Come si è formata la Federazione Russa?

Manifestanti espongono una bandiera russa gigante nella Piazza Rossa dopo il fallito colpo di Stato del 1991

Manifestanti espongono una bandiera russa gigante nella Piazza Rossa dopo il fallito colpo di Stato del 1991

Alain Nogues / Sygma / Getty Images
Ripercorriamo la storia dello Stato nato dalle ceneri dell’URSS

Durante il periodo di esistenza dell'Unione Sovietica (1922-1991), la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR), che faceva parte dell’URSS, è stata la repubblica più grande in termini di superficie, popolazione e potere economico. Copriva tre quarti del territorio dell'URSS e abbracciava la Russia centrale e meridionale, i territori del Caucaso settentrionale, tutta la Siberia e l'Estremo Oriente. La Bielorussia, l'Ucraina e gli Stati dell'Asia centrale (gli attuali Turkmenistan, Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan) non facevano parte della RSFSR. 

La RSFSR rappresentava oltre la metà della popolazione, due terzi dei prodotti industriali e circa la metà di quelli agricoli dell'Unione Sovietica. Tuttavia, non aveva alcuna autonomia politica in quanto tale, essendo completamente controllata dal governo dell'URSS.   

Il ruolo di Boris Eltsin

Boris Eltsin durante il XXVIII Congresso del Partito Comunista dell'URSS

Nel maggio 1990, Boris Eltsin fu eletto presidente del Consiglio Supremo della RSFSR, il capo della repubblica. Nel giugno 1990, la RSFSR emanò la Dichiarazione di Sovranità Statale della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, che dava priorità alle leggi repubblicane rispetto a quelle dell'Unione Sovietica: di fatto, si trattava di una rivoluzione senza spargimento di sangue.

Mikhail Gorbaciov, all'epoca presidente dell'URSS, affrontò Boris Eltsin. In risposta, Eltsin abbandonò il Partito Comunista dell'URSS, mentre nella RSFSR iniziarono i processi anti-sovietici: strade e città vennero riportate ai loro nomi storici (Kalinin venne ribattezzata Tver, Gorkij - Nizhniy Novgorod e così via). Nel dicembre 1990, il Natale (celebrato il 7 gennaio) fu dichiarato festa ufficiale nella RSFSR. La Costituzione fu modificata per includere termini sulle banche, sulla proprietà privata e così via. Nel luglio 1991 Boris Eltsin divenne il primo Presidente della RSFSR.

Gli eventi del 1991 e il crollo dell'URSS

Boris Eltsin si rivolge alla folla da sopra un carro armato

Il governo sovietico capì che la sovranità della RSFSR significava la caduta dell'Unione Sovietica. Nell'agosto 1991 ci fu un tentativo di colpo di Stato da parte di alcuni politici comunisti, che formarono l'autoproclamato Comitato di emergenza statale e deposero Mikhail Gorbaciov dal suo incarico di Presidente dell'URSS. Il 19 agosto 1991, l'esercito entrò a Mosca, mentre Boris Eltsin invitava la popolazione a opporsi al regime comunista.

In pochi giorni divenne chiaro che l'esercito non avrebbe seguito gli ordini del Comitato di emergenza statale. Il 22 agosto 1991, i membri del Comitato furono arrestati, mentre Boris Pugo, ex ministro degli Interni dell'URSS, si sparò prima di essere arrestato.

Il Comitato per lo Stato di Emergenza che ha cercato di impedire a Boris Eltsin di salire al potere

Il giorno seguente, Eltsin mise al bando il Partito Comunista nella RSFSR e ne nazionalizzò le proprietà: edifici, automobili e fondi.

Nei mesi di ottobre e novembre del 1991 si formò il nuovo governo; a dicembre il crollo dell'URSS era ormai imminente. L'8 dicembre 1991, fu creata dalla maggior parte degli ex membri dell'URSS la Comunità degli Stati Indipendenti, ponendo così fine all'esistenza dell'URSS.

Mikhail Gorbachev atterra a Mosca, agosto 1991

Il 25 dicembre 1991, alle 19:38, Mikhail Gorbaciov, Presidente dell'URSS, si dimise ufficialmente e la bandiera dell'URSS fu cambiata con il tricolore russo sul Cremlino di Mosca. Lo stesso giorno, il Soviet Supremo della RSFSR adottò una legge sul cambiamento del nome dello Stato: la RSFSR fu ribattezzata Federazione Russa (Russia).

 

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