternak. Peredelkino, 1969
M. A. Baltsvinnik/Dominio pubblicoAnna Rudnik (a destra), curatrice di una mostra su Mandelshtam allestita a Mosca per il 125° anniversario della nascita del poeta, con i visitatori dell’esposizione
Aleksej Filippov/Sputnik /SputnikNadezhda Mandelshtam, 1970
Eduard GladkovRussia Beyond celebra il 130° anniversario della nascita di Osip Mandelshtam con una conferenza online organizzata dall’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma, in collaborazione con il nostro giornale e con il patrocinio del centro russo "Russkij Mir", per ripercorrere la vita e le opere del grande poeta. Appuntamento il 5 febbraio alle 18 (ora italiana) in diretta Facebook, Twitter e YouTube. Per maggiori informazioni, cliccate qui
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