Nadezhda Savchenko, accusata di responsabilità nella morte dei giornalisti russi dell'emittente radiotelevisiva di stato russa Vgtrk
: AP
In attesa della sentenza, prevista per il prossimo 21 marzo, ecco cosa si cela dietro il caso della pilota dell'aviazione ucraina, accusata di responsabilità nella morte di due giornalisti russi
Chi è Nadezhda Savchenko?
È un pilota delle Forze aeree ucraine e deputata del parlamento ucraino. È stata eletta quando era in carcere preventivo, dove si trova da luglio 2014.
Di cosa è accusata?
Secondo gli inquirenti russi, Savchenko sarebbe coinvolta nella morte di due giornalisti russi della tv VGTRK: Igor Kornelyuk e Anton Voloshin. I due reporter sono morti nell’est dell’Ucraina nell’estate 2014. Secondo le ipotesi, Savchenko avrebbe ordinato all’artiglieria di sparare a un gruppo dove si trovavano anche i giornalisti. È inoltre accusata di aver superato la frontiera russo-ucraina come rifugiata e senza documenti. Gli inquirenti credono che lo abbia fatto per fuggire dalle milizie della Repubblica popolare di Lugansk. Savchenko è stata arrestata in Russia, nella regione di Voronezh. Sono molte le testimonianze a suo sfavore, soprattutto da parte di militari della Repubblica popolare di Lugansk che hanno preso parte agli scontri e che hanno catturato il pilota. Gli inquirenti inoltre sostengono che la stessa Savchenko, durante un’intervista, abbia ammesso di essere alla guida dell’artiglieria che aprì il fuoco contro il gruppo dove si trovavano i giornalisti, salvo poi rinnegare queste dichiarazioni. L’accusa chiede 23 anni di carcere per il pilota ucraino. La pena massima per le donne accusate di delitti gravi in Russia è di 25 anni.
Cosa sostiene la difesa?
Savchenko ritiene di non essere colpevole e la difesa chiede la sua assoluzione. Gli avvocati sostengono che, al momento degli spari che hanno ucciso i due giornalisti, Savchenko era già stata catturata da un gruppo di miliziani vicino a Lugansk e che le fecero superare la frontiera per poter essere consegnata ai servizi di sicurezza russi. Secondo la difesa a conferma di ciò ci sarebbero una serie di chiamate telefoniche e un video realizzato da un membro dei miliziani. Nel video si vede Savchenko, presumibilmente prima della morte dei giornalisti. Gli avvocati sostengono che il caso sia stato manomesso e che dopo il verdetto Savchenko verrà scambiata con cittadini russi detenuti in Ucraina. Durante la sua prigionia, ha indetto diversi scioperi della fame. Lo scorso 4 marzo ha iniziato uno sciopero della fame e della sete.
Cosa si dice in Ucraina e in Occidente?
Le élites politiche internazionali hanno criticato con durezza il caso. Il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha parlato di “farsa” che viola la legalità internazionale, ed è convinto che la Russia dovrebbe riconsegnare Savchenko all’Ucraina “immediatamente e senza condizioni”. L’Unione Europe e gli Stati Uniti ricollegano il caso agli accordi di Minsk. Il segretario di Stato americano John Kerry ha parlato di un caso che dimostra “disprezzo per le norme internazionali e per gli impegni presi dalla Russia negli accordi di Minsk”. Inoltre 57 parlamentari europei hanno chiesto sanzioni contro il Presidente Putin e altre 28 persone. L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa poi rifiuta di concedere poteri alla delegazione russa fino a che Savchenko non venga rimessa in libertà.
Cosa c’entrano gli accordi di Minsk?
Negli accordi c’è un punto relativo alla liberazione dei prigionieri di guerra e delle persone detenute in modo illegale, spiega Evgenij Minchenko, direttore dell’Istituto internazionale di esperti politici, “anche se tecnicamente Savchenko, essendo accusata per un caso penale di omicidio, non appartiene a nessuna di queste categorie” e gli accordi fanno riferimento solo all’Ucraina e alle autoproclamate repubbliche dell’est. Così che lo scambio di prigionieri di guerra con Kiev non è legalmente possibile.
In che modo viene utilizzato il caso Savchenko a livello internazionale?
Il caso non ha niente a che vedere con le sanzioni contro la Russia, stabilite per altri motivi, soprattutto per via della questione legata alla Crimea e all’est dell’Ucraina. Senza dubbio però la politicizzazione del caso è “un’altra scusa per creare un nuovo capo d’accusa contro Mosca in relazione all’adempimento degli accordi di Minsk”, dice Dmitrij Danilov, direttore del Dipartimento di Sicurezza europeo dell’Accademia russa delle Scienze.
È possibile che la Russia faccia qualche concessione?
Secondo gli esperti russi consultati, è difficile che ciò avvenga. A causa della gravità dei capi d’accusa e alla risonanza pubblica del caso, la sentenza è diventata una questione importante per Mosca e non ci si aspetta in un esito positivo. “La Russia, così come qualsiasi altro Stato, deve dimostrare di non essere incline a pressioni esterne”, dice il politologo Aleksej Zudin, membro dell’Istituto per gli studi socioeconomici e politici.
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