Istituto Smolnyj: come vivevano le studentesse del primo istituto educativo femminile d’Europa?

Legion Media
Le ereditiere dai cognomi più illustri di San Pietroburgo conducevano un’esistenza estremamente spartana in questa scuola d’élite, dove non solo ricevevano una formazione brillante, ma si formavano anche un carattere indomito

Caterina II (la Grande), ispirata dall’idea di portare l’assolutismo illuminato in tutte le sfere della società, non trascurò la questione dell’istruzione femminile. L’Istituto Smolnyj per fanciulle nobili, da lei fondato alla fine del XVIII secolo, divenne la prima istituzione educativa statale per ragazze in Europa.

Balli di classe, 1913

Le pratiche dell’istituto erano in completa contraddizione con il modo in cui la maggior parte degli aristocratici dell’epoca vedeva il futuro delle proprie ereditiere. Lo Smolnyj era stato progettato per “ribaltare” atteggiamenti sociali ritenuti obsoleti. Sebbene le ragazze fossero orientate al matrimonio (e la maggior parte delle diplomate si sposavano poi con successo), i loro studi presso l’istituto avevano lo scopo di plasmare una donna di una nuova epoca, capace di nobilitare l’ambiente in cui sarebbe entrata e di educare i propri figli con lo stesso spirito illuminato.

Una vita da monastero

L’Istituto Smolnyj, come scuola femminile, è esistito dal 1764 al 1917, e i cambiamenti nell’organizzazione interna e nelle modalità di insegnamento in oltre 150 anni furono pochi. Fin dal 1765 iniziò ad ammettere ragazze di “bassa classe”, cioè non nobili (ad eccezione comunque delle serve della gleba). Le allieve erano divise in 4 classi d’età (erano ammesse all’istituto le ragazze dai 6 ai 18 anni), e ognuna di queste classi aveva un abito di diverso colore: le più giovani indossavano una veste color caffè, le ragazze della seconda fascia d’età erano in blu, la terza classe era caratterizzata da un colore grigiastro, e le ragazze più grandi giravano in bianco.

Le studentesse dello Smolnyj in attesa dei voti

Per insegnare alle giovani a camminare con leggiadria e grazia, le scarpe ufficiali erano pesanti e spesse: in questo modo le allieve acquisivano con facilità una bella andatura. Non erano ammessi ornamenti, e anche le acconciature erano uguali per ogni età: l’aspetto delle alunne era ascetico, modesto e ordinato.

Anche la dieta delle ragazze era ascetica, nonostante la loro giovane età. Al mattino le alunne bevevano una tazza di tè e mangiavano una pagnotta con burro e formaggio; occasionalmente le alunne hanno menzionato la kasha nelle loro memorie. A pranzo c’erano sempre una zuppa e dei pirozhki e per cena veniva loro di nuovo servita una pagnotta, tè o latte. Per non parlare del digiuno obbligatorio per motivi religiosi, durante il quale il cibo diventava ancora più scarso.

In mensa, 1889

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Aleksandra Sokolova, allieva dello Smolnyj negli anni Quaranta dell’Ottocento, ha ricordato a proposito dei pasti all’Istituto: “…Nessuno aspettava il Sovrano [Nicola I] quel giorno all’Istituto; quando all’improvviso si diffuse in tutto lo Smolnyj la notizia che era arrivato e aveva attraversato la porta interna o, per meglio dire, ‘di servizio’ , e non era in un posto qualsiasi, ma in cucina, questo lasciò alcuni sbalorditi, e mise altri nel panico…”

Un gruppo di studentesse nel 1909

Si seppe poi che lo zar, avvicinandosi al calderone in cui era stata appena bollita la zuppa di pesce, o meglio la ukhá, infilò un cucchiaio nel calderone, assaggiò l’intruglio piuttosto magro e disse: “Vi è dispiaciuto anche metterci un pesce da due soldi, eh… Beh, cosa c’è di secondo? Sì-sì… I miei soldati in caserma mangiano meglio!”.

Tale rigore nella formazione delle allieve era dovuto principalmente ad atteggiamenti pedagogici (ben noti oggi, ad esempio, nelle migliori public school inglesi). L’abitudine ad accontentarsi di poco temprava lo spirito delle ragazze e creava un carattere attivo, non soggetto allo sconforto e alla pigrizia, anche se tutta la vita successiva l’avrebbero trascorsa nel lusso. Alcuni sostengono anche che la razione limitata era dovuta al fatto che l’istituto era mantenuto a spese pubbliche (le famiglie delle ragazze non pagavano nulla per i loro indumenti né per il cibo) e che nelle cucine c’erano diversi furti da parte del personale.

Un momento di pausa tra le lezioni

Ai parenti era permesso inviare alle ragazze pacchi con denaro e dolci. Era consuetudine condividere il cibo con le amiche meno fortunate. Con il denaro ricevuto si potevano comprare altri dolci e pane rivolgendosi alle guardie (i tesori erano tenuti al sicuro nel dormitorio dalle ispettrici).

L’uguaglianza e le differenze di classe

La metà “piccolo borghese” dello Smolnyj, l’istituto Aleksandrovskij, aperto nel 1848, ospitava ed educava ragazze di origini inferiori: figlie di funzionari non di nobili origini, di mercanti e banchieri. 

Studentesse giocano a tennis, 1913

Le residenti della metà nobiliare, l’istituto Nikolaevskij, avevano alcuni vantaggi rispetto alle vicine di origini borghesi. Due volte all’anno viaggiavano in carrozze di corte con una scorta cerimoniale di ufficiali, sostenevano esami imperiali con la presenza di rappresentanti della famiglia reale, partecipavano a balli imperiali dove ballavano con granduchi e principi stranieri. Quando una ragazza borghese incontrava una nobildonna all’interno dell’istituto, ci si aspettava che facesse l’inchino per prima, e solo allora veniva ricambiata. 

Il dormitorio

Per altri aspetti, tuttavia, le condizioni di vita delle alunne delle due parti erano del tutto identiche. Le ragazze erano alloggiate in stanze che assomigliavano più a caserme. Una camerata ospitava circa dieci alunne, con solo un letto con un materasso duro, un piccolo comodino e una sedia. I dormitori erano particolarmente non confortevoli in inverno, con temperature che scendevano fino a 10 ºC. Le ragazze dovevano dormire sotto coperte sottili e fare il bagno in acqua gelida la mattina presto. Molte, soprattutto le nuove arrivate, si ammalavano in un batter d’occhio. Ma c’era un elemento positivo nell’ammalarsi: l’infermeria era calda, si poteva dormire e ci si nutriva ben di più, tanto che le signorine particolarmente intraprendenti, fingevano di tanto in tanto di essere ammalate.

Le nobili fanciulle dello Smolnyj sulla pista di ghiaccio, 1913 circa

Di chi si innamoravano le ragazze dell’istituto?

Medici e insegnanti erano gli unici uomini che le ragazze vedevano regolarmente durante i 12 anni di “prigionia” scolastica. Arrivavano all’istituto all’età di sei anni e non lo lasciavano fino al diploma, perché non erano ammesse vacanze (nel tempo, la durata del ciclo di studi venne accorciata più volte). Gli insegnanti venivano scelti di proposito già sposati, non giovani e preferibilmente con handicap fisici, per non far cadere in tentazione le fanciulle. Tuttavia, ciò non fu di grande aiuto e questi unici uomini disponibili divennero comunque oggetto di attenzioni. Le ragazze tagliavano pezzi dei loro cappotti di pelliccia per portarli con sé come reliquie, spruzzavano i cappelli degli insegnanti con il loro profumo, e facevano molte altre cose stupide di questo tipo. 

A lezione di musica, 1913 circa

Era anche consuetudine adorare una delle studentesse più anziane. Ogni ragazza junior sceglieva il proprio idolo e dimostrava il proprio affetto in modi che oggi possono sembrare piuttosto strani. Per dimostrare il loro amore, le ragazze potevano mangiare un pezzo del sapone dell’amata o fare ancora di peggio. Fortunatamente, più spesso l’adorazione si limitava a piccoli favori e lodi. “‘Adorare’ significava cercare di vedere l’oggetto del desiderio, che di solito era una fanciulla dell’alta società, e quando passava, gridarle dietro parole dolci in francese: ‘ange’, ‘beauté’, ‘incomparable’, ‘céleste’, ‘divine’, ‘adorable’, naturalmente non davanti alla signora della classe, e poi scrivere il nome dell’adorata su libri e quaderni con punti esclamativi e aggiungendo quelle stesse parole francesi”, ha ricordato nelle sue memorie Marija Sergeevna Uglichaninova, un’allieva dello Smolnyj negli anni Quaranta del XIX secolo.

A lezione di geografia
Lezione di pittura, 1889

Le ragazze potevano essere visitate dai loro genitori solo in presenza delle signore della classe e la loro corrispondenza veniva letta. Lo Smolnyj era un ambiente totalmente chiuso, dal quale era quasi impossibile fuggire. Tuttavia, le punizioni fisiche erano severamente vietate, quindi le ragazze che si comportavano male venivano pubblicamente svergognate: se una ragazza passava un bigliettino durante le lezioni, ad esempio, le veniva appuntato sul vestito e doveva portarlo lì come pubblica gogna. Come punizione veniva poi tolto loro il grembiule, il pranzo o, per a quelle dell’ultimo anno, veniva loro proibito di indossare abiti e acconciature da adulte. 

Ritratto di gruppo di studentesse e insegnanti, 1918


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