Mosca si muove verso la privatizzazione. Tra gli obiettivi principali di questa manovra, ci sarebbe quello di aumentare il bilancio nel periodo di crisi. Grazie a questa misura, il governo spera di ottenere 12,6 miliardi di dollari in due anni, così come ha annunciato il ministro russo delle Finanze Anton Siluanov. Il ministro ha portato come esempio le azioni della compagnia petrolifera russa Rosneft, il cui valore è stimato attorno ai 6,5 miliardi di dollari.
Tra i candidati alla privatizzazione ci sono le grandi compagnie statali che lavorano nei settori del trasporto, del gas e del petrolio, oltre a importanti imprese come RZhD, Bashneft, la banca VTB, la compagnia di diamanti più grande del mondo Alrosa, la compagnia aerea Aeroflot e altre.
Le regole della privatizzazione
Così come ha annunciato Vladimir Putin, i possibili acquirenti di tali attività dovranno essere sotto la giurisdizione russa. Le limitazioni finanziarie imposte dalle autorità russe riducono il numero di possibili investitori.
La conditio sine qua non è che lo Stato continui a mantenere il controllo sulle imprese considerate strategiche. Ciò rende possibile la privatizzazione della più importante banca russa, Sberbank. Sicuramente tale attività è considerata molto attraente per gli investitori. La vendita di una parte delle azioni di Sberbank e di VTB, altra grande banca statale, faciliterebbe la capitalizzazione del sistema bancario russo, così come ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Aleksej Ulyukaev, lo scorso mese.
L’economista Vladislav Inozemtsev, citato da Vedomosti, sostiene che in realtà queste condizioni impediscano una privatizzazione. L’esperto della Scuola Superiore di Economia della Russia, Valerij Mironov, condivide questa opinione: “Finché le imprese si preparano alla privatizzazione, è impossibile che vengano tolte le sanzioni contro la Russia. Ciò significa che le imprese russe avranno accesso al credito e avranno possibilità di acquisirne gli attivi”, dice l’esperto.
Non è un buon momento
La situazione nel mercato conferma inoltre che non è un buon momento per la privatizzazione. Negli ultimi due anni gli attivi hanno perso buona parte del loro valore, così come dice Ulyukaev, citato dall’agenzia Tass. Senza dubbio, il ministro crede che non sia più possibile rinviare ulteriormente la vendita degli attivi statali a causa della critica situazione di bilancio.
Ad ogni modo, per quanto sia dura la congiuntura nel mercato, ci sarà la possibilità di trovare più investitori. Secondo Maksim Shein, di BrokerCreditService, gli investitori asiatici possono partecipare alla privatizzazione nel caso in cui l’impresa sia registrata in Russia. Gli investitori stranieri ricorrono spesso a questa pratica. Per esempio nel 2004 l’impresa svizzera Glencore aveva registrato una filiale russa, la Compagnia Internazionale di Cereali, che successivamente acquisì una fabbrica russa di pane.
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