1 / Per conoscere il principale pittore di icone russo, Andrej Rubljóv
Per molti secoli la principale forma di arte russa è stata la pittura di icone. Tuttavia, dipingere icone non era cosa da tutti: ci volevano molti anni di studio e bisognava rispettare dei severissimi canoni. Andrej Rubljóv (spesso traslitterato Rublev o Rublёv; 1360(?)-1430) è il più famoso pittore di icone russo e la sua “Trinità” è una delle icone più famose e venerate in Russia e uno dei simboli della Galleria Tretjakov.
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Studiando gli annali, gli storici hanno rintracciato anche altre opere significative di Rubljov. Si tratta di opere presenti nei principali luoghi sacri dell’Antica Rus’: affreschi della Cattedrale dell’Annunciazione nel Cremlino di Mosca, nella Cattedrale della Dormizione di Vladimir e nella chiesa principale del Monastero della Trinità di San Sergio a Sérgiev Posàd. A Rubljov sono poi attribuiti un gran numero di icone e affreschi, ma gli scienziati non sono concordi sulla paternità di maggior parte di essi.
È stato possibile stabilire che l’ultimo lavoro di Rubljov sia l’affresco della Cattedrale del Salvatore nel Monastero del Salvatore e di Andronico di Mosca. Il pittore di icone qui ha preso i voti monastici ed è stato sepolto. La sua tomba è andata perduta, ma si ritiene che sia sotto i pavimenti della Cattedrale del Salvatore.
Frammenti di quegli affreschi unici sono sopravvissuti fino a oggi. E il nome di Rubljov è così significativo per la Russia che in occasione del 600° anniversario della nascita del pittore di icone, nel bel mezzo del periodo antireligioso sovietico, quando chiese e monasteri erano chiusi e utilizzati per necessità ben più profane, spesso come depositi o magazzini, fu deciso di restaurare il monastero. Qui è stato anche eretto un monumento al pittore di icone e in suo onore è stato aperto un museo.
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2 / Per visitare un monastero del XIV secolo nel centro di Mosca
Il monastero del Salvatore e di Andronico (in russo: Spaso-Andrónikov Monastýr) è uno dei più antichi di Mosca. Fu fondato nel 1357 e prese il nome dal primo abate, Andronico, discepolo del leggendario Sergio di Radonezh, fondatore del Monastero della Trinità di San Sergio e veneratissimo santo russo. E la Cattedrale del Salvatore del monastero, dipinta da Rubljov, è la più antica chiesa in pietra bianca conservatasi a Mosca.
Nel 1947, un gruppo di scienziati e restauratori sovietici ottenne il permesso di iniziare i lavori di restauro del monastero. Sul suo territorio a quel tempo c’erano appartamenti comuni per gli operai della vicina fabbrica “Serp i Molot” (“Falce e Martello”).
In 13 anni di lavoro fu possibile restaurare parzialmente il monastero e raccogliere una collezione di oggetti di antica arte russa. E nel 1960, in occasione del presunto 600° anniversario dalla nascita di Andrej Rubljov, fu qui inaugurato il “Museo di cultura e arte antica russa intitolato ad Andrej Rubljov”.
3 / Per ammirare una delle migliori collezioni di arte religiosa russa
I fondatori del museo, poco a poco, hanno raccolto oggetti sacri e icone da chiese abbandonate e chiuse durante l’era sovietica. Oggi il museo conta più di 20 mila pezzi in esposizione: la maggior parte sono icone, dalle più antiche risalenti al XII secolo alle più recenti icone del XX secolo. Alcuni degli elementi più significativi della collezione sono il “Signore Onnipotente” del XIII secolo e il “Salvatore non fatto da mani umane” del XIV secolo.
Inoltre, ci sono varie immagini della Vergine Odigitria, di San Nicola di Bari e di altri santi, e icone insolite che rappresentano le vite dei santi o scene del Nuovo Testamento.
Oltre alle icone, il museo contiene libri antichi, piastrelle di ceramica e altri esempi di arte decorativa e applicata russa, nonché una vasta collezione di rare sculture in legno.
Un intero piano del museo è occupato da affreschi di grandi dimensioni recuperati dalle chiese di tutta la Russia abbattute durante l’era sovietica.
4 / Per imparare a capire le icone russe
“La missione principale del museo è aiutare le persone a scoprire l’icona come una delle più grandi conquiste dell’arte nazionale e mondiale”, afferma il sito web del museo. Il suo scopo non è solo quello di mostrare icone e affreschi, ma anche di renderli popolari, perché, insieme alle avanguardie russe, la pittura di icone ha dato un contributo importante alla storia dell’arte mondiale. Inoltre, l’antica arte religiosa si è sviluppata in Russia per un tempo molto lungo, dal cosiddetto Battesimo della Rus’, ossia la conversione al cristianesimo, nel X secolo, fino alla fine del XVII secolo, quando salì al potere Pietro I, che impose una brusca svolta verso l’arte europea.
Il linguaggio delle icone è molto simbolico e strutturato, e con tecniche artistiche e semantiche, si può determinare il tempo approssimativo di realizzazione dell’opera, così come a quale scuola appartenga: se a quella di Mosca, di Novgorod, di Vladimir o di Pskov. I tratti caratteristici possono poi indicare un particolare pittore di icone o se il lavoro è stato svolto dai suoi allievi. Nel museo si può ripercorrere l’evoluzione delle icone russe, i loro aspetti figurativi e compositivi, le tecniche e colori.
5 / Per andare in un quartiere all’antica, non trasformato dal turismo di massa
Il valore storico e culturale del museo e del monastero è indiscutibile, ma vale anche la pena di fare una passeggiata intorno alle mura del monastero, e salire sull’argine del fiume Jauza, per ammirare un mondo completamente diverso; la parte industriale della città.
L’area in cui si trova il monastero è una delle più antiche di Mosca. Ci sono molti monumenti interessanti qui. La graziosa chiesa di San Sergio di Radonezh a Rogozhskaja Slobodà sorge nelle vicinanze. Dovreste assolutamente farvi una passeggiata lungo la pedonale ulitsa Shkolnaja (“via della scuola”), disseminata di palazzi a due piani del XIX secolo. Questo era il confine orientale della città e le carrozze facevano una sosta qui, lasciando Mosca in direzione di Vladimir.
Dopo il programma culturale, dovreste andare al vecchio mercato coperto Rogozhskij: il luogo non ha perso del tutto la sua destinazione d’uso ma si è trasformato in una food court alla moda, dove potrete gustare un ottimo plov uzbeko, oppure un ancora più esotico pho bo vietnamita.
Le icone ortodosse più sorprendenti: con un cane, con tre braccia e molto altro