Mosca ha consegnato la pilota militare Nadezhda Savchenko a Kiev, in cambio dei due cittadini russi condannati in Ucraina, Evgenij Erofeev e Aleksandr Aleksandrov.
: ReutersDopo aver trascorso quasi due anni in una prigione russa, la Savchenko ha fatto ritorno il 25 maggio a Kiev come un’autentica eroina nazionale, mentre nello stesso giorno atterravano a Mosca i cittadini russi condannati in Ucraina. Che ripercussioni avrà questo scambio di prigionieri sulle relazioni russo-ucraine e che piega prenderanno in futuro gli eventi?
Chi ritiene che le relazioni tra Russia e Ucraina siano destinate in un prossimo futuro a migliorare assicura che la liberazione della Savchenko e lo scambio dei condannati non siano un caso isolato, ma che rientrino in un pacchetto più ampio di misure sul conflitto nel Donbass, già concordato in precedenza dal “quartetto Normandia”. A detta del politologo Andrej Ermolaev, direttore dell’Istituto di studi strategici “Nuova Ucraina” di Kiev, “lo scambio segna l’avvio dell’attuazione degli accordi ufficiali di Minsk-2 e di un patto non formale per la regolamentazione del conflitto nel Donbass”.
L’esperto si augura che seguano delle dichiarazioni sulla regolamentazione del conflitto e che le parti riescano a stipulare un accordo che includa: l’assicurazione di una tregua duratura; la garanzia del controllo del confine tra il Donbass e la Federazione Russia con l’apporto delle forze dell’Osce; la definizione dello status e della struttura istituzionale del Donbass dopo la guerra; l’annuncio di elezioni nelle repubbliche autoproclamate; la creazione di un format per un dialogo continuativo tra Russia e Ucraina.Tuttavia, anche nel caso in cui i leader dei quattro Paesi votassero tali provvedimenti, resterebbe pur sempre il problema della loro approvazione da parte del parlamento dell’Ucraina. All’interno della Rada a predominare sono le posizioni dei gruppi radicali, contrari a qualunque accordo con il Donbass. Ermolaev ritiene comunque che questi deputati potrebbe essere convinti. A tale scopo occorre che “tutti i fautori del processo di pace si mobilitino” e comincino “a collaborare con i parlamentari”. Una svolta sulla questione del Donbass potrà avvenire solo se muteranno radicalmente le relazioni tra Mosca e Kiev, afferma Ermolaev.
L’attuale impasse, a detta dell’esperto, dipenderebbe dal fatto che in Ucraina non sono solo i parlamentari a esprimere posizioni antirusse, ma anche una fetta consistente della società dal momento che nel paese si è formata un’opinione pubblica schierata in questa direzione. Perciò Shmelev nega che lo scambio che è appena avvenuto possa imprimere una svolta decisiva nelle relazioni russo-ucraine.
Il terzo scenario parte dal fondamento che lo scambio dei condannati non abbia provocato nessuna delle reazioni prefigurate. Inoltre, è persino ipotizzabile un peggioramento in futuro delle relazioni tra Federazione Russa e Ucraina che potrebbe portare a una rottura definitiva tra i due paesi, ma solo dopo la ripresa attiva dei combattimenti nel Donbass. Secondo Shmelev, ciò accadrà se “la Russia verrà in qualche modo direttamente coinvolta” nelle azioni militari.
Al contempo, a detta di Yurij Korgunyuk, esperto di orientamento liberale della Fondazione indipendente Indem, le relazioni tra Kiev e Mosca si sarebbero talmente deteriorate che risulta ormai difficile ipotizzare un nuovo peggioramento in futuro. Tuttavia, Kiev, secondo l’esperto, non avrebbe interesse a rompere definitivamente con Mosca poiché l’Ucraina continua a dipendere in notevole misura dalla Russia. Lo stesso discorso vale anche per il conflitto nel Sud-est ucraino in quanto “una parte del Donbass si trova sotto il controllo russo”. Dal momento che viene negata l’indipendenza della Repubblica Popolare di Donetsk e della Repubblica Popolare di Lugansk, la chiave della soluzione del conflitto si trova nelle mani di Mosca, sostiene l’esperto.Scopri di più:
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