Denis Pushilin, dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, e Vladislav Deinego, rappresentante dell'autoproclamata Repubblica di Lugansk, rispondono alle domande dei giornalisti (Foto: RIA Novosti / Vitaly Zalessky)
Il 26 agosto si è svolto a Minsk l’incontro del Gruppo di Contatto per la regolamentazione del conflitto nel Donbass. I suoi partecipanti – Ucraina, Federazione Russa, Osce e rappresentanti delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk – hanno trovato un accordo sul cessate il fuoco che dovrebbe partire dal 1° settembre. Un altro punto importante in discussione è quello della preparazione degli accordi per il ritiro delle armi di calibro inferiore a 100 mm (mortai, cannoni antiaerei, cannoni anticarro).
Tuttavia, secondo il direttore generale del Consiglio russo per gli Affari internazionali, Andrey Kortunov, è difficile definire il colloquio che è avvenuto come un momento di svolta, dal momento che “tutti i problemi attuali continuano a derivare dalle interpretazioni degli accordi di Minsk e dalla radicalizzazione delle posizioni di una parte dei ribelli indipendentisti dell’Est”.
“Per il momento si può escludere l’escalation paventata da molti all’inizio dell’autunno”, ha dichiarato in un’intervista a russiafocus.co.kr un esperto, aggiungendo che comunque non ci si deve aspettare il cessate il fuoco totale dal 1° settembre, dato che da entrambe le parti esistono forze che non appaiono interessate alla sua realizzazione. Inoltre, a suo avviso, tutti i partecipanti al colloquio sembrano non vedere in realtà alternative agli accordi di Minsk. “Di sicuro entro la fine dell’anno si dirà che Minsk-2 è stato un fallimento e si deciderà di ricominciare da capo, prorogando i tempi della sua attuazione”, ipotizza Kortunov.
Ciò nonostante, la ripresa del lavoro del Gruppo di contatto e l’accordo sulla tregua rappresentano comunque un progresso, dichiara a russiafocus.co.kr il politologo Vadim Karasaev, direttore dell’Istituto di Strategie globali di Kiev. “Ma per il momento è tutto” conclude. “In un progresso sia pure minimo si potrà sperare solo dopo l’incontro di settembre del “format di Normandia”. L’incontro trilaterale di Berlino [senza la partecipazione della Russia] era necessario per accordarsi sulle posizioni che la troika dovrà sottoporre all’attenzione di Putin”.
Un possibile incontro ai vertici nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Onu è già stato annunciato per la fine di settembre dal portavoce del presidente della Federazione Russa Yuri Ushakov e dal presidente ucraino Petro Poroshenko.
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