Repin-Zakharova, un palco per due

Svetlana Zakharova e Vadim Repin (Foto: Pierluigi Abbondanza)

Svetlana Zakharova e Vadim Repin (Foto: Pierluigi Abbondanza)

Coppia nella vita e a teatro, l’étoile del balletto Svetlana Zakharova e il virtuoso del violino Vadim Repin si esibiranno al Ravenna Festival il 5 giugno in esclusiva nazionale

Gli amanti della danza e della musica attendevano da tempo uno spettacolo che unisse anche in scena l’étoile del balletto Svetlana Zakharova e il virtuoso del violino Vadim Repin. Finalmente il Gala-Concerto à la russe, ideato e interpretato dalla coppia di vita, arriva in Italia, in esclusiva nazionale, al Ravenna Festival, giovedì 5 giugno, titolo d’apertura di un entusiasmante calendario di eventi (www.ravennafestival.org). Appuntamento tra i più attesi della stagione estiva italiana, Pas de deux for toes and fingers vive di quell’amorevolezza reciproca che mette il partner nella luce migliore: intime corrispondenze aleggiano tra i due artisti sulla scena, arrivando al pubblico con l’autenticità della vita.

Dopo una preview la scorsa estate al festival svizzero St Prex Classics e una recita in aprile a Novosibirsk, alla vigilia del debutto italiano è la stessa étoile a parlarcene. 

Com’è nato uno spettacolo tanto personale e coinvolgente?

Abbiamo fatto un lungo cammino, durato qualche anno, per arrivarci. Non appena nel mondo dell’arte si seppe che io e Vadim eravamo una coppia  (benché noi non avessimo fatto nulla per divulgare la notizia), da vari impresari iniziarono ad arrivarci proposte per una serata a due. Anche noi eravamo interessati: per lui era una cosa del tutto nuova e a me faceva sorridere il pensiero che Vadim Repin accompagnase il balletto! Provammo a mettere insieme un programma, ma presto capimmo che non avevamo un repertorio comune. Così abbandonammo l’idea per qualche anno, ripromettendoci di trovare brani coreografici su partitura musicale per violino, o ad esso adattabile. Il programma che oggi presentiamo ha queste caratteristiche. A Ravenna ci accompagna anche l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.

Come lavorate insieme alla preparazione del vostro Gala?

Devo confessare che prima del debutto in Svizzera avevo un po’ paura di quello che sarebbe accaduto durante le prove: sono sempre molto severa con me stessa e con i miei partner, perché voglio che tutto sia perfetto. Non sapevo come avrei lavorato con Vadim, ma subito mi accorsi che tutto andava meravigliosamente, per la sua straordinaria conoscenza della musica e il suo percepire così finemente anche il movimento. Io per esempio gli do indicazioni per tempi più lenti o più veloci in funzione della coreografia, ma lui sa già esattamente cosa fare.

Svetlana Zakharova (Foto: Pierluigi Abbondanza)

I brani scelti per questo Gala sono tutti moderni, perché?

Il classico preferisco danzarlo quando è in scena l’intero balletto perché trovo sia molto difficile coglierne la bellezza da un solo pas de deux, magari visto tante volte. Al contrario la coreografia moderna permette a noi ballerini di esprimerci maggiormente, grazie alla plasticità dei movimenti e alle emozioni interpretate. Inoltre amo molto sperimentare e la coreografia moderna lo consente. Sono stata sempre fortunata ad incontrare coreografi con i quali ho lavorato in sintonia. Come il russo Vladimir Varvara, un giovane con tantissime idee. Avevo visto alcune sue miniature per i ballerini del Teatro Mariinskij, le avevo trovate molto originali e così gli ho chiesto di creare un pezzo per me. È nato Plus.Minus.One, che danziamo in coppia, per il quale abbiamo scelto una musica di Arvo Pärt per violino proprio perché Vadim potesse eseguirla. È la storia di una coppia, un po’ surreale; io vi appaio quasi buffa, certo non bella, ma preparando il ruolo mi sono detta che si trattava di arte e ho smesso di pensarci, affidandomi soltanto al coreografo.

Pezzo forte della serata è La Morte del cigno di Fokin, con musica di Saint-Saëns trascritta per il violino di Repin.

Lo considero l’inizio della coreografia moderna. Noi russi abbiamo in mente Anna Pavlova, Galina Ulanova, Maija Plisetskaja, che meglio lo hanno interpretato, ognuna vivendo la propria linea di vita. Io vivo la mia. Debuttai nella Morte del cignoda allieva dell’Accademia Vaganova, ma lo danzo raramente, perché è un pezzo molto impegnativo.

Con che spirito Svetlana Zakharova e Vadim Repin vanno in scena, insieme?

Con uno stato d’animo molto particolare, difficile da descrivere. Certo viviamo entrambi emozioni fortissime.

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