1 / “Quando volano le cicogne” – Mikhail Kalatozov, 1957
Una giovane coppia si sta frequentando e i due passeggiano per Mosca, sono felici e progettano di sposarsi, ma all’improvviso scoppia la guerra… Sono costretti a dividersi: lei rimane a Mosca, mentre lui viene richiamato al fronte. Si perdono e soffrono. Si incontreranno mai più?
Questo è l’unico film sovietico ad aver vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes (nel 1946 aveva vinto “La grande svolta”, ma insieme ad altri dieci film, nell’ecumenico spirito post bellico di quella prima edizione del concorso). Si tratta di un dramma di guerra assolutamente straziante, del talentuoso regista Mikhail Kalatozov (1903-1973), noto anche per “La tenda rossa”, liberamente ispirato alle vicende della spedizione polare del dirigibile Italia comandata da Umberto Nobile
Il titolo originale in russo è “Letjat zhuravlì” (“Volano le gru”). Quello italiano fu ripreso dal francese “Quand passent les cigognes”. In francese infatti “grue” indica anche gergalmente la prostituta, e quindi si ritenne meglio cambiare specie.
2 / “Ironija sudby, ili S ljogkim parom!” – Eldar Rjazanov, 1975
Il titolo si traduce come “L’ironia del destino, oppure Buona sauna!” e questo film è un simbolo del Capodanno in Russia. La commedia è ritrasmessa in tv ogni 31 dicembre. Un scapolo di 37 anni vive ancora con sua madre. Come da tradizione, va alla banja con gli amici per l’ultimo dell’anno e bevono un po’ troppo. Così tanto che, per errore, lo mettono su un volo per Leningrado, mentre a partire doveva essere invece un altro dei membri della comitiva, e lui a Mosca era atteso dalla ragazza per trascorrere il Capodanno insieme…
Il film, per la tv, ebbe un enorme successo, e in prima visione fu visto da oltre 100 milioni di persone. Arrivò anche nelle sale in versione ridotta, superando i 7 milioni di biglietti venduti. La gente ama la recitazione geniale, l’umorismo irresistibile e le canzoni indimenticabili basate su poesie popolari. Inoltre, il film osa prendere in giro le tipiche città sovietiche dell’epoca con vie tutte identiche, fatte di condomini uguali con persino arredamento similissimo. Tanto che l’uomo si fa portare in taxi al suo indirizzo e tutto è così indistinguibile da dar vita a una divertentissima commedia degli equivoci.
3 / “Sluzhebnyj roman” – Eldar Rjazanov, 1977
Il titolo si traduce come “Una storia d’amore da ufficio”. Siamo di fronte a una commedia romantica e a un inno agli impiegati che vivono per il loro lavoro, con molti tratti che certo non piacerebbero alle femministe di oggi. Un solitario padre di due figli lavora come dirigente di basso rango in un’agenzia statistica. È un uomo debole e un po’ trasandato e può solo sognare che la sua vita migliori in qualche modo. Improvvisamente un vecchio amico gli suggerisce un piano astuto: dovrebbe flirtare con il loro capo, una donna, sciogliere il suo cuore e farsi promuovere. Ma come provarci con una donna di cui hai paura? E che per di più è una stacanovista assolutamente poco attraente? Beh, in fin dei conti un po’ di femminilità nascosta nel suo profondo c’è…
È stato uno dei film dai maggiori incassi nella storia dell’Unione Sovietica, che ha anche vinto un Premio di Stato e fu uno dei tanti successi del regista Eldar Rjazanov (1927-2015), che in questo caso firma anche la sceneggiatura.
4 / “Stalker” – Andrej Tarkovskij, 1979
Film di fantascienza basato sul romanzo “Picnic sul ciglio della strada” (1971) dei fratelli Arkadij e Boris Strugatskij, che hanno anche collaborato alla sceneggiatura, Stalker è una guida che porta illegalmente persone nella Zona, un luogo pericoloso soggetto ad attività paranormali. C’è una camera segreta all’interno di questa zona in cui tutti i sogni possono diventare realtà. I suoi attuali “clienti” sono un “Professore” e uno “Scrittore” che si aspettano che la stanza li aiuti a porre fine alla loro crisi creativa. Ma se le menti di queste persone fossero troppo deboli per resistere ai poteri paranormali? O se uno di loro avesse un altro obiettivo segreto in questa spedizione?
Il film è uno dei sette capolavori registici di Andrej Tarkovskij (1932-1986) e quasi sempre rientra nelle classifiche dei “migliori film di tutti i tempi”. Ha vinto il premio della giuria ecumenica al Festival di Cannes.
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5 / “Mosca non crede alle lacrime” – Vladimir Menshov, 1980
Titolo originale russo: “Moskvà slezàm ne vèrit”. Altro film oggi criticato dalle femministe perché mostra come la felicità di ogni donna stia in fondo solo nella famiglia, e che anche se la donna è a capo di una grande azienda la sua vita non potrà mai essere completa senza un progetto familiare. Una giovane ragazza della provincia arriva a Mosca per studiare. È molto timida e diligente ma, trasportata dalle sue amiche più vivaci, va a una festa piena di uomini e alcol. Un playboy moscovita la seduce e lei rimane incinta. Ma lui non vuole sposarsi né vuole riconoscere il bambino. Lei si immerge nella disperazione, ma finisce poi per essere una donna davvero forte, una madre single di successo. E cosa succede quando lo incontra di nuovo, dopo diversi anni?
Il film di Valdimir Menshov (1939-) ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero nel 1981. Secondo la leggenda, Ronald Reagan ha visto questo film più volte, perché voleva capire meglio i russi prima di incontrare Mikhail Gorbachev. Continuò a non capirli molto, ma forse per voi sarà d’aiuto.
6 / “Bim bianco dall’orecchio nero” – Stanislav Rostotskij, 1977
Titolo originale russo: “Bèlyj Bim Chjòrnoe ùkho”. Se avete pianto tutte le vostre lacrime guardando “Hachiko - Il tuo migliore amico”, preparatevi una doppia razione di fazzoletti. Questo film vi spezzerà il cuore. Un setter è nato del colore sbagliato: è albino; completamente bianco con solo un orecchio nero, e non può essere riconosciuto come cane di razza. Un uomo non più giovane adotta Bim e lo porta con sé a caccia. Bim è felice con il suo nuovo padrone e gli è molto fedele. Ma un giorno l’uomo finisce in ospedale e Bim corre a cercarlo…
Il film di Stanislav Rostotskij (1922-2001) ha ricevuto una nomination all’Oscar nel 1979 e ha vinto il Globo di Cristallo al Festival di Karlovy Vary. La triste malinconia del film, con i suoi boschi di betulle e l’estetica tardo sovietica, lo ha reso una delle pellicole più popolari di tutti i tempi.
7 / “Anche gli zingari vanno in cielo” – Emil Loteanu, 1975
Titolo originale russo: “Tàbor ukhòdit v nèbo”. Si tratta di un dramma musicale pieno di passione, diretto dal regista moldavo Emil Loteanu (1936-2003). Due zingari giovani e indipendenti si innamorano, ma nessuno dei due vuole perdere la propria libertà, quindi non vogliono sposarsi. Lui è un ladro di cavalli e ha problemi con la polizia e allo stesso tempo con l’accampamento della sua amata. Cosa devono fare questi Romeo e Giulietta per stare insieme…
Il film è basato su alcuni racconti di Maksim Gorkij, che a loro volta riprendevano leggende che lo scrittore aveva raccolto durante un suo viaggio nel Caucaso.
Gli artisti zigani del Teatro Romen di Mosca appaiono nel film, e grazie a loro abbiamo musica e canzoni strazianti. Ben 64,9 milioni di cittadini sovietici videro e apprezzarono il film al cinema.
8 / “Cuore di cane” – Vladimir Bortko, 1988
Il titolo originale in russo è “Sobàche sèrdtse”. Un professore di medicina effettua esperimenti arditi. Decide di impiantare un cervello e dei testicoli umani in un cane randagio (peraltro salvandolo così dal canile e dalla morte). Il cane si trasforma davvero in un essere umano, anche se una versione caricaturale di un proletario del nuovo Stato sovietico. E anche se ha un cervello umano, ha ancora il cuore di cane. Cosa farà il professore della sua creatura?
Questo film simbolo, del regista Vladimir Bortko (1946-), è diventato ancora più popolare del libro che lo ha ispirato, l’omonimo racconto di Mikhail Bulgakov. Le citazioni del film sono diventate in Russia di uso popolare. Inoltre, il film ha avuto un effetto simile a una bomba, in quanto è uscito nello stesso momento in cui il libro è stato pubblicato, dopo molti anni di divieto sovietico. E anche per i tempi della Perestrojka prendere in giro i primi anni sovietici era molto insolito, e quindi dava molte soddisfazioni allo spettatore medio.
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9 / “Guerra e pace” – Sergej Bondarchuk, 1966
Titolo originale russo: “Vojnà i mir”. Nel 1805 la Russia è alla vigilia della guerra con la Francia di Napoleone. Il pericolo è discusso nell’alta società. Gli adulti si preparano alla lotta, mentre i giovani rimangono giovani: si innamorano, sognano, giocano d’azzardo e vogliono solo vivere. Il film descrive le storie di diverse famiglie prima e durante la guerra, e scene di battaglia mozzafiato. Quanti personaggi rimangono vivi alla fine?
Questa colossale pellicola di Sergej Bondarchuk (1920-1994) ha vinto sia un Oscar che un Golden Globe come miglior film straniero. E, senza dubbio, questa è la migliore resa cinematografica di sempre del famoso romanzo epico di Lev Tolstoj e la produzione sovietica più costosa e gigantesca.
10 / “Ivan Vasilevich menjaet professiju” – Leonid Gajdaj, 1973
Il titolo si traduce come: “Ivan Vasilevich cambia professione”. Un giovane scienziato sovietico ha l’idea di fissa di creare una macchina del tempo. Nessuno crede in lui, ma all’improvviso funziona! Per una serie di circostanze, spedisce il suo amministratore di condominio ai tempi di Ivan il Terribile insieme a un ladro che stava svaligiando l’appartamento di un vicino. Allo stesso tempo, il vero Ivan il Terribile viene trasportato nell’Unione Sovietica (e gli piace molto quello che trova nella moderna Mosca). Tornerà mai a casa?
Il film è basato su una commedia teatrale poco conosciuta di Bulgakov. Nel 1973 è stato il film campione di incassi nell’Urss, e fa ancora ridere milioni di russi.
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