1 / “La chiavetta d’oro o Le avventure di Buratino”, Aleksej Tolstoj
Sono trascorsi più di ottant’anni dalla pubblicazione di “Zolotój kljùchik, ili Prikljuchénija Buratìno” (“Золотой ключик, или Приключения Буратино”; ossia: “La chiavetta d’oro o Le avventure di Buratino”), la versione sovietica del Pinocchio di Carlo Collodi. A scriverla fu Aleksej Tolstoj (1883-1945) nel 1936, in piena era staliniana, eppure il libro rimane ancora oggi uno dei più amati dai bambini russi.
In Italia il libro arrivò (edito da Stampa alternativa, nella traduzione di Luigi Garzone) nel 1981. Uscì con il titolo “Il compagno Pinocchio: la piccola chiave d’oro o le avventure di Burattino”. È stato ristampato nel 1984 e nel 1992, ma è ormai fuori catalogo.
Ma se in Italia è una rarità da cercare in biblioteca o sul mercato antiquario, dal 1936 al crollo dell’Urss il libro venne invece ristampato in Unione Sovietica ben 180 volte. È stato tradotto in 47 lingue e ha venduto quasi 15 milioni di copie. Dei fan sfegatati hanno confessato a Russia Beyond di averlo letto almeno 15 volte!
“L’ho letto per la prima volta quando avevo sei anni”, racconta Alina, 36 anni. “Ricordo perfettamente i personaggi. Pierrot, il più triste di tutti, era il mio preferito. Ogni notte, aspettavo disperatamente che mia madre tornasse dal lavoro per leggermi il capitolo successivo. E la passione non è finita con me! Anche il mio figlio più piccolo, Sasha, cresciuto negli Stati Uniti, è molto affezionato a Buratino”.
Aleksej Tolstoj era stato il traduttore in russo dell’opera di Collodi, e decise poi, alcuni anni dopo, di scrivere una versione tutta sua della storia di Pinocchio.
La sua versione della fiaba differisce sotto molti aspetti dall’originale italiano del 1881-83: “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”. Come spesso accade, il diavolo è nei dettagli. Ad esempio, il naso di Pinocchio si allunga ogni volta che mente, mentre Buratino è nato con il naso lungo ma non dice bugie!
Inoltre, nel capolavoro di Tolstoj non sembra esserci alcun moralismo (mentre “Pinocchio” è pieno di sentenziosità e giudizi morali). Tolstoj, al contrario, voleva che i suoi giovani lettori ridacchiassero e prendessero coraggio. Nel suo romanzo, il ragazzo di legno Buratino guida una rivolta contro il malvagio padrone del teatro delle marionette Karabas-Barabas, con il sostegno dei suoi compagni burattini Malvin, Pierrot e Arlecchino. Divertente, ricco di azione e pieno di fantastici scherzi, è un’ottima lettura per i bambini tra i 5 e i 12 anni.
LEGGI ANCHE: Dieci cartoni animati che sono il doppio sovietico delle versioni occidentali
2 / “Le calosce e il gelato”, Mikhail Zoshchenko
Mikhaìl Zóshchenko (1894-1958) è un protagonista senza tempo del pantheon dei libri per bambini. Racconti come “Bàbushkin podàrok” (“Бабушкин подарок”, ossia “Il regalo della nonna”), “Jolka” (“Ёлка”, ossia “Albero di Natale”), “Nakhódka” (“Находка”, ossia “La scoperta”), “Zolotýe slovà” (“Золотые слова”; ossia “Parole d’oro”) sono famose storie autobiografiche che descrivono in dettaglio affascinanti avventure dell’autore da ragazzo, all’inizio del XX secolo. I racconti, scritti tra il 1937 e il 1945, hanno messo sotto la lente d’ingrandimento la saggezza dello scrittore, la generosità di spirito e il calore del suo cuore.
Sebbene la raccolta di racconti di Zoshchenko sia stata scritta principalmente per i bambini, anche i genitori possono imparare qualcosa da ogni episodio. In uno di questi racconti, “Galóshi i morózhenoe” (“Галоши и мороженое”, ossia “Le calosce e il gelato”), fratello e sorella, Minka e Lelja, hanno una gran voglia di gelato. Sono disposti a tutto pur di mettere insieme qualche copeca e comprarselo. E quando degli ospiti vengono a trovare i loro genitori, le due piccole pesti decidono di vendere due calosce spaiate (una da uomo e una da donna) a uno straccivendolo che incontrano per strada. I bambini pagheranno a caro prezzo la loro bravata, ma impareranno la lezione.
In traduzione italiana si trova molto poco della produzione letteraria di Zoshchenko, e i pochi titoli tradotti sono tutti da tempo fuori catalogo.
“Leggere Zoshchenko è una nostra lunga tradizione familiare”, dice Viktoria, 38 anni. “Mia madre ha letto per la prima volta i suoi racconti negli anni Sessanta, da bambina. Io ho letto un suo libro quando ero in seconda elementare e mio figlio è riuscito a batterci tutti: ha letto le prime storie a sei anni!”.
LEGGI ANCHE: Zoshchenko, quando la satira sfida le autorità: storia di uno scrittore che lottava con le parole
3 / “La favola del tempo perduto”, Evgenij Shvarts
Petja Zubov è costantemente alla ricerca di modi per ammazzare il tempo. Ovviamente ritarda sempre a scuola. Ma quando è troppo è troppo. Quattro maghi malvagi approfittano del “tempo perso” accumulato e diventano giovani sfruttando il tempo rubato ai ragazzini pigri come Petja. In un colpo solo, il ragazzo e molti dei suoi coetanei diventano vecchi e con i capelli grigi e persino i loro genitori e altri membri della famiglia non li riconoscono più. I bambini devono agire in modo rapido e deciso per tornare alla loro giovane età. E questa volta, il tempo corre veloce!
“Skazka o potérjannom vrémeni” (“Сказка о потерянном времени”, ossia “La favola del tempo perduto”), scritto con uno stile brillante nel 1940, come pièce per il teatro delle marionette, può riportare bambini e adulti in luoghi, situazioni e tempi dimenticati, ma ancora importanti per ognuno di noi. Evgenij Shvarts (1896-1958, a volte in italiano traslitterato come Schwarz), inimitabile drammaturgo sovietico, ha scritto un’opera dal ritmo serrato con un messaggio forte: non importa quanto siamo giovani, abbiamo solo oggi e dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
In italiano non si trova praticamente niente tradotto di questo autore, a parte vecchie edizioni di due suoi lavori teatrali “Il Drago” e “Il re nudo”.
“Sorprendentemente, questa storia mi lasciò la speranza che le persone potessero risolvere problemi apparentemente inaffrontabili, trovando i modi giusti per gestire situazioni difficili. Non ero una ragazzina pigra, ma mi sentivo come se fossi parte del libro. Ricordo che fui così entusiasta di scoprire che la storia aveva un lieto fine”, dice Katja, 41 anni.
4 / “Il fiore dai sette colori”, Valentin Kataev
Questo romanzo breve (“Цветик-семицветик”; “Tsvetik-semitsvetik”; ossia “Il fiore dai sette colori”) di Valentin Katàev (1897-1986), scritto nel 1940, è stato una lettura amata prima di addormentarsi da innumerevoli generazioni di bambini sovietici (e post-sovietici). È una storia toccante, incastonata in un’avventura emozionante.
La spensierata Zhenja incontra una donna anziana che le regala un fantastico fiore a sette petali. La bambina può realizzare i suoi desideri, strappando un petalo. La sua immaginazione si scatena e chiede al fiore di regalarle “tutti i giocattoli che esistono al mondo”. In un istante, letteralmente centinaia di migliaia di bambole scendono per le strade della città e Zhenja, spaventata e sopraffatta, è costretta a revocare il suo desiderio.
Presto inizia a capire il vero valore della gioia e della felicità. Quando rimane un solo petalo, la ragazza incontra un ragazzino, più o meno della sua età, con cui vuole giocare. Ma Vitja ha una gamba storpia e non è in grado di correre. Ma il fiore dai sette colori può aggiustare le cose…
“Ho letto questo libro probabilmente una cinquantina di volte”, ricorda Lena, 40 anni. “Ero così innamorata del ragazzo storpio! Era così triste e silenzioso prima di incontrare Zhenja. E mia figlia di 5 anni è ossessionata da questo romanzo breve. Lo sa a memoria!”.
Nel 1980 era stato stampato in italiano dalle edizioni Progress di Mosca con il titolo “Il fiorellino magico”, ma è di difficilissima reperibilità persino in biblioteca.
5 / “Il coccodrillo Gena e i suoi amici”, Eduard Uspenskij
Eduard Uspenskij (1937-2018) è stato uno dei principali narratori russi degli ultimi cinquant’anni. Non c’è da stupirsi che i suoi libri facciano subito venire la nostalgia dell’infanzia sovietica. Il creatore dei personaggi simbolo dei libri per bambini, Cheburashka e il Coccodrillo Gena, ha scritto decine di libri divertentissimi con personaggi straordinari. Scrittore e poeta prolifico, Uspenskij ha utilizzato tutti gli ingredienti per creare i suoi racconti, mantenendo la trama volutamente semplice e facile da seguire. Nel 1966 uscì “Krokodìl Gena i egò druzjà” (“Крокодил Гена и его друзья”; ossia “Il coccodrillo Gena e i suoi amici). Non è tradotto in italiano.
Il coccodrillo Gena, ad esempio, non è un tipico coccodrillo. L’elegante creatura indossa una giacca rossa, una camicia bianca, un papillon nero e un cappello elegante. Fuma la pipa, suona la fisarmonica e lavora allo zoo.
I bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni trovano molto di cui ridere nei libri di Uspenskij, pieni di ironia e positività. Circa 60 cartoni animati si sono basati su racconti e sceneggiature scritti da Uspenskij, tra cui “Djadja Fjodor, pjos i kot” (“Дядя Фёдор, пёс и кот”; ossia “Zio Fjodor, cane e gatto”).
“Il coccodrillo Gena mi ha colpito in quanto è sia come molto amichevole che insolito”, ammette Filipp, 6 anni. “Ho subito chiesto a mia madre di portarmi allo zoo di Mosca per vedere se tutti i coccodrilli sono come Gena”.
LEGGI ANCHE: Cheburashka: 10 fatti divertenti sul personaggio simbolo dalle grandi orecchie
6 / “I racconti di Denis”, Viktor Dragunskij
Tra i fan dei libri per bambini, ci sono migliaia di appassionati ammiratori di Denìs Korabljóv, il protagonista dei racconti per l’infanzia di Viktor Dragunskij (1913-1972) del ciclo “Deniskiny rasskazy” (“Денискины рассказы”; “I racconti di Denis”). Denis è solo un normale scolaro, che vive con i suoi genitori a Mosca. E la sua vita, ambientata a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è piena di avventure divertenti. Ogni giorno c’è qualche svolta inaspettata.
Per molti versi, Viktor Dragunskij era come sono i più grandi scrittori di libri per bambini: un papà qualunque il cui dovere morale è promuovere saggezza, amicizia e compassione. Il personaggio al centro dei suoi racconti brevi prese il nome dal figlio dello scrittore, Denis (nato nel 1950; è oggi un giornalista piuttosto noto in Russia). Sono passati molti anni dall’uscita del libro, ma è ancora un piacere leggerlo! Divertente, senza pretese e curioso. Non impeccabile, ma reale. In italiano non è tradotto.
In una delle storie più famose, “Tajnoe stanovitsja javnym” (“Тайное становится явным”; “Il segreto diventa evidente”), Denis tenta di imbrogliare sua madre gettando fuori dalla finestra una ciotola di di semolino (“mannaja kasha”) che doveva mangiare a colazione, per finire più velocemente e andare con lei al museo del Cremlino di Mosca. Denis si sforza di essere un bravo ragazzo. Fa del suo meglio per convincersi che gli piace il semolino (in realtà, lo odia!). Comincia a sperimentare, aggiungendo più zucchero, sale, acqua, cren, ma non va tutto per il meglio, ovviamente. È allora che il ragazzo si arrende e, sull’impulso del momento, getta quell’impiastro freddo e appiccicoso fuori dalla finestra. Ma per sua sfortuna il semolino finisce proprio sul cappello e sul vestito di un passante… Tutto è piuttosto divertente finché la madre di Denis non lo scopre…
“I racconti di Dragunskij sono davvero spassosi. Ho iniziato a leggerli quando avevo cinque anni. Torno ancora ai miei episodi preferiti di tanto in tanto. E indovinate un po’, anche il nome di mio padre è Denis!”, si vanta Andrej, 9 anni.
7 / “I tre grassoni”, Jurij Olesha
Uno dei grandi scrittori di tutti i tempi, Jurij Olesha (1899-1960) scrisse il suo capolavoro quasi 100 anni fa, nel 1924. Sebbene la fiaba sia tecnicamente rivolta ai bambini, senza dubbio “I tre grassoni” (in russo: “Три Толстяка”; “Tri Tolstjakà”) solleticherà anche i lettori adulti, indipendentemente dalla loro età e nazionalità. In italiano l’edizione più recente è quella di Salani del 1996 (fuori catalogo).
La storia è ambientata in uno sconosciuto Paese immaginario governato da un trio di uomini grassi e avidi. Hanno un erede, un ragazzo dolce di nome Tutti. Al poverino non è permesso fare amicizia con nessun bambino, il suo unico compagno è una bambola di nome Suok. Ma la morale è che le cose cambieranno in meglio se sai aspettare. La leggenda vuole che Olesha stesse guardando fuori dalla finestra quando vide una ragazza di circa 13 anni. Stava leggendo le fiabe di Andersen. Olesha promise quindi a se stesso di scrivere la “migliore favola del mondo” e di dedicarla alla ragazza. Quella promessa dette vita al libro.
“L’ho letto quando avevo 10 anni”, dice Ljubov, ora trentanovenne. “Sebbene sia stato camuffato da fiaba, non è davvero un libro per bambini in senso stretto. È grottesco, e a volte spaventoso. Riguarda il diritto di difendersi. E parla di libertà e coraggio, amore, gentilezza e rivoluzione”
LEGGI ANCHE: Olesha fu il più grande nel descrivere la nuova realtà dell’Urss, dove però si sentiva un estraneo
8 / “Le avventure di Neznajka”, Nikolaj Nosov
Il protagonista del libro, Neznajka (“Non-so”; “Ignorantello”) è vestito con pantaloni giallo canarino, camicia arancione, cravatta verde e cappello blu (alcuni uomini moderni si vestono esattamente in questo modo…). È piuttosto pigro, eccessivamente sicuro di sé, non molto educato, e presuntuoso. Ma, per bilanciare le cose, è intelligente, divertente e arguto.
La trilogia di Nikolàj Nósov (1908-1976) descrive le avventure di Neznajka nella sua città, Tsvetochnyj gorod (“Città fiorita”), piena di minuscole creature, ognuna alta e fresca come un cetriolo. Il primo dei tre libri: “Prikljuchenija Neznajki i egò druzéj” (“Приключения Незнайки и его друзей”, ossia “Le avventure di Neznajka e dei suoi amici”) uscì nel 1954, ed è veloce e divertente. Espone i bambini e le bambine ad alcune nuove idee su un mondo in cui si vive con umorismo e verve. La fertile immaginazione di Nosov, condita dal suo ricco stile narrativo, ha appassionato diverse generazioni di bambini sovietici. Gli altri libri della trilogia uscirono nel 1958 e nel 1965. Si intitolano, rispettivamente, “Neznajka v Solnechnom gorode” (“Незнайка в Солнечном городе”, ossia “Neznajka nella Città del sole”) e “Neznajka na luné” (“Незнайка на Луне”, ossia “Neznajka sulla luna”). Nel 2014 è apparso in italiano per i tipi di Eurocromlibri-Zanotto Editore, in tre volumi, con il titolo di “Nonsai e le sue avventure”.
“Non so cosa ci sia di così speciale nel libro, ma da bambina lo leggevo volentieri e mi piaceva la sua natura avventurosa. Neznajka non era il mio eroe preferito, però, mi piacevano i personaggi secondari dai ‘nomi parlanti’. Erano fantastici e davvero divertenti”, dice Aleksandra, 39 anni.
LEGGI ANCHE: Quali invenzioni degli scrittori di fantascienza sovietici sono diventate realtà?
9 / “Il mago della Città di smeraldo”, di Aleksandr Volkov
Si tratta di un adattamento russo de “Il meraviglioso paese di Oz” dello statunitense L. Frank Baum. Aleksàndr Vólkov (1891-1977), scrittore di grande cultura, con una conoscenza quasi enciclopedica della scienza e della storia, si imbatté per caso nel lavoro di Baum e decise di tradurre il romanzo in russo per perfezionare le sue abilità di lingua inglese.
Tuttavia, più lavorava alla traduzione, più la sua immaginazione si scatenava, dipingendo nuove scene surreali e avventure emozionanti. Alla fine, Volkov divenne autore di un’avventura a sé stante, estremamente emozionante e ricca di azione.
In Urss, “Volshébnik Izumrùdnogo góroda” (“Волшебник Изумрудного города”, ossia “Il mago della Città di smeraldo”) vide la luce nel 1939. Venne poi tradotto in 13 lingue (ma non in italiano) e ha avuto 46 ristampe in Russia.
“Il mago della Città di Smeraldo” ruota attorno a Ellie (una ragazzina del Kansas) e al suo cane Totoshka. I due si ritrovano nel mezzo del “Paese Magico” (“Volshebnaja stranà”) perché un tornado, scatenato da una strega malvagia, ha trasportato il loro carro attraverso il deserto e le montagne. Per tornare a casa, la ragazza deve aiutare tre personaggi a realizzare i loro desideri. Ellie incontra Strashìla (lo spaventapasseri vivente, il cui sogno più grande è avere un cervello); Zheleznyj Drovosek (il Boscaiolo di ferro, che vuole avere un cuore) e Truslivyj Lev (il Leone codardo, che non ha il coraggio di diventare il re di tutte le bestie). In quattro si dirigono verso la Città di Smeraldo per raggiungere il potente mago Gudvin, grande e terribile…
“È stato il primo libro che mi ha fatto conoscere il genere fantasy”, ricorda Bogdan, 10 anni. “L’ho letto tutto d’un fiato quando avevo sette anni.”
Chi sono i dieci scrittori per ragazzi più popolari di Russia?