Il giardino botanico dell’Artico dove si coltivano piante tropicali fin dal periodo sovietico

Un cactus nell'Artico

Un cactus nell'Artico

Svetlana Serebryanskaya, Tatiana Drugova/PABSI
Ai piedi dei monti Khibiny, nella gelida regione di Murmansk, sul permafrost, crescono piante di fichi, agave e persino alberi del caffè. Questo straordinario progetto avviato negli anni ‘30 permette di coltivare ancora oggi una gran varietà di fiori che vanno poi ad abbellire i prati e le aiuole delle città situate oltre il Circolo polare artico

Nel remoto nord della Russia, nel regno del permafrost dove l’inverno inizia già alla fine di settembre, si trova uno degli istituti di ricerca più sorprendenti del mondo: il Giardino Botanico Polare-Alpino. Vanta un'enorme collezione di piante locali, oltre ad alberi e fiori tropicali. Ma come fanno queste piante a sopravvivere in un clima così estremo?

Il più antico giardino dell'Artico

Al giorno d’oggi esistono solo tre giardini botanici al mondo situati all’interno del Circolo polare artico: gli altri due si trovano in Norvegia e Islanda; quello russo è il più antico di tutti. Il Giardino Botanico Polare-Alpino (abbreviazione russa: PABSI), situato a sette chilometri dalla città di Kirovsk, nella regione di Murmansk, fu aperto il 26 agosto 1931 su progetto del botanico Nikolaj Avrorin. 

Nikolaj Avrorin

Avrorin trascorse molto tempo in spedizioni scientifiche, raccogliendo esemplari di piante in diversi paesi (negli anni '60 contribuì addirittura a creare un giardino botanico a Yakutsk, la più grande città costruita sul permafrost). Nei suoi articoli parlava del giardino botanico sulle pendici dei monti Khibiny come “l'avamposto settentrionale della botanica sovietica”. I principali interessi dello scienziato erano la ricerca di nuove piante nordiche e l'acclimatazione di specie insolite per queste latitudini. 

Inizialmente il progetto sembrava del tutto fantasioso; ma Avrorin non demorse e ricevette finanziamenti per acquistare piante pregiate da tutto il mondo.

Il lavoro dei botanici continuò anche durante la Grande guerra patriottica (così come i russi chiamano la Seconda guerra mondiale); qui furono coltivate piante medicinali per i soldati dell’Armata Rossa, gli scienziati impararono come estrarre il glucosio dai licheni e crearono addirittura un piccolo impianto di produzione. 

Una passeggiata sui monti Khibiny

Il giardino botanico è organizzato in modo tale che i visitatori possono muoversi liberamente, ammirando la gran varietà di licheni, di muschi e di fiori dell’Artico che si schiude lungo i sentieri. Qui ne esistono più di 300 specie! Ci si accorge poi con i propri occhi come la tundra si trasforma in foresta e poi in taiga. La vegetazione dei monti Khibiny è infatti caratterizzata dalla zonalità, ovvero dalla presenza di particolari specie di piante a determinate altitudini. Più alta è la zona, più strane e meravigliose diventano le piante a noi familiari: si scoprono allora tronchi d'albero piegati dal vento, curiosi cespugli che si aggrappano disperatamente al terreno sassoso nel tentativo di sopravvivere.

Una betulla contorta dai venti del nord (foto scattata in epoca sovietica)

Il percorso inizia sulle rive del fiume Vudyavryok (nella lingua del popolo Sámi il nome significa “fiume del lago di montagna”), e poi continua lungo un lago glaciale e un versante di montagna fino a raggiungere una piattaforma panoramica da dove si apre una vista incredibile sulla città.

Le zone “Altaj” e “Siberia” con varie specie di pini trapiantati a Kirovsk.

L'arboreto dell'istituto dove sono raccolte le varietà alpine si trova a diversi chilometri dal giardino botanico, nella città di Apatity.

In estate, il terreno del giardino botanico (circa 1,6 ettari) è coperto da fiori straordinariamente belli portati da tutto il mondo. Il lavoro del personale dell'istituto è quello di “addomesticare” le piante in modo che crescano nell'Artico. “Gli abitanti della regione di Murmansk molto raramente notano che alcuni degli alberi, degli arbusti o delle aiuole con piante perenni splendidamente fiorite che vedono intorno a loro non sono native della regione - dicono gli scienziati -. I nostri parchi, le piazze e i viali sono il risultato di molti anni di lavoro del PABSI per aggiungere verde al paesaggio urbano. Quasi tutte le specie piantate qui già in epoca sovietica sono state portate al giardino botanico da zone più meridionali e sono state sottoposte a molti anni di acclimatazione”. Ma il lavoro dei botanici non è finito: gli studiosi di Kirovsk sono costantemente alla ricerca di nuove specie di piante, soprattutto provenienti da latitudini settentrionali come, Carelia, Siberia, Urali ed Estremo Oriente. 

I tropici nell'Artico

Passeggiando nel giardino botanico ci si immerge in un ambiente autenticamente tropicale: piante considerate esotiche per questo luogo crescono perfettamente nelle serre. Provate a immaginare quanto sia difficile coltivare nell’Artico piante abituate a climi caldi e soleggiati! Necessitano di una luce diurna prolungata e non della notte polare, di un terreno fertile e non dello spesso strato di permafrost; per non parlare del livello di temperatura e umidità.

Molte piante in questa serra sono coltivate fin dall'epoca sovietica

Attualmente si contano più di 700 esemplari di piante provenienti dai paesi caldi e seminate secondo le zone climatiche: Africana, Americana, Mediterranea e Asiatica. A Kirovsk, nella città del grande freddo, crescono l'agave messicana, il giglio africano Crinum, la palma da dattero, grandi felci e cactus tropicali. E l'albero del caffè Arabica produce autentici chicchi di caffè!

Un albero di caffè coltivato dal 1966

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