Manpupuner: i misteriosi giganti di pietra degli Urali

Turismo
ALEKSANDRA GUZEVA
Arrivare fin qui è molto difficile: a meno che non siate disposti a spendere per una gita in elicottero, dovrete percorrere a piedi 180 chilometri. Ma le emozioni che si provano raggiungendo queste bizzarre formazioni rocciose, residui di antiche montagne, sono uniche

Negli Urali settentrionali c’è un incredibile monumento geologico: sette formazioni rocciose alte tra i 30 e i 42 metri. Bizzarri idoli di pietra che sono tutto ciò che rimane di antiche montagne, erose nel corso di milioni di anni dai venti, dalle piogge e dal gelo. Questi pilastri di pietra sono sopravvissuti e resistono grazie a un forte scheletro di quarzo.

Questo luogo ha diversi nomi: “Manpupuner” (“Маньпупунёр”: si pronuncia “manpupunjór”, e nella lingua vogula significa “Piccola montagna degli idoli”), “Stolby vyvetrivanija” (“Pilastri di erosione eolica”), “Bolvano-iz” (nella lingua komi: “Montagna degli idoli”), “Mansijskie bolvany” (“Idoli dei Mansi”), mentre la gente del posto li chiama semplicemente “pupy” (“Ombelichi”). Anche se, essenzialmente non c’è “gente del posto” qui. Si tratta di uno dei posti più inaccessibili della Russia. Manpupuner si trova infatti a decine di chilometri dagli insediamenti più vicini, nella riserva Pechoro-Ilychskij della Repubblica dei Komi, non lontano dal confine con il Territorio di Perm, la Regione di Sverdlovsk e il Circondario autonomo degli Khanty-Mansi-Jugra.

C’è una bella e misteriosa leggenda sull’aspetto di queste rocce. La popolazione mansi considerava la collina su cui ora sorgono le rocce un luogo sacro. Nessuno poteva andarci. Ma una volta, sette giganti vennero da lontano con l’obiettivo di distruggere il popolo mansi. Salirono sulla montagna e furono pietrificati dal terrore.

Nel 2008, Manpupuner è stato eletto in una votazione popolare come una delle sette meraviglie della Russia insieme al Lago Bajkal, alla Valle dei geyser in Kamchatka e a questi altri luoghi.

L’Everest degli Urali

Per la sua bellezza e la sua natura incontaminata, questo è uno dei luoghi più ambiti dai turisti delle regioni vicine, che paragonano il viaggio a Manpupuner con la conquista dell’Everest. Non tutti sono in grado di giungere fin qui, e sinceramente per un principiante delle avventure nella natura una spedizione simile è controindicata.

Ivan Pechishchev, insegnante dell’Università Statale di Perm, è andato per la prima volta a conquistare Manpupuner 20 anni fa, subito dopo essersi diplomato a scuola. Ma prima di osare questa avventura, praticava già trekking a buoni livelli da 4-5 anni.

Il classico percorso a piedi dalla regione di Sverdlovsk è di 180 chilometri e richiede 6-7 giorni “di marcia” solo in una direzione. Tuttavia, il clima capriccioso degli Urali nel suo caso la prima volta rovinò tutti i piani: a causa delle forti piogge incessanti, il gruppo di Ivan dovette fare retromarcia dopo due terzi del cammino.

L’anno successivo, Ivan e il suo gruppo decisero di ripetere il tentativo. “Eravamo in anticipo sui tempi, carichi di adrenalina. Rispetto alla tabella di marcia di avvicinamento all’altopiano, andavamo al doppio della velocità. In tarda serata, già al buio, ci calammo lungo il pendio fino alla fonte del fiume Pechora e, senza dire una parola, nessuno volle riposare la mattina successiva. E quindi ci apparve, il Manpupuner, dietro una bassa montagna. E il giorno seguente lo abbiamo raggiunto, e abbiamo abbracciato i pilastri di pietra e sorriso al vento e alla pioggia, perché eravamo arrivati”, racconta Pechishchev.

Il potere della natura e i pensieri sull’eternità

Ivan crede che Manpupuner sia un luogo con una forza sovrannaturale negli Urali, dove vuoi sempre tornare: “La bellezza degli Urali non dà nell’occhio, non ci sono colori vivaci e cime innevate. Ma qui gli alberi nani della tundra, i fiori di campo, le vedute sul crinale montano e queste rocce che sono residui di antiche montagne danno origine a una bellezza straordinaria”.

Secondo Ivan, quando guardi i pilastri, molti pensieri mistici si affacciano involontariamente nella tua testa, e inizi a credere negli spiriti e alle leggende. “I geologi hanno una spiegazione razionale per la comparsa di questi pilastri, ma io non sono un geologo e mi sembrano un miracolo”, afferma.

Tornando a Manpupuner vent’anni dopo, Ivan ha avuto la sensazione dell’eternità: “Tu sei già completamente diverso, hai una famiglia, dei bambini… e i pilastri di pietra sono sempre gli stessi. Intanto il tempo è mutevole: il sole lascia rapidamente il posto alla pioggia e poi ritorna…”

Come arrivare fin qui e quando andare

Per arrivare a Manpupuner, bisogna prima ottenere l’autorizzazione dalla direzione della riserva. Il periodo preferito per le escursioni è agosto, ma alcuni turisti vanno a vedere i pilastri in inverno, tra febbraio e marzo, quando c’è già il primo timido sole primaverile ma ancora una fitta coltre di neve. In questo caso si può raggiungere Manpupuner in motoslitta.

Ci sono due percorsi principali per raggiungere questa meravigliosa località. L’itinerario “classico” è quello dalla regione di Sverdlovsk, che parte da Ivdel, una città di circa 15 mila abitanti. È di 180 chilometri, ed è quello che ha percorso Ivan Pechishchev. Questo itinerario è di per sé interessante, attraversa luoghi pittoreschi, e anche il famigerato Passo Djatlov, dove nel febbraio del 1959 morirono misteriosamente e macabramente nove turisti. Ivan dice però che ora c’è un’area attrezzata per i turisti sotto il passo, quindi non ha sperimentato alcun orrore mistico lì.

Molti turisti combinano la strada di ritorno con il rafting sul fiume, accorciando i tempi.

Un altro itinerario conduce qui dalla Repubblica di Komi. Il percorso a piedi è più breve e più facile, ma la logistica è più complicata: bisogna viaggiare in treno da Salekhard (per gli stranieri serve il lasciapassare dell’Fsb) fino alla città di Troitse-Pechorsk, quindi in auto o in autobus fino al villaggio di Jaksha (circa 1.000 abitanti), trovare lì una barca e navigare per quasi 200 km lungo il fiume Ilych. E da lì a Manpupuner mancano “solo” 38 km a piedi.

Per coloro che non vedono il romanticismo delle spedizioni a piedi di più giorni, c’è una visita in elicottero. Si decolla dalla città di Nyrob, nel Territorio di Perm, e il tempo di viaggio in una direzione non supera l’ora. Tale avventura costa da 42 mila rubli (525 euro) a persona in su, prezzo che include anche il trasferimento in autobus da Perm.

Pietre che ti rimangono nel cuore

Nel 2019, Ivan Pechishchev ha ripetuto il suo viaggio, arrivando a Manpupuner proprio in elicottero. Voleva finalmente mostrare questo posto magico a sua moglie, dopo molti anni di racconti. “Pensavo che dopo una visita così confortevole sull’altopiano, non avrei voluto tornare lì. E invece no! Ho visto le pietre ricoperte di muschio, le betulle e i salici nani, questi colori discreti della tundra di montagna, ho respirato l’aria umida, socchiuso gli occhi al vento e ho capito: non potrò fare a meno di tornarci”, ammette.

Ivan sta già programmando la sua prossima escursione a Manpupuner per quando i suoi figli saranno più grandi. “Quando arrivi a Manpupuner conquistandotelo con giorni di cammino, hai una grande ricompensa, che ti rimane nel cuore per sempre. Quando finalmente lo vedi, è davvero quell’Everest degli Urali a cui aspiravamo nella nostra gioventù si appassionati delle escursioni”, conclude.


Le foto di sette grandi montagne russe da scalare