Piloti russi nella base aerea di Khmeimim, in Siria.
Dmitriy Vinogradov/RIA NovostiIl 12 novembre i terroristi dell’Isis hanno diffuso in Rete un videoclip musicale in lingua russa dal titolo “Presto, molto presto”, dove la Russia viene minacciata di attentati.
Il videoclip, della lunghezza di circa 5 minuti, è stato realizzato con fotogrammi di crudeli esecuzioni compiute contro ostaggi dell’Isis. Il sonoro del filmato è parlato in un russo perfetto, senza alcuna traccia di accento. Il video mostra dei paesaggi di Mosca, la moschea centrale Kul Sharif di Kazan e altre immagini della capitale del Tatarstan. Nella canzone viene ripetuto ossessivamente il ritornello “presto, molto presto” che i terroristi sono soliti includere in ogni loro messaggio.
Le reazioni
Il video, hanno fatto sapere le autorità russe, verrà esaminato dall'intelligence. “Ho letto delle informazioni riguardanti il video, ma non ho ancora avuto modo di esaminarlo, e non so quale sia l’attendibilità di queste fonti”, ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce del Presidente. “In ogni caso non vi sono dubbi che questo materiale debba essere vagliato dai nostri servizi segreti”.
Le minacce
Le minacce dell’Isis sono un effetto dei bombardamenti che la Russia continua a effettuare contro le postazioni dei combattenti dello Stato Islamico, sostiene lo storico Georgy Mirsky, direttore scientifico dell’Istituto di Economia mondiale e Relazioni internazionali (Imemo) dell’Accademia delle Scienze russa, intervistato da Rbth.
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L’Isis ha creato il suo Stato un anno fa, ha proclamato il califfato intervenendo contro il governo iracheno e quello siriano. Attualmente controlla la metà del territorio iracheno e quasi la metà di quello siriano, precisa l’esperto. “Finché era impegnato a combattere per consolidare il proprio Stato, l’Isis si è disinteressato della Russia. Ma la situazione è cambiata dopo i bombardamenti. Ora appaiono più incattiviti contro di noi che contro gli americani e gli inglesi”, afferma Mirsky.
I commenti
La Russia è un ostaggio dell’attuale situazione politica, è quanto ritiene Sergey Goncharov, presidente dell’Associazione internazionale dei veterani delle unità antiterrorismo “Alfa”. “I media occidentali non fanno che diffondere un’unica versione e cioè che la Russia è il principale nemico dell’Isis”, spiega l’esperto a Rbth. “In questo momento dobbiamo prendere molto sul serio le minacce lanciate dall’Isis e penso che i nostri servizi segreti ne siano consapevoli”.
La paura di nuovi attentati
Secondo le stime del Centro Levada i russi sarebbero seriamente preoccupati per la minaccia di attentati terroristici e il 48% degli intervistati teme che possano verificarsi a breve nel paese. In realtà, il sondaggio era stato effettuato tra il 23 e il 26 ottobre, qualche giorno prima della catastrofe dell’Airbus A321 in Egitto, la cui causa ipotizzabile potrebbe proprio essere quella di un attentato terroristico.
Secondo Georgy Mirsky, per rispondere efficacemente alle minacce dei terroristi, gli organi di sicurezza russi dovrebbero possedere lo stesso livello di addestramento e formazione della polizia israeliana. “Loro hanno a che fare da molti anni con il problema degli attentati”, precisa il politologo. “Inoltre, occorrono persone che si dedichino interamente alla lotta contro il terrorismo, infiltrandosi in organizzazioni come l’Isis per scoprire dove si trovano e come operano. La questione è capire se i nostri dirigenti riusciranno a conseguire questo obiettivo”.
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Il presidente dell’Associazione internazionale dei veterani delle unità antiterrorismo “Alfa”, Sergey Goncharov, ritiene che la Russia disponga di un solido apparato di intelligence. “Non sempre riesce a funzionare, ma abbiamo la garanzia che il nostro territorio si possa in qualche modo controllare. All’estero questo è più problematico”, sostiene l’esperto.
Secondo Sergey Goncharov, la Russia deve garantire la sicurezza sui voli charter su cui viaggiano solo cittadini russi. “Devono essere i servizi segreti a ispezionarli. In mancanza di questo non siamo in grado di garantire ai nostri cittadini nessuna sicurezza”, puntualizza l’esperto. “Gli islamisti hanno influenza in qualunque Paese europeo. Nessuno può garantire che un addetto dell’aeroporto non sia uno jihadista e non cerchi di collocare una bomba a bordo di un aereo”.
Tuttavia, Goncharov ritiene un errore l’intenzione della Duma di introdurre delle limitazioni sui viaggi dei russi in Turchia e a Tunisi, dopo il divieto dei voli in Egitto. “Questo potrebbe emarginarci creando di fatto un’altra cortina di ferro. È una posizione sbagliata”.
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