Turismo, la Russia apre le porte agli italiani

Stretta di mano fra Palumbo e Medinskj.

Stretta di mano fra Palumbo e Medinskj.

ufficio stampa
È stata inaugurata a Roma la nuova sede di "Visit Russia", l’Agenzia Federale del Turismo. Un ponte fra i due Paesi voluto per promuovere l'immagine della Federazione all'estero, offrendo assistenza e consigli utili ai visitatori. Il Console russo in Italia, Sergej Patronov: "Ora lavoriamo per semplificare il regime dei visti"

Taglio del nastro in Italia per "Visit Russia", l’Agenzia Federale del Turismo russo che nei giorni scorsi ha inaugurato la propria sede italiana a Roma, in Corso Vittorio Emanuele; la quinta nel mondo dopo Germania (mercato di punta per il turismo russo), Finlandia, Emirati Arabi Uniti e Cina (in crescita esponenziale negli ultimi due anni). L’obiettivo è promuovere l’immagine della Russia e delle sue molteplici attrazioni in Italia, offrendo assistenza ai potenziali turisti italiani (prenotazioni on line, pratiche per i visti ecc.) e facendo conoscere una serie di itinerari naturalistici e culturali (da Bolgar, nel Tatarstan, luogo di nascita dell’Islam in Russia, al Lago Bajkal fino ad Astrakhan, luogo sacro per i buddisti) che vanno ben oltre le mete più note di Mosca e San Pietroburgo.

Taglio del Nastro, Francesco Palumbo e Vladimir Medinskj. Foto: ufficio stampa

Una mission evidenziata anche dal ministro della Cultura russo, Vladimir Medinskij, presente alla cerimonia d’inaugurazione. “Non siamo solo San Pietroburgo e Mosca – ha detto Medinskij -. La Russia è un Paese enorme e dalle bellezze infinite. Siamo gli unici al mondo ad avere tutte le zone climatiche esistenti e di conseguenza una biodiversità e una ricchezza ambientale senza eguali e poi un notevole patrimonio culturale e architettonico".

Secondo i dati Rosstat, tra gennaio e giugno di quest'anno in Russia sono arrivati 86.688 italiani, tra i quali circa 40mila con visto turistico. In direzione opposta, i cittadini russi confermano una grande attenzione verso il Belpaese: nello stesso periodo sono venuti in Italia 342.927 persone, tra cui 233.951 per svago.

"Dei circa 200mila italiani che vengono ogni anno in Russia, più della metà sono turisti ma è un numero che non ci basta, anche alla luce del milione di russi che visitano ogni anno l'Italia e dei tradizionali buoni rapporti tra i nostri Paesi”.

Uno dei passaggi fondamentali per potenziare il turismo verso la Russia resta la semplificazione delle pratiche per i visti, come spiegato dal Console russo in Italia, Sergej Patronov: “Ci stiamo impegnando molto per questo, come ad esempio attraverso la compilazione on line del questionario e il passaggio al passaporto biometrico (dotato cioè di un microchip che include le impronte digitali di entrambe le mani e la foto del viso, ndr) anche per i cittadini russi, come previsto dalla regolamentazione dell’area Schengen”.

I relatori. Foto: ufficio stampa

A rappresentare l’Italia, Francesco Palumbo del Ministero dei Beni Culturali che ha sottolineato come Italia e Russia abbiano in comune “due grandi attrazioni: gli aspetti paesaggistici e quelli culturali”. Poi, portando i saluti del ministro Dario Franceschini, ha ricordato che i due Paesi hanno appena firmato una dichiarazione congiunta di intenti "per sviluppare un piano di intervento per nuovi percorsi e nuovi investimenti reciproci". Palumbo ha poi spiegato a Russia Beyond the Headlines, a margine dell’incontro, in quale contesto s’inserisce il neo ufficio di “Visit Russia” in Italia:

“Si aggancia a due tipi di rete: quella degli operatori del turismo ed economici, che organizzeranno per i turisti russi ospitalità e visite, e quella delle agenzie di promozione, sia in ambito nazionale, attraverso l’Enit che si occupa maggiormente della parte internazionale, che nelle singole regioni, per garantire ai turisti anche altri servizi necessari sul territorio, come un’offerta culturale aperta, trasporti interni, attività culturali di sera”.

Un momento della presentazione. Foto: ufficio stampa

Uno scenario in cui il Mibact avrà un “doppio ruolo molto importante” ovvero “coordinare e organizzare l’offerta sul territorio e accompagnare eventualmente anche l’attività delle imprese che vorranno investire sui territori italiani”. Un processo che, a detta di Palumbo, non sarà rallentato dalla trasformazione in corso dell’Ente Nazionale Italiano del Turismo nel cosiddetto “Nuovo Enit”, che comporterà l’uscita dell’ente italiano dalla Pubblica Amministrazione.

“Questo passaggio è in piena fase di avvio”, rassicura Palumbo, e “dovrà segnare un forte slancio della velocità e capacità con cui l’Italia è promossa all’estero, azione che fino ad oggi è stata invece un po’ frammentaria, occasionale, legata principalmente alle fiere, e che invece potrà essere rilanciata con il ‘Nuovo Enit’, in accordo con la direzione generale del Turismo e quindi con i livelli territoriali”. 

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