Audioguide, biciclette in affitto e moda street-style
Lo scrittore per bambini sovietico Nikolaj Nosov (1908-1976), nel suo libro del 1958 “Neznaika nella Città del Sole”, raccontò la storia di Neznaika: un personaggio da fiaba, un fanciullo dai tratti bambineschi tratto da un racconto popolare di fantasia. Il nome stesso Neznaika rifletteva la sua personalità: in italiano potrebbe essere tradotto con “Non-lo-so”; un “Ignorantello”, insomma. Nel libro, che è uno dei grandi classici per l’infanzia russi, Neznaika e i suoi amici si recano fino alla Città del Sole, dove incontrano un mondo di città straordinariamente sviluppate e tecnologie inimmaginabili.
Nosov descrive la Città del Sole come un ambiente cittadino stracolmo di comodità contemporanee come gli aspirapolveri automatici, o punti di noleggio di biciclette, audioguide, strumenti per la navigazione e per le comunicazioni video (proprio come Skype e Facetime). I trasporti pubblici della Città del Sole erano decorati – così viene scritto – con pitture, cioè quello che i moscoviti possono, ogni tanto, vedere sui treni della metropolitana di Mosca.
Un’altra cosa interessante che Nosov sembra aver anticipato è l’abbigliamento street-style. I pantaloni di Neznaika sono giallo canarino, la camicia è arancione, la cravatta verde e il cappello azzurro: un look che non lascia freddi gli abitanti della città, al punto da spingerli a scattare delle foto che poi inviano ai loro stilisti.
Zorb, distributori automatici e trampoli saltellanti (jumping stilt)
Un altro scrittore per bambini, Kir Bulychev (1934 – 2003), pseudonimo di Igor Mozheiko, ha anticipato invece i trampoli jumping stilt [che servono a saltare con le molle], molto prima che venissero inventati. Nel suo libro del 1977, “Tra cento anni”, raccontò la storia di un ragazzo qualsiasi che viaggia nel futuro, fino al 2082. Lì può vedere oggetti incredibili come i distributori automatici (con gelati, bibite e snack), trampoli saltellanti e perfino e-reader (che a Mosca sono arrivati solo nel 2008). Nel romanzo, Bulychev descrisse anche il modello principale di trasporto del futuro: delle sfere, usate dalla gente per spostarsi da un punto all’altro. Una cosa molto simile allo zorb (le bolle) ma che, probabilmente, provocavano meno stordimento.
Trapianti
Lo scrittore di fantascienza sovietico Aleksandr Beljaev (1884 – 1942) è spesso considerato il “Jules Verne della Russia”. Nel suo romanzo “La testa del professor Dowell”, del 1925, considerò la possibilità della resurrezione fisica dalla morte, operazioni di trapianto e chirurgia refrattiva (quella usata, per esempio, per la correzione della miopia). Al momento, la resurrezione sembra ancora impossibile, ma si sono registrati parecchi casi di medici che hanno riportato alla coscienza pazienti che avevano superato la soglia della morte clinica. Per i trapianti, da tempo i chirurghi moderni li utilizzano e sono anche in grado di ricucire dita tagliate e di fare operazioni agli occhi.
Beljaev era anche molto amico degli scienziati aerospaziali della Russia sovietica e dei pionieri della teoria astronautica, come Konstantin Tsiolkovskij. Nel suo libro del 1936 “La stella di KET” (in cui KET altro non sono che le iniziali di Konstantin Eduardovich Tsiolkovskij), Beljaev immagina avventure nello spazio con tanto di descrizioni di stazioni in orbita, passeggiate nel vuoto, satelliti e viaggi fino alla Luna.
Armi al laser e viaggi su Marte
Lo scrittore sovietico Aleksej Tolstoj (1883-1945) scrisse opere di generi vari, ma si specializzò poi nella fantascienza. “L’iperboloide dell’ingegnere Garin”, del 1926, racconta la storia di un ingegnere, creatore di uno strumento in grado di emettere un raggio di calore di immensa forza distruttiva. I suoi fan sono convinti che, in questo modo, Tolstoj fu in grado di prevedere lo sviluppo delle armi al laser.
In un altro libro, precedente a quello, e intitolato “Aelita”, del 1923 (che poi ispirò il film omonimo), Tolstoj anticipò la possibilità futura dei viaggi nello spazio, in particolare su Marte. Utilizzò come base i lavori di Tsiolkovskj e inventò la storia di un ingegnere sovietico che, creando un razzo, riusciva a guidare una spedizione su un altro pianeta.
Cuffiette, chiamate video e internet
I fratelli Arkadij (1925-1991) e Boris Strugatskij (1933-2012), vere e proprie leggende della letteratura fantascientifica sovietica, sembra che siano stati i primi a immaginare, nel loro romanzo “L’ultima cerchia del Paradiso”, del 1965, le cuffiette collegate al bluetooth e il paintball. Inventarono anche un tipo di realtà virtuale, una libreria mondiale che alcuni vedono come il prototipo di Wikipedia, ma che lo stesso Boris preferiva interpretare come, invece, una prima versione di internet.
Nel libro “Lo scarabeo nel formicaio”, del 1980, descrissero invece un modello di videotelefono che permette a chi chiama di vedere le persone con cui parlano. E quindi si tratta dell’iPhone!
Vi piace la fantascienza? Allora non potete perdervi questi film di autori e registi russi e sovietici che hanno ispirato “Guerre stellari”. Qui invece potete leggere cosa, di quanto immaginato nelle pellicole fantascientifiche sovietiche e americane, sia diventato realtà.
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