Il primo ministro russo Dmitri Medvedev
Dmitry Astakhov / TASSIl primo ministro russo Dmitry Medvedev non esclude che tra le cause della sciagura dell’Airbus 321 precipitato nel Sinai possa esservi quella di un attentato terroristico. “L’ipotesi che si tratti di un attentato terroristico viene naturalmente presa in considerazione per spiegare quanto è avvenuto” ha dichiarato il primo ministro russo in un’intervista rilasciata a Rossiyskaya gazeta. Il premier ha anche aggiunto che è “ancora in corso” un esame delle cause dell’incidente.
Finora le autorità russe avevano evitato di privilegiare tra i motivi della sciagura aerea l’ipotesi di un attentato terroristico. Qualche giorno fa Dmitry Peskov, portavoce del presidente della Federazione Russa, aveva definito la versione dell’attentato terroristico una pura speculazione, e martedì 10 novembre il ministro dei Trasporti, Maksim Sokolov, aveva dichiarato che non esistevano prove attendibili per dimostrare che si trattasse di un attentato terroristico.
Tuttavia, sabato 7 novembre l’agenzia Reuters, citando le dichiarazioni di un membro della commissione d’indagine sull’incidente, aveva riferito che gli esperti della commissione erano al 90% sicuri che a bordo del volo di linea russo fosse avvenuta un’esplosione per la presenza di un suono distinto alla fine della registrazione trovata nella “scatola nera”.
Nel frattempo la compagnia ha escluso l’ipotesi di un guasto tecnico come causa del disastro. “Ad oggi possiamo affermare che l’aereo era tecnicamente in regola e che l’incidente non è avvenuto a causa delle condizioni del velivolo. È necessario quindi attendere gli esiti dell’indagine”, ha dichiarato Stefan Schaffrath, vicepresidente della compagnia per le relazioni coi media, al salone internazionale dell’aeronautica Dubai Airshow-2015, secondo quanto riferito dall’agenzia Ria Novosti.
Il divieto dei collegamenti aerei si estenderà anche ad altri Paesi?
Dmitry Medvedev ha poi comunicato, nel corso dell’intervista rilasciata a Rossiyskaya gazeta, che le autorità russe intendono riportare a casa i turisti russi che ancora si trovano in Egitto nell’arco di due settimane, e che in caso di necessità questa decisione potrebbe essere prolungata anche in seguito. In precedenza il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin aveva fatto sospendere i collegamenti aerei con l’Egitto. Attualmente le compagnie stanno riportando in patria i turisti russi che soggiornano in Egitto, mentre i loro bagagli vengono trasportati su voli separati.
Il giornale Kommersant, citando una fonte governativa russa, ha riferito che dopo l’Egitto il blocco dei collegamenti aerei potrebbe riguardare anche altri paesi; precisando che il divieto per i voli che hanno come destinazione l’Egitto potrebbe restare in vigore per lungo tempo e non solo per un paio di mesi. Ma per il momento, a detta di Dmitry Peskov, dal Presidente non sarebbe stata ancora valutata l’ipotesi di estendere il divieto.
Uno scambio di informazioni
Negli ultimi giorni sulle cause della tragedia si sono espressi anche Washington e Londra. A detta di Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, gli Stati Uniti avrebbero fornito informazioni pervenute dall’intelligence sull’incidente accaduto al volo di linea russo sia alla Russia che all’Egitto. “Com’è noto, gli egiziani e i russi stanno conducendo un’indagine sulle sue cause e quando entriamo in possesso di nuovi dati li condividiamo con loro” avrebbe dichiarato Earnest, secondo quanto riferisce la Tass.
Il funzionario americano ha sottolineato, inoltre, che benché Washington non sia in grado di trarre conclusioni sulle cause dell’incidente, non è però possibile escludere il coinvolgimento di gruppi terroristici. “Faremo tutto ciò che è in nostro potere per ricostruire la dinamica di quel tragico incidente” ha affermato. Il 6 novembre il presidente degli Stati Uniti Barack Obama aveva avanzato l’ipotesi di un’esplosione avvenuta a bordo del volo di linea russo.
In precedenza i media britannici avevano ufficialmente comunicato che Londra aveva trasmesso uan serie di informazioni che accreditavano l’ipotesi di un attentato terroristico a bordo dell’A321, basate su fonti dell’intelligence. Tuttavia, Philip Hammond, il segretario di Stato per gli Affari Esteri, aveva al contempo dichiarato che la Gran Bretagna non poteva rivelare tutte le informazioni in suo possesso sull’incidente dell’Airbus russo.
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