Treno ad alta velocità (Foto: Shutterstock)
Partirà a breve la progettazione della linea ferroviaria ad alta velocità Mosca-Kazan. Lo ha annunciato in un’intervista a Rbth il vice-presidente delle ferrovie russe del monopolio RZD Aleksandr Misharin. Il progetto, che coprirebbe una distanza di 800 chilometri, sarà completato entro l’inizio dei Mondiali di calcio che si svolgeranno in Russia nel 2018. Anche imprese tedesche hanno manifestato il desiderio di partecipare a questo progetto, per il quale RZD prevede di stanziare 175 milioni di dollari. Un’iniziativa che offrirebbe grandi opportunità alle compagnie metallurgiche russe.
Da maggio 2014 RZD ha infatti frenato gli ordini di rotaie a concorrenti stranieri, in primis dalla giapponese Nippon Steel. Al suo posto, verranno garantiti ordini ai fornitori russi Evraz e Mechel.
Per fare un confronto, nel 2013 la RZD ha comprato 950.000 tonnellate di rotaie, il 20% delle quali di produzione straniera. Si trattava di rotaie più robuste e termoresistenti in primo luogo per la linea ferroviaria ad alta velocità Mosca – San Pietroburgo e San Pietroburgo – Helsinky. Rotaie che non si deformano né per riscaldamento né per raffreddamento.
Quest'anno però le imprese russe hanno modernizzato la propria produzione e sono in grado di soddisfare l'intero fabbisogno di RZD. Mechel ha speso 750 milioni di dollari per l’ammodernamento, Evraz più di 500 milioni di dollari. Già nella seconda metà dell'anno RZD comincerà ad acquistare rotaie presso Mechel, per un totale di 100.000-130.000 tonnellate. Il restante fabbisogno, invece, verrà coperto dalle consegne di Evraz. Complessivamente il risparmio degli acquisti di RZD, secondo le stime dello stesso monopolio, sarà pari al 30%, ovvero circa 100 milioni di dollari l’ anno.
Tubi per Gazprom
Anche i contratti siglati tra compagnie russe e cinesi garantiranno numerosi ordini per il settore metallurgico. Così come ha dichiarato il capo della tecnologia dell’azienda “Tubi di tecnologia innovativa”, Ivan Shabalov, il contratto con la società cinese CNPC per la fornitura di gas in Cina richiederà un adeguamento della produzione delle imprese russe di tubi. Complessivamente per il gasdotto "Sila Sibiri", il cui gas andrà in Cina, sarà necessario produrre 2,5 milioni di tonnellate di tubi. Ad esempio, per il tratto di 800 km del gasdotto che percorre tutto il territorio della Jacuzia e quindi regioni permanentemente ghiacciate, devono essere prodotti tubi speciali termoresistenti. Per poter avviare questa produzione, alle acciaierie russe occorrerà correggere le tempistiche di produzione dei tubi per il progetto “South Stream”.
La realizzazione di questi grandi progetti consentirà alle aziende metallurgiche russe di orientarsi verso il mercato nazionale. “Le acciaierie russe finanziariamente stanno bene. NLMK può pagare agli azionisti un 8% in più - ha detto Vladislav Ginko, economista, docente presso l'Istituto di economia dei monopoli naturali presidiato dal Presidente della Federazione russa (RANKHiGS)”. Negli ultimi due anni, ha aggiunto, la metallurgia russa ha dirottato una parte delle vendite dai mercati di esportazione verso il consumo interno. E le sanzioni non potranno che intensificare questo processo.
In particolare, secondo il direttore del fondo per lo sviluppo dell'industria Oleg Kalinskij, negli ultimi anni il settore dei tubi in Russia ha avuto una svolta dal punto di vista tecnologico, grazie a un investimento di 10,5 miliardi di dollari che ha creato 60mila nuovi posti di lavoro. "Più recentemente abbiamo prodotto 9 milioni di tubi e ancora oggi ne produciamo 19 milioni. In particolare, i consumatori di tubi nazionali includono aziende come Gazprom e Rosneft. In precedenza, anche durante il periodo sovietico, questi tubi da noi non c’erano: la Russia ha fornito alla Germania 3 miliardi di metri cubi di gas in cambio di tubi, ma ora tutto è cambiato”, dice l'esperto.
Secondo il suo parere, i proprietari delle più grandi aziende in Russia hanno attirato cospicue risorse di credito, e hanno dovuto assumersi tutta la responsabilità e i rischi connessi. Queste non avevano garanzie dagli utenti finali della produzione: né Gazprom né Rosneft, né altre importanti aziende hanno garantito l’acquisto dei nuovi tubi, in attesa di vedere prima il nuovo prodotto. Alla fine ne sono rimasti soddisfatti: ad oggi, gli acquisti di Gazprom di tubi importati costituiscono meno del 2%.
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