La “budjonovka”: storia del celebre copricapo dei soldati dell’Armata Rossa (FOTO)

L’elmo di stoffa, ampiamente utilizzato dopo la Rivoluzione, divenne uno dei suoi principali simboli

“Ti sei arruolato come volontario?”. Questo è un poster di Dmitrij Moor risalente ai tempi della Guerra civile russa; probabilmente uno dei manifesti più noti al mondo. Mostra un soldato dell’Armata Rossa che indossa un cappello che sarà ricordato nella storia come “budjonovka” (“будёновка”). 

Il cappello fu approvato nel 1918 come copricapo invernale dell’Armata Rossa degli Operai e dei Contadini. L’ordine del Soviet Militare Rivoluzionario descriveva in dettaglio come doveva essere questa componente dell’uniforme: “Un berretto che riprende la forma della testa, che si stringe verso l’alto e che ha l’aspetto di un elmo, e che si piega all’indietro, con coprinuca e visiera”. 

Era realizzato con sei spicchi identici di stoffa uniforme di colore mimetico. Nella parte anteriore veniva cucita una stella a cinque punte colorata (blu o rossa), e ad essa si attaccava un distintivo-spilla rosso. I primi distintivi avevano un aratro e un martello, mentre più tardi apparve il simbolo dell’Urss, la falce e martello

È ancora aperto il dibattito sulle origini di tali copricapi. Secondo alcuni resoconti, un elmo di stoffa di questa forma esisteva già in epoca zarista, e si sarebbe dovuto usarlo in caso di parata in onore della vittoria nella Prima guerra mondiale. Tuttavia, la parata non avvenne: nel 1917 scoppiò la Rivoluzione e gli elmetti rimasero nei magazzini. I bolscevichi li avrebbero semplicemente trovati in seguito e usati, attaccandoci una stella rossa. 

Ma questa versione non ha trovato conferme, quindi gli storici sono inclini a credere che il copricapo sia stato inventato sotto i bolscevichi. Fu persino indetto un concorso per la progettazione della futura budjonovka, a cui parteciparono artisti famosi, tra cui Boris Kustodiev

La forma della budjonovka ricorda l’antico elmo “erikhonka”. Tali elmi erano indossati dai bogatyr russi, gli eroi epici, tanto che all’inizio la budjonovka fu chiamata “bogatyrka”. 

Elmi simili sono raffigurati da Viktor Vasnetsov nel celebre dipinto “Bogatyry” (1898), quindi secondo una teoria, sarebbe stato lo stesso Vasnetsov a “inventare” il design della budjonovka. Tuttavia, non vi è alcuna conferma di questo.  

Viktor Vasnetsov.

Nel corso di tutta la Guerra civile (scoppiata nel novembre del 1917 e proseguita fino al 25 ottobre del 1922, con code regionali fino al luglio del 1923) le truppe dell’Armata Rossa portarono la budjonovka in testa. Ma il soprannome “budjonovka” apparve solo dopo il conflitto. 

L’elmetto in stoffa fu usato da diversi corpi dell’Armata, tra cui il Fronte Sud di Mikhail Frunze (1885-1925; nella foto a sinistra), e la cavalleria di Semjon Budjonnyj (1883-1973). All’inizio, il cappello prese il nome da entrambi i comandanti: “Frunzevka” e “Budjonovka” erano sinonimi. 

Mikhail Frunze (a sinistra) e Semjon Budjonnyj

Ma poi si è imposto nella memoria popolare il nome “budjonovka”, forse a causa di un amore speciale per Semjon Budjonnyj. La foto sotto mostra lo stesso Budjonnyj (il terzo da sinistra) con la budjonovka in testa tra un gruppo di senatori americani sulla Piazza Rossa.

La budjonovka non è solo un copricapo; divenne un simbolo della Rivoluzione e della lotta dei rossi, un importante simbolo politico che fu molto utilizzato dalla propaganda sovietica. Non poteva mancare alle parate che celebravano l’anniversario della Rivoluzione, anche in questa forma ipertrofica. 

La budjonovka era spesso indossata dagli eroi dei film popolari sovietici, per esempio dal soldato dell’Armata Rossa Petrukha in “Il bianco sole del deserto” (“Белое солнце пустыни”; 1969).  

O, ancora, da nonno Nechipor in “Svadba v Malinovke” (“Свадьба в Малиновке”; ossia “Matrimonio a Malinovka; 1967). Lui è lo starosta, il capo della comunità, e furbescamente indossa e toglie la sua budjonovka, a seconda di chi prende il potere nel villaggio. 

O dai famosi giovani eroi della lotta rivoluzionaria del film “Neulovimye mstiteli” (“Неуловимые мстители”; ossia “Vendicatori imprendibili; 1967).

Nel 1940 la budjonovka cessò di far parte dell’uniforme e fu sostituita da un cappello più caldo con paraorecchie. Tuttavia, era già diventata un attributo popolare indispensabile. Veniva indossato in varie manifestazioni. E i bambini giocavano con in testa la vecchia budjonovka dei loro padri e nonni.

Non si sbaglia se si dice che la budjonovka è uno degli accessori tipicamente russi. “Dove comincia la Patria? / Con le finestre che fiammeggiano lontano / Con la vecchia budjonovka di mio padre / Che abbiamo ritrovato nell’armadio”, dice la famosa canzone sovietica del film in quattro puntate “Shchit i mech” (“Щит и меч”; ossia “Lo scudo e la spada”; 1967)

La budjonovka è poi spesso di scena alle rievocazioni militari e alle parate.

Al giorno d’oggi una budjonovka è percepita come un attributo essenziale dell’immagine “russa”, al pari del kokoshnik e dell’ushanka; il colbacco. Viene anche indossata dai tifosi durante le partite della nazionale russa!

Gli stilisti creano copricapi alla moda in stile militare basati su questo modello, l’esempio nella foto è tratto dalla collezione di Marianne Rosenfeld (“ROSENFELD”) del 2008.

E, naturalmente, la budjonovka è un grande souvenir in stile russo da portare a casa dopo un viaggio in Russia!


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