Ustjuzhna, la cittadina gioiello dell’architettura sacra russa, resa grande dalla famiglia Stroganov

Turismo
WILLIAM BRUMFIELD
Lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield stavolta ci porta in un graziosissimo centro della oblast di Vologda, che deve molto del suo sviluppo artistico a una ricca famiglia di mercanti del passato

All’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij (1863-1944) sviluppò un complesso processo tecnologico per ottenere dettagliate fotografie dai colori vividi (si veda il paragrafo a fondo articolo). Spinto dall’idea di utilizzare questo nuovo metodo per registrare la grande varietà architettonica dell’Impero russo, nel decennio precedente all’inizio della Prima guerra mondiale fotografò siti storici in una vasta area geografica.

Il supporto logistico per i suoi viaggi arrivò spesso dal Ministero dei Trasporti, che, per esempio, nel giugno e luglio del 1909 gli commissionò di fotografare quanto si trovava lungo la via fluviale Mariinskij, nella Russia nord-occidentale. Questo sistema di canali era intrinsecamente legato allo sviluppo di San Pietroburgo, città fondata nel 1703 e diventata capitale della Russia nel 1712.

Collegare l’Impero

Di fronte alla sfida di rifornire la nuova capitale di grano e di altre materie prime provenienti dall’interno del Paese, Pietro il Grande aveva avviato la costruzione di una rete di trasporti tra San Pietroburgo e il bacino del fiume Volga. Questa via d’acqua fu ulteriormente sviluppata durante il regno dell’imperatore Paolo (1796-1801), che le diede il nome della sua consorte, l’imperatrice Marija Fjodorovna (“Mariinskij” significa “di Maria”).

Il sistema di vie fluviali Mariinskij si estendeva dal fiume Neva a San Pietroburgo attraverso il Lago Ladoga fino al Beloe Ozero (“Lago Bianco”). Dal Beloe Ozero esce il fiume Sheksná, che scorre a Cherepovets, città fotografata da Prokudin-Gorskij proprio dal fiume. Lo Sheksna sfocia poi nel bacino di Rybinsk, che conduce al porto di Rybinsk, sul Volga.

Poco più a ovest, un altro percorso fluviale, la Via fluviale Tikhvin, sfocia anch’esso nel bacino di Rybinsk. Il suo fiume principale è il Mologa, sulle cui sponde si trova la storica città di Ustjuzhna (circa 7.500 abitanti). Ustjuzhna non è particolarmente isolata per gli standard russi, tuttavia non ha collegamenti ferroviari e dista diversi chilometri dalla strada principale tra San Pietroburgo e Cherepovets.

Lo sviluppo grazie al metallo

Passeggiando per le tranquille vie di Ustjuzhna (molte delle quali non asfaltate) si ha l’impressione di essere in una cittadina commerciale di provincia che è cambiata poco dal XIX secolo. Il XX secolo, tuttavia, le ha inflitto molti danni, come accaduto in molte altre città di provincia.

Sebbene ogni quartiere sembri avere la sua chiesa, la maggior parte di esse è stata danneggiata o distrutta durante il periodo sovietico. Solo una, dedicata all’icona della Vergine di Kazan, è ancora oggi attiva con regolarità. Fortunatamente, questa chiesa e i suoi affreschi costituiscono un capolavoro dell’arte religiosa degli Stroganov.

La ricchezza di Ustjuzhna nel periodo medievale si basava sui vicini depositi di ferro di torba, adatti a metodi di fusione primitivi. La città fu notata per la prima volta per il ferro a metà del XIII secolo, quando divenne uno dei primi centri russi di lavorazione dei metalli. Ustjuzhna raggiunse l’apice della produzione di ferro nel XVI secolo.

La Cattedrale della Natività della Vergine

Con lo sviluppo nel XVIII secolo degli Urali come principale produttore di metalli della Russia, Ustjuzhna si stabilizzò nello status di modesta città regionale. Un importante cambiamento nel suo aspetto avvenne durante il regno di Caterina la Grande, che negli anni Settanta del XVII secolo mise ordine nella pianificazione delle città russe. Il piano regolatore di Ustjuzhna, approvato nel 1778, collegava le due chiese principali: la Cattedrale della Natività della Vergine e la Chiesa dell’Icona di Kazan.

La Cattedrale della Natività della Vergine, costruita nel 1685-1690, è la più antica chiesa superstite di Ustjuzhna. Sebbene il suo campanile sia stato demolito negli anni Trenta del Novecento, la conversione della cattedrale in Museo di storia locale l’ha salvata da un destino senza dubbio peggiore durante il periodo sovietico.

L’esterno della Cattedrale della Natività è relativamente semplice, ma l’interno presenta un’iconostasi straordinaria, il cui stile può essere ricondotto a un lavoro realizzato dai mastri del Cremlino di Mosca alla fine degli anni Ottanta del Seicento. La sua cornice intagliata e dorata sale in cinque file seguendo lo schema ortodosso canonico, dalla fila con i santi locali in basso alla fila dei patriarchi in alto. Attualmente la cattedrale funge da museo cittadino.

La Chiesa dell’Icona della Vergine di Kazan

L’altro straordinario monumento d’arte religiosa di Ustjuzhna, la Chiesa dell’Icona della Vergine di Kazan, riccamente decorata, fu iniziata nel 1694 da Grigorij Stroganov (della rinomata dinastia di mercanti Stroganov), che aveva rapporti commerciali a Ustjuzhna.

L’esterno della Chiesa dell’Icona di Kazan assomiglia ad altre chiese fatte edificare dagli Stroganov alla fine del XVII secolo. Le loro facciate in mattoni dipinti di rosso sono decorate con dettagli bianchi di elementi strutturali e decorativi. Queste chiese culminano tipicamente in cupole ornamentali coronate da alte ed elaborate croci.

A differenza di altre chiese degli Stroganov, la Chiesa dell’Icona di Kazan si sviluppa su un unico livello, senza una cappella inferiore sotto il santuario principale. L’ingresso originale della chiesa era un portico coperto che sporgeva dalla facciata occidentale e conduceva a un piccolo vestibolo, o nartece (in russo “papert”). Alla facciata nord era annessa una cappella a un piano con l’altare di Santa Caterina. Questo spazio compatto era riscaldato per il culto in inverno.

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L’interno della chiesa di Kazan contiene un’imponente iconostasi, ma la sua gloria è costituita da una serie di affreschi della metà del XVIII secolo, dipinti nello stile dei maestri di Jaroslavl, uno dei centri più importanti della pittura religiosa russa del XVII e XVIII secolo. Durante questo periodo, tale tendenza artistica fu influenzata dall’arte religiosa occidentale e dalle Bibbie illustrate di origine occidentale, che erano familiari agli artisti locali.

Gli affreschi di Ustjuzhna

Ci sono informazioni precise su quando e da chi sono stati dipinti gli affreschi di Ustjuzhna. L’arco che incornicia l’ingresso dal vestibolo alla cappella nord riporta un’iscrizione con le date (dal 1° luglio 1756 al 26 agosto 1757) e i nomi di un gruppo di artisti di Jaroslavl.

Gli affreschi iniziano nel piccolo nartece e comprendono i “Sette giorni della creazione”, la “Cacciata dal paradiso” e il “Giudizio universale”. L’interno della struttura principale crea un’impressione travolgente, con raffigurazioni della Passione di Cristo, delle principali feste religiose, immagini della Vergine Maria e scene della vita di Santa Caterina.

Un’architettura magnifica

Il portale conduce a uno spazio svettante ricoperto da una delle più colorate esposizioni dell’arte religiosa russa. L’impatto è accentuato dalla progettazione di un interno senza ostacoli, che si innalza fino a una volta alta con un’unica apertura per la cupola principale. Le spesse pareti esterne sostengono l’intero peso della struttura, ma i due livelli di finestre permettono di illuminare gli affreschi.

Sui quattro lati della volta sono raffigurati otto giorni solenni del calendario ortodosso russo: l’Annunciazione, la Natività di Cristo, la Candelora (Purificazione), l’Epifania (Battesimo di Cristo), la Trasfigurazione, la Pentecoste, la Natività della Vergine e la Presentazione della Vergine. Sono circondati da una fascia narrativa di affreschi che raffigurano scene della Passione di Cristo. 

Le pareti stesse sono divise in quattro file orizzontali. Le due superiori sono legate alla vita e agli insegnamenti di Cristo, con parabole come “I lavoratori della vigna” e “Il figliol prodigo”. La terza fila dall’alto è dedicata in gran parte agli “Atti degli Apostoli”, compresi gli episodi della vita dei santi Pietro e Giovanni.

La fila inferiore è dedicata a scene della vita di Santa Caterina. La fila centrale di affreschi è interrotta da immagini di grandi dimensioni, come l’icona miracolosa del Salvatore e una rappresentazione di Maria e del Bambino Gesù alla maniera di Raffaello.

Oltre agli affreschi murali, vi sono immagini al livello superiore delle spesse finestre. Gli archi delle finestre sono ben visibili e includono immagini, come il Salvatore Emanuele, e diverse varianti della Vergine, molto appropriate, alla luce della dedicazione della chiesa all’Icona della Vergine di Kazan.

L’ultimo componente dell’insieme è il campanile separato, un’alta struttura ottagonale in mattoni con un tetto conico. Fu costruito da Pjotr Bejiavin nello stesso anno in cui furono dipinti gli affreschi.

Per quanto riguarda l’architettura civile, è sopravvissuto un piccolo nucleo di edifici commerciali della città, risalenti al XIX secolo, insieme a diverse case in legno, alcune delle quali sono state abbandonate a causa del calo demografico. Nonostante le gravi perdite subite nel corso del XX secolo, il centro storico di Ustjuzhna, con i suoi tesori d’arte religiosa giunti fino a noi, evoca il ricco patrimonio culturale delle città del Nord della Russia.

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Prokudin-Gorskij, il suo metodo e la sua eredità

Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield (1944-) organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.

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