La Bam, la Ferrovia Bajkal Amur, lunga 4.287 km, è stato il progetto più costoso dell’Unione Sovietica. E anche il più sofferto.
Fu iniziata ai tempi di Stalin, nel 1932. E Si voleva completarla in soli tre anni e mezzo, il che sta a dimostrare che i dirigenti del partito non capivano nulla di come fosse l’Estremo Oriente.
In Siberia, un lungo tratto della ferrovia passa in zone di permafrost, attraversando 11 fiumi e vasti territori della Jacuzia, della Chukotka e della Kolymá. Arrivare fin qui si rivelò più difficile che andare sulla Luna.
Tuttavia, la Bam era necessaria per valorizzare le terre ricche di risorse naturali, costruire nell’Estremo Oriente una base della Marina e creare un’alternativa alla Transiberiana.
Con Stalin si usò uno schema ormai collaudato: nella foresta furono portate decine di migliaia di detenuti. Per i primi 18 mesi dormirono sotto le stelle, scaldandosi con dei falò. Le tende non erano previste, anche se d’inverno la temperatura poteva scendere fino a -50 ºC. La razione giornaliera era di appena 400 grammi di pane.
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Successivamente, ai tempi di Brezhnev, quando i lavori furono ripresi, la propaganda di Stato trasformò la Bam in una bella storia di persone forti e coraggiose che riuscivano a domare la natura. Ai volontari si promettevano guadagni elevati. Le persone andavano in Siberia, perché volevano comprarsi una macchina o ottenere un appartamento. Per quanto riguarda la disponibilità delle merci (alimentari, mobili, vestiti), i negozi nelle nuove città, che sorgevano lungo la ferrovia, erano riforniti meglio di quelli di Mosca. C’erano però anche molti romantici che volevano semplicemente contribuire alla realizzazione del “sogno comunista”.
Malgrado la crisi degli anni Ottanta, il progetto della Bam fu ultimato due anni prima che crollasse l’Unione Sovietica e, con essa, l’idea comunista. Ai prezzi del 1991, era costata la cifra record di 17,7 miliardi di rubli.
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