Barrette di cioccolato al sangue, colonie di batteri e alghe: i superfood ai tempi dell’Urss

Kira Lisitskaya (Foto: Legion Media, GreenArtPhotography/Getty Images)
In Unione Sovietica erano diffusi alcuni alimenti sani e consigliabili per rinforzare l’immunità o aumentare l’apporto di vitamine, ferro o iodio. Facevano bene, anche se il loro aspetto era in molti casi ributtante

1 / Kombucha

Un mostro dalla consistenza di una medusa, galleggiante in un liquido marrone, dentro un barattolo da tre litri posto sul davanzale, spaventava i bambini sovietici, ma gli adulti consideravano questa bevanda agrodolce il miglior “superfood” per la digestione, la microflora intestinale e la cura dei postumi della sbornia. Inoltre, doveva essere letteralmente “coltivato”, cosa che affascinava molti.

Il Kombucha (in Urss e in Russia chiamato “Чайный гриб”; “Chájnyj grib”, ossia “Fungo del tè”) è una bevanda fermentata a base di tè dolce, lievito e batteri dell’acido acetico (Acetobacter). Quello che solitamente viene chiamato “fungo” è in realtà una zooglea (cioè una massa gelatinosa, che è una colonia simbiotica di batteri e lievito). La coltura batterica viene posta nel tè zuccherato, il suo terreno fertile, e lasciata in infusione. Dopo un po’, la colonia si trasforma nello stesso “kombucha”, che può essere bevuto come bevanda analcolica. Per ottenere un nuovo barattolo di kombucha, era sufficiente staccare un pezzetto della massa batterica formatasi nel barattolo di un vicino di casa, e fortunatamente quasi in ogni appartamento sovietico ce n’era uno.

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2 / Olio di pesce

Rispetto al kombucha, questo cibo salutare non era una minaccia astratta sul davanzale della finestra, ma l’incubo di ogni bambino sovietico nella vita reale. A quel tempo si credeva che fosse assolutamente impossibile crescere una persona sana senza olio di pesce. In parte era giusto: per il contributo di grassi omega-3. I bambini, nonostante la loro violenta resistenza, venivano nutriti con l’olio direttamente dal cucchiaio: a quel tempo non c’erano capsule (che oggi proteggono dall’odore e dal gusto). L’olio di pesce veniva prescritto anche per il rachitismo e per ripristinare l’immunità dopo le malattie, poiché è ricco di vitamine A e D.

3 / Gematogen

Sembrava una barretta di cioccolato e i bambini la adoravano, ma sapete cos’è veramente? Albumina bovina. In altre parole: sangue di vacca.

Un tempo si riteneva che solo le proteine animali contenessero ferro assorbibile dal corpo umano. L’anemia e la debolezza venivano curate con il Gematogen (“Гематоген”; si pronuncia “ghematoghén”), che era somministrato anche dopo una forte perdita di sangue o semplicemente per avere “guance più rubiconde”. E perché le persone non pensassero direttamente al sangue, in Urss iniziarono a mescolarlo con latte condensato, melassa e cacao e a venderlo sotto forma di piccole tavolette in graziosi involucri. Mentre prima, fino agli anni Quaranta, il gematogen era una preparazione medica e consisteva in una miscela di sangue bovino, glicerina e vino. Il formato a simil tavoletta di cioccolato ha riscosso molto più gradimento.

4 / Mirtilli siberiani

I mirtilli siberiani (nome improprio usato in Italia) erano il corrispettivo sovietico della bacca di goji, quanto a effetti positivi che si riteneva avessero. Questo frutto di bosco molto popolare in Russia ha un colore simile ai mirtilli, anche se una forma più allungata, e contiene tre volte più antiossidanti e, in termini di contenuto di magnesio e sodio, non ha eguali. In russo si chiama “жимолость” (“zhímolost”), e il nome scientifico è “Lonicera caerulea var. Kamtschatica”. Matura molto presto: questa è la prima bacca in grado di nutrire l’organismo di vitamine dopo l’inverno. Questo prodotto detox può essere mangiato in molti modi. Ne vengono fatte composte, gelatina, marmellate, frullati, viene utilizzato in torte o per aromatizzare lo yogurt. Ai tempi dell’Urss se ne mangiava un cucchiaio tre volte al giorno.

5 / Cavolo di mare (“Laminaria saccharina”)

Questa era la fonte di iodio più economica e accessibile nell’Unione Sovietica. Il sale iodato è arrivato molto tempo dopo, e per mantenere il necessario livello di iodio nel corpo era allora necessario mangiare queste alghe, che venivano vendute in scatola come “Dalnevostochnyj salat” (“Insalata dell’Estremo Oriente”) ed erano popolarmente conosciute come “морская капуста” (“morskája kapústa”), ossia “cavolo di mare”.

Il problema era che il popolo sovietico non amava molto mangiare queste alghe (si tratta della “Laminaria saccharina”) che trovava dure e gommose, e restavano spesso invendute. Così venivano inserite nei pacchi distribuiti nelle aziende.

Le casalinghe sovietiche aggiravano il problema delle alghe a modo loro: nascondendole tra gli altri ingredienti: uova, formaggio, maionese…

6 / Cucumaria (Cetrioli di mare)

È un altro cibo in scatola che all’inizio, come le alghe, non fu molto gradito, salvo poi diventare richiesto. Quando i sovietici appresero delle sue proprietà benefiche, finì per scomparire dagli scaffali, dove prima restava invenduto. La cucumaria è una varietà del mollusco marino più prezioso, il trepang.

Sebbene la cucumaria appaia ripugnante all’esterno, ha un sapore molto buono. La polpa tenera della cucumaria, detta anche cetriolo di mare, si prestava bene a essere aggiunta alla salsa di pomodoro, alle verdure fritte o nel plov. Ma la cosa più importante non è questa, ma quanto faccia bene alla salute. La cucumaria è utile per problemi alla tiroide e al sistema osseo, purifica il sangue dal colesterolo e dallo zucchero, accelera la rigenerazione cellulare, normalizza la pressione sanguigna, aumenta la potenza e contiene molti acidi grassi. Secondo recenti studi sarebbe anche utile per prevenire il cancro.

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7 / Caviale nero

Il caviale nero nell’Unione Sovietica non veniva solo innaffiato con la vodka o usato come valuta preziosa, ma curava anche i bambini. Negli anni Settanta e Ottanta, i pediatri consigliavano di somministrarlo a coloro che soffrivano di carenza di emoglobina e di ferro, e, in generale, le madri premurose lo davano ai loro figli.

Indubbiamente, questo prodotto è un “superfood” assoluto: rafforza il sistema cardiovascolare, la vista, e aumenta l’attività cerebrale. Non c’è da stupirsi che sia stato considerato il principale doping del Paese (un’alternativa ai farmaci vietati) e fornito alla squadra nazionale di calcio dell’Urss alle Olimpiadi di Seul nel 1988. A proposito, la squadra vinse quelle Olimpiadi per la seconda volta nella storia, battendo in finale il Brasile 2-1, dopo aver eliminato l’Italia in semifinale con il risultato di 3-2. Ma non è consigliabile nemmeno abusare del caviale nero: un uso eccessivo può causare calcoli renali.


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