Pietro il Grande fu il primo a tentare di diffondere in Russia la tradizione di decorare l’albero di Natale. Durante i suoi viaggi in Europa aveva notato come gli abitanti del luogo decorassero un abete per le festività invernali. Secondo altre ricerche, tuttavia, il monarca “prese in prestito” l’idea dai tedeschi che vivevano in Russia.
In un caso o nell’altro, il primo imperatore russo voleva modernizzare la celebrazione del Capodanno e colse l’occasione per introdurre una nuova tradizione tra i suoi sudditi, ordinando: “Nelle proprie case, nelle strade importanti, grandi e trafficate, per i nobili e nelle case designate per i funzionari religiosi e civili, si sistemino davanti agli ingressi alcune decorazioni con alberi e rami di pini, abeti e ginepri […] e per quanto riguarda il popolo, ognuno metta almeno un albero o dei rami sui cancelli o sulla propria abitazione”.
L’usanza, tuttavia, non prese piede, e dopo la morte di Pietro il Grande gli alberi decorati si trovavano solo nei bar. Venivano installati all’ingresso o sul tetto per segnalare agli analfabeti, che non sapevano leggere le insegne, i locali dove si poteva bere.
Forse la Russia si sarebbe persa questa bella tradizione se la consorte tedesca di Nicola I non avesse realizzato ciò che Pietro il Grande non era riuscito a fare quasi un secolo prima.
Il Natale di Carlotta di Prussia
Arrivata nel 1817 in quella Russia che sarebbe diventata la sua seconda patria, la principessa Carlotta (figlia di Federico Guglielmo III di Prussia e di Luisa di Meclemburgo-Strelitz) era molto preoccupata e pianse molto per la paura di incontrare la famiglia del suo fidanzato. Lo ha scritto nelle sue memorie. I Romanov, tuttavia, le riservarono un caloroso benvenuto. Il matrimonio con Nicola Pavlovich, all’epoca granduca e, dal 1825 imperatore di Russia con il nome di Nicola I, non era solo un matrimonio di convenienza, ma si basava anche sulla simpatia reciproca. Tuttavia, Aleksandra Fjodorovna (questo il nome che Carlotta di Prussia ricevette dopo essersi convertita al cristianesimo ortodosso) continuava a sentire la mancanza della sua casa e dei suoi cari.
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Forse fu anche questa nostalgia a spingerla a chiedere al marito di installare un albero di Natale nelle sue stanze a Mosca in occasione del 24 dicembre 1817, e lo decorò secondo le tradizioni prussiane. L’anno successivo, un albero di Natale fece la sua comparsa nella residenza imperiale, il Palazzo Anichkov di San Pietroburgo, e nel 1828, Aleksandra Fjodorovna, già imperatrice, organizzò la prima “festa dell’albero di Natale” per la famiglia imperiale.
Tali celebrazioni divennero un appuntamento fisso e la nobiltà della capitale adottò pian piano questa usanza straniera. Alla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento c’era un vero e proprio clamore per gli alberi di Natale, ma non tutti potevano permettersi questi piaceri festivi, dal momento che gli addobbi natalizi e gli alberi decorati erano costosi. I ricchi cittadini di San Pietroburgo iniziarono a competere tra loro per stabilire quale fosse l’albero di Natale più folto e più bello. Un albero artificiale era all’epoca qualcosa di sconosciuto.
Nacquero anche gli alberi di Natale “pubblici”. Il primo, decorato con strisce di carta colorata, fu innalzato alla stazione ferroviaria Ekaterinskij di San Pietroburgo nel 1852. Da lì, gli alberi di Natale si diffusero nelle sale ufficiali della nobiltà, degli ufficiali e dei mercanti, oltre che nei teatri e nei circoli.
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I festeggiamenti natalizi nel palazzo dei Romanov
Non solo i figli e i nipoti dell’imperatrice, ma anche i cortigiani partecipavano alle celebrazioni annuali con alberi di Natale, organizzate da Sua Maestà. I festeggiamenti iniziavano la vigilia di Natale, dopo la veglia notturna, ma in realtà la gente li attendeva fin dal mattino. “Venivamo sempre portati per primi nelle stanze interne di Sua Maestà; lì, alle porte chiuse di una sala da concerto o della rotonda del Palazzo d’Inverno, dove di solito si svolgeva la festa di Natale, lottavamo e ci spingevamo l’un l’altro, tutti noi bambini, compresi i figli dello zar, per avere la possibilità di entrare per primi nella sala”, ha ricordato la dama di compagnia della Corte, Maria Fredericks, parlando del giorno tanto atteso a palazzo.
Finalmente suonava una campana. “Eravamo quasi in preda alle convulsioni per l’impazienza”, così il granduca Konstantin Nikolaevich descriveva questo momento nel suo diario all’età di 12 anni. Non c’è da stupirsi: la campana era il segnale per far entrare i bambini nella stanza, che era illuminata da “mille candele” L’imperatrice conduceva i bambini, uno per uno, a tavoli separati con alberi di Natale, decorati con dolci e frutta, e distribuiva i regali.
“Potete immaginare quanta gioia, piacere e gratitudine sia esplosa in questo momento. Era tutto così carino, semplice, cordiale, nonostante tutto si svolgesse davanti all’imperatore e all’imperatrice; ma loro riuscivano, come nessun altro, con la loro gentilezza e la loro cura, a togliere ogni rigidità del galateo”, ha ricordato Maria Fredericks, notando che dopo la celebrazione potevano portare a casa l’albero di Natale per passare più tempo a guardarlo e a godersi le dolci decorazioni.
Man mano che i bambini crescevano, i regali per loro cambiavano: i giocattoli lasciavano il posto a libri, abiti e gioielli. Una volta, la figlia dell’imperatore, la granduchessa Aleksandra, trovò sotto l’albero di Natale un regalo assolutamente unico: il suo fidanzato, il principe Federico Guglielmo d’Assia-Kassel, che poco prima era arrivato a San Pietroburgo in segreto…
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Il misterioso incendio dell’albero di Natale
Anche i figli della famiglia imperiale preparavano sorprese per i loro genitori e per gli altri, preferendo realizzare qualcosa con le proprie mani: disegnare, ricamare o scolpire. Ad esempio, durante le lezioni di falegnameria i granduchi realizzavano mobili giocattolo per le case delle bambole e li regalavano alle loro sorelle.
Dopo lo scambio dei regali, i partecipanti alle celebrazioni si spostavano in un’altra sala con un grande tavolo decorato con eleganti oggetti di porcellana e cristallo. Lì si svolgeva una lotteria con le carte da gioco: l’imperatore annunciava la carta vincente e il fortunato proprietario si avvicinava all’imperatrice per reclamare il premio.
L’imperatore aveva il suo tavolo con un “albero di Natale”. Tuttavia, “era sempre contrario agli alberi di Natale”, ha ricordato la granduchessa Olga Nikolaevna nelle sue memorie. Questo perché il monarca temeva lo scoppio di un incendio e sospettò sempre dell’albero di Natale quando il Palazzo d’Inverno prese fuoco il 17 dicembre 1837.
Quella sera i bambini fecero la loro “piccola festa dell’albero di Natale”, organizzata a circa una settimana di distanza dalla “grande festa dell’albero di Natale”, per scambiarsi “vari regalino” in un cerchio ristretto. Nicola I suppose che l’albero, decorato con candele, fosse stato rovesciato e avesse innescato il disastroso incendio, ma i suoi sospetti non furono mai confermati, e l’usanza dell’albero rimase viva nella famiglia imperiale russa.
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