Uno dei monasteri più famosi della Russia si trova sulle isole dell'arcipelago di Valaam, nella parte settentrionale del lago Ladoga. Secondo la leggenda, il luogo fu visitato dall'apostolo Andrea il Primo Chiamato, che qui eresse una croce di pietra e distrusse senza pietà i templi delle divinità pagane Veles e Perun.
La storia di questo monastero di stauropegione (ovvero che è direttamente subordinato al patriarca della Chiesa ortodossa russa, e non all'autorità diocesana locale) risale al XIV secolo; questo luogo crebbe e si sviluppò nonostante le numerose incursioni svedesi.
Alla fine dell'Impero Russo, il monastero di Valaam Spaso-Preobrazhenskij era uno dei più grandi del Paese: ospitava 21 chiese, 22 cappelle, 600 monaci e persino alcune fabbriche e laboratori per la produzione di candele, mattoni e cuoio. Dopo la Rivoluzione del 1917, l'arcipelago e il monastero divennero parte della Finlandia.
Quando il monastero di Valaam fu restituito a Mosca, dopo la guerra sovietico-finlandese, nel 1940, entrò in un lungo periodo di desolazione: gli oggetti di valore e i libri rari furono confiscati, gli edifici furono adibiti in un primo momento a ospitare una scuola per giovani marinai, e poi una fattoria statale; dopo la Seconda guerra mondiale, questo luogo si trasformò in un ricovero per veterani disabili.
La rinascita del monastero è iniziata alla vigilia del crollo dell'Unione Sovietica, nel 1989. Oggi Valaam, che ha ritrovato il suo antico splendore, è uno dei principali centri di pellegrinaggio e turismo della Russia.
Nel 1429 i monaci Savvatij e German giunsero sulla Grande Isola Solovetskij, situata sul Mar Bianco, ed “eressero una croce e una cella”; sette anni dopo Zosima apparve sull'isola. È con questi tre santi che la Chiesa ortodossa russa associa l'inizio della storia del monastero di Spaso-Preobrazhenskij Solovetskij.
Il monastero è diventato non solo un grande centro religioso e culturale, ma anche uno dei più importanti avamposti russi per lo sviluppo del Nord. Ben fortificato, in passato più di una volta fu utile per respingere gli attacchi dell'esercito svedese.
Nel 1668 i monaci di Solovetskij entrarono in conflitto con le autorità centrali, rifiutandosi di accettare le modifiche ai libri liturgici e alle cerimonie ecclesiastiche volute dal patriarca Nikon. Si arrivò persino a uno scontro armato! Per diversi anni l'esercito zarista assediò il monastero, che cadde infine nel 1676. Subito dopo furono giustiziati 26 membri dei confratelli monastici che avevano partecipato alla rivolta.
Nel 1920, i bolscevichi liquidarono il monastero e requisirono i suoi tesori culturali. Nel 1937 fu istituito un campo di lavori forzati per i “nemici del popolo”; successivamente in questo luogo furono istituiti un Museo-Riserva e una Scuola della Giovane Guardia. Si dovette attendere il 1988 per assistere a una graduale rinascita del monastero.
Il monaco Nil trascorse 27 anni in totale isolamento sull'isola di Stolobnyj, sul lago Seliger, nella regione di Tver. Trascorreva le giornate pregando e coltivando la terra. Aveva fatto voto di non riposare, perciò non si sdraiava mai, dormiva e risposava in piedi, attaccato ai ganci di legno della sua cella.
Morì nel 1555 e fu sepolto sulla sua isola, dove da lì a poco sarebbero giunti altri monaci, ispirati dalle gesta di Nil. Circa quarant'anni dopo, a Stolobnyj fu fondato un monastero.
Durante l'Impero Russo, questo eremo - che godeva del patrocinio speciale della famiglia reale - accoglieva ogni anno decine di migliaia di pellegrini.
Il periodo più duro fu quello sovietico, durante il quale il complesso fu trasformato in una colonia penale per minorenni, in un campo per prigionieri di guerra polacchi, in una casa per anziani e successivamente in un centro turistico.
Nel 1990 l'Eremo Nilo-Stolobenskaja fu trasferito nuovamente alla Chiesa ortodossa russa. Cinque anni dopo le reliquie del suo patrono, San Nil, furono riportate qui e subito dopo la Rivoluzione furono trasferite al museo locale della vicina città di Ostashkov.
Questo isolotto fino a prima deserto nel cuore del lago Vjatka (oggi lago Vvedenskij, nella regione di Vladimir) cominciò a essere abitato alla fine del XVII secolo da alcuni monaci alla ricerca di una vita appartata di rettitudine. Ben presto qui fu fondato l'Eremo della Santa Vergine Protettrice Ostrovnaja.
Al tramonto dell'epoca sovietica, dopo essere stato usato come magazzino, cinema e palestra, fu restituito alla Chiesa ortodossa russa. Oggi questo monastero, un tempo maschile, è diventato un monastero femminile.
Nel 2007, con la benedizione della badessa Fevronia, è stata istituita la casa di accoglienza per bambine di Kovcheg, all'ingresso del convento. Le orfanelle aiutano le suore nel loro lavoro quotidiano e le suore, a loro volta, forniscono loro un sostegno spirituale.
Il Patriarca Nikon sognava di creare in Russia un luogo simile al monastero di Iviron, uno dei monasteri ortodossi del Monte Athos, in Grecia. Per questo avviò la fondazione del Monastero Valdaj Iverskij, costruito nel 1653 sull'isola Selvitskij, nel lago Valdaj, non lontano da Velikij Novgorod.
Su richiesta di Nikon, i monaci del monastero del Monte Athos produssero una copia della meravigliosa icona della Madre di Dio di Iviron, molto simile all’originale.
L'icona di Iviron divenne la principale reliquia del Monastero di Valdaj e fu utilizzata per consacrare la Cattedrale dell'Assunzione del monastero, all’epoca una delle più grandi della Russia (era larga 42,8 metri, lunga 44,9 e alta quasi 43 metri).
Dopo la chiusura del monastero, nel 1927, le autorità istituirono in tempi diversi una casa per invalidi di guerra e una scuola per bambini affetti da tubercolosi. Nel 1991, il monastero, che versava in stato di abbandono, fu consegnato alla diocesi di Novgorod, che si occupò del restauro.
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