Il Presidente ucraino Petro Poroshenko, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese François Hollande nel vertice a tre a Berlino
ReutersAl termine dell’incontro a tre avvenuto il 24 agosto 2015 a Berlino tra i leader di Ucraina, Francia e Germania, la conferenza stampa finale ha avuto toni estremamente sobri, e in generale, filoucraini. Il Presidente francese e la cancelliera tedesca hanno confermato il proprio appoggio a Kiev e criticato la Russia e i ribelli indipendentisti. Tuttavia, a detta degli analisti politici, i colloqui non sarebbero risultati così graditi a Poroshenko.
Il problema è che attualmente i punti di vista dell’Europa e di Kiev sulla situazione nel Donbass divergono profondamente. “L’Europa è pronta a riconoscergli un’ampia autonomia (al Donbass, ndr) e ad accettare la presenza di una figura di compromesso per la leadership”, spiega al corrispondente di Rbth Aleksandr Gushchin, docente dell’Rggu, l’Università di Scienze umane di Mosca. Gli europei concordano su un coinvolgimento più o meno ufficiale della Russia in questo processo”.
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Tuttavia, Kiev non accetta questa variante. “Poroshenko ritiene che gli attuali emendamenti alla Costituzione dell’Ucraina rappresentino già il massimo delle concessioni che possano essere da lui accolte e fatte approvare dalla Rada Suprema”. Gli accordi di Minsk2 esigono passi ulteriori da parte di Poroshenko, ma il Presidente ucraino non considera il trattato come una road map, bensì come un modo per prendere tempo.
Evitare rimproveri agli occhi di Putin
La politica attuata nelle ultime settimane dall’Ucraina, che ha attaccato a colpi di mortaio le città della Repubblica popolare di Donetsk e indotto i ribelli indipendentisti alla ripresa dei combattimenti, appare estremamente pericolosa. Anche per questo i leader dell’Unione Europea sono stati costretti a esortare Poroshenko a un serio dialogo, oltretutto senza la presenza della Russia.
“Francia e Germania valutano criticamente la posizione della Russia sulla questione ucraina e sarebbe per loro difficile esercitare delle pressioni sull’Ucraina nel corso di colloqui in cui fossero presenti rappresentanti russi o anche solidarizzare con certe richieste avanzate verso l’Ucraina dalla parte russa. Tuttavia, la salvezza degli accordi di Minsk2, che non possono essere sostituiti da altri format equivalenti, esige una serie di azioni proprio da parte della leadership ucraina, a partire da una serie di emendamenti alla costituzione e dal consenso sulle procedure elettorali nel Donbass” spiega al corrispondente di Rbth Sergey Utkin, direttore del Dipartimento valutazioni strategiche del Centro di Analisi situazionale dell’Accademia delle Scienze russa.
Nessuna alternativa al format di Minsk
Parigi e Berlino dispongono di precisi strumenti per intervenire su Kiev. “I rapporti con l’Ue, che sono una delle priorità della leadership ucraina, vengono in parte visti come un risultato della sua validità. L’opinione dell’Ue sull’esito positivo delle riforme ucraine è percepita come autorevole da molti cittadini ucraini. In generale è meglio non polemizzare con l’Ue” ritiene Sergey Utkin.
Sarà il tempo a dimostrare se l’Europa riuscirà a utilizzare questi strumenti. A detta di Sergey Utkin, “la dinamica degli sviluppi del processo negoziale dipenderà innanzi tutto dal Gruppo di contatto”.
Nel frattempo si possono già trarre delle conclusioni. Così, alla conferenza stampa congiunta Merkel e Hollande hanno dichiarato che non vedono alternative al format dei negoziati di Minsk e Normandia, e Petro Poroshenko si è visto costretto a concordare con loro.
“L’incontro di Berlino rappresenta una conferma del fatto che nessuno intende svincolarsi dai documenti siglati a Minsk, benché il rispetto delle date prestabilite stia sempre più diventando un traguardo irrealizzabile. Come accade in altre situazioni di conflitto, lo stesso processo negoziale aiuta ad allentare la tensione, sebbene non produca del tutto i risultati attesi”, afferma Sergey Utkin.
È possibile che al prossimo incontro nel formato Normandia, François Hollande e Angela Merkel pretendano persino dalla Russia della gratitudine per il suggerimento berlinese impartito a Petro Poroshenko. Secondo Aleksandr Gushcin “l’Europa si aspetta dalla Russia delle concessioni, in particolare per quanto riguarda l’annullamento delle elezioni nel Donbass e auspicabilmente la sostituzione della leadership della Repubblica popolare di Donetsk e della Repubblica popolare di Lugansk”.
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