Gli Europei di calcio a San Pietroburgo: viaggio nella città vestita a festa (e con pochi tifosi)

Kira Lisitskaya (Foto: Peter Kovalev/TASS; Kirill Kudryavtsev/Pool/Getty Images; Legion media)
Bar semi-vuoti e pochi stranieri per strada. Ecco l’atmosfera che si respira nella città del nord nei giorni delle partite

Vicino alle colonne della Cattedrale di Sant’Isacco, uno dei simboli più riconoscibili di San Pietroburgo, si è riunito un nutrito gruppo di turisti russi. Saranno alcune centinaia. C’è chi cerca di scattare la foto perfetta, chi aspetta di entrare per una visita, chi invece si allontana dal gruppo per ammirare l’edificio da un’altra prospettiva. 

All’improvviso si sentono degli schiamazzi, qualcuno urla. Fra la folla appare un uomo corpulento, con la bandiera russa legata al collo ed evidentemente sbronzo. Il suo aspetto lo fa sembrare Asterix dopo una gara di birra. 

“Sapete che oggi c’è la partita Russia-Belgio? Forza, prepariamoci, fra poco inizia!”, sbraita il tifoso rivolgendosi alla prima ragazza che incrocia.  

“Lo so. Lasciami fare questa foto”, risponde lei, salutandolo con noncuranza e continuando a maneggiare la macchina fotografica.  

“Ma non capisci niente! Russia!!! Russia!!!”, tuona quello, cercando il sostegno degli altri turisti. 

Ecco una scena come tante che si potrebbero vedere fra le strade di San Pietroburgo vestite a festa per gli Europei. Il 12 giugno 2021, oltre ad aver celebrato il Giorno della Russia, i cittadini della Federazione hanno fatto il tifo per la propria squadra del cuore, salutando la prima partita del campionato europeo giocata in Russia.

Di giorno

Nel giorno della prima partita, San Pietroburgo è vestita a festa con bandiere tricolori e simboli calcistici. Ovunque, sui bus e sulle vetrine dei negozi, nei bar e nei ristoranti, campeggia la scritta “Euro 2020”. Ogni tanto si incrocia qualche cartello che recita “Free Fan Zone”. Vicino a un maxi schermo, alcuni ragazzini prendono a calci un pallone, alimentando l’entusiasmo calcistico. 

Non lontano dal Museo Hermitage, a pochi passi dal Museo delle Cere, è stata addirittura allestita una statua di Lionel Messi, che la gente del posto ha subito ribattezzato “lo gnomo”, per via della sua statura. 

Alla vigilia del campionato tutto era pronto e nell’aria si respirava un’elettrizzante atmosfera di festa. Solo una cosa mancava all’appello: i tifosi. Quel signore ubriaco vicino alla Cattedrale di Sant’Isacco si è rivelato essere l’unica evidente eccezione. 

In questi giorni, nella città del nord vestita a festa per gli Europei, si incrociano moltissimi turisti, probabilmente attirati dalle Notti Bianche; ma la maggior parte di loro non è lì per il calcio. 

Bar e ristoranti hanno inserito nel proprio menu piatti speciali pensati apposta per i tifosi: costosi hamburger, frittelle ripiene di funghi e il classico, immancabile, borsch. Ma sorprendentemente, anche nel giorno della partita, molti locali si sono riscoperti semi-vuoti. Stando alle parole di un cameriere di Korzhov, una catena di panetterie con bar annesso, nessuno ha ordinato il menu calcistico.

“Cerco in tutti i modi di evitare la Prospettiva Nevskij e la zona adiacente: quando c’erano le restrizioni e non ci si poteva muovere non si stava male, ma adesso tutti i turisti accorrono a San Pietroburgo. E con questa storia del calcio c’è da andare via di testa”, commenta un abitante del posto, Artur Morozov.

Una delle principali aree riservate ai fan si trova in Piazza Konyushennaya, vicino alla Chiesa della Resurrezione. I volontari, ormai stanchi e svogliati, continuavano a strillare al megafono che l’ingresso è gratuito, invitando la gente a entrare; ma la folla ha continuato imperterrita ad aggirare l’area, preferendo infilarsi nell’ingorgo di pedoni della vietta adiacente.

A un centinaio di metri da lì, una bancarella esponeva sciarpe con i colori di alcune squadre di calcio e delle calamite con il volto di Putin. Secondo una delle commesse, i souvenir degli Europei si potevano sistemare più in vista, ma lei stessa non ha visto passare molti turisti stranieri.

Il 9 giugno il vice governatore di San Pietroburgo Boris Piotrovskij aveva annunciato che per ogni partita a San Pietroburgo si aspettavano fino a 10mila tifosi dall'estero: per questo la Russia ha aperto l'ingresso senza visto ai titolari della FAN-ID, il passaporto del tifoso. Ma durante il nostro reportage, non abbiamo visto nemmeno un tifoso straniero in tutto il giorno! Gli unici supporter arrivati dall’estero li abbiamo individuati attraverso le poche foto geotaggate su Instagram vicino allo stadio.

Pawel, dalla Polonia, è venuto a San Pietroburgo da Kaliningrad l'11 giugno per la partita Polonia-Slovacchia.

“L'organizzazione era ok, ma il controllo di sicurezza all'ingresso dello stadio si è rivelato davvero accurato. In generale non abbiamo avuto problemi con i russi, ma una volta giunti nella Fan-Zone alcuni ragazzi hanno iniziato a discutere con noi per una birra rovesciata (...). In generale ci sono piaciuti i vostri ristoranti, l'atmosfera della città, ovvero i monumenti, le strade, l’architettura, i canali... (...) Non ci è piaciuto il fatto che quasi nessuno parla inglese, anche nei pub e nei ristoranti”, ha raccontato Pawel.

Un altro polacco, Olaf Maciejowski, ha preso un volo diretto per San Pietroburgo, e il giorno dopo la partita tra Polonia e Slovacchia è tornato in Polonia, facendo scalo in Spagna. 

“L'organizzazione delle partite è molto buona, non ho nulla di cui lamentarmi - ha detto -. I russi con noi sono stati molto gentili. Abbiamo visitato la fortezza di Petropavlovsk e la cattedrale di Sant'Isacco. Abbiamo cercato di entrare al Museo Hermitage ma c'era una grande coda. Purtroppo l'acquisto dei biglietti on-line tramite il sito dell'Hermitage non ha funzionato. In generale, abbiamo trovato un sacco di code in città”.

Di notte

“Ho pregato che nessuno mi chiedesse di andare allo stadio, altrimenti sarei rimasto imbottigliato nel traffico”, ha detto il tassista che ci ha accompagnato all’albergo. Un'ora prima della partita, i tifosi stavano camminando in piccoli gruppi attraverso il Primorskij Park Pobedy diretti allo stadio, e le zone allestite per i tifosi hanno finalmente iniziato a riempirsi. Ma solo il 16 giugno, giorno della partita Russia-Finladia, si è iniziato a vedere davvero movimento.

In quel giorno, infatti, i tifosi che non sono riusciti a raggiungere la Fan-Zone si sono riuniti nei bar con i maxi schermi. In uno dei bar dove siamo andati noi, i tavolini erano stati prenotati con molte ore di anticipo e i camerieri andavano avanti e indietro servendo enormi calici di birra e patatine.

“Sto valutando sobriamente la situazione, così ho scelto di scommettere 3-1 in favore del Belgio. Ma dobbiamo segnare almeno un gol!”, ha raccontato Vladimir, un tifoso, seduto insieme alla sua ragazza Ekaterina.

Durante la partita, Vladimir non ha fatto che imprecare e urlare, bere birra e ordinarne ancora. Negli ultimi dieci minuti del secondo tempo si è messo a singhiozzare, implorando la squadra russa di segnare almeno un gol. A quel punto molti tavolini si erano già svuotati e i tifosi delusi erano usciti dal locale. La partita si è conclusa 3-0 per il Belgio.

Alla fine dello spettacolo, abbiamo trovato Vladimir fuori dal locale con la sua ragazza che fumava nervosamente una sigaretta. 

“Ora dove andrete?”, abbiamo chiesto. 

 “A prenderci una birra - ha risposto lei -. Ma la cosa più importante è non parlare di calcio”.

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