Ritratto dello zar Alessio Mikhajlovich, salito al trono nel 1645
ErmitageMolto prima che Fabergé arrivasse a corte, i gioielli per i monarchi russi erano realizzati da maestri greci. Ad esempio, per Alessio Mikhajlovich, che fu incoronato nel 1645, crearono dei gioielli speciali, noti con il nome di “barmy”, che venivano utilizzati per le occasioni cerimoniali e le incoronazioni. Si tratta di sette medaglioni con immagini della Vergine Maria, del Bambino Gesù e di santi, miracoli e apostoli, decorati con pietre preziose, tra cui 248 diamanti. Erano fissati a un ampio colletto che copriva il petto e le spalle del sovrano.
I “barmy”, speciali decorazioni da colletto realizzate da maestri greci
Wikipedia/ShakkoNella vita di tutti i giorni lo zar non li indossava, ma poteva ornarsi con una varietà di anelli: con intagliati disegni vari, stemmi e aquile a due teste.
Pietro il Grande in costume russo
Dominio pubblicoLo zar riformatore non sarebbe stato lui se non avesse trovato anche per i gioielli un uso pratico. Utilizzò i suoi anelli come sigilli e come ricordo di tappe importanti del suo regno e della sua vita. Una di queste lo ritrae come carpentiere con attrezzi da cantiere navale.
Un anello di smeraldo era ornato da un’immagine scolpita di Pietro con scettro e globo crucigero circondato dall’iscrizione “Zar e Granduca Pjotr Alekseevich di tutte le Russie”. Un’altra incisione sull’anello recita: “Dove c’è verità e fede ci sarà anche forza” ed è molto simile a una delle celebri frasi dell’autocrate.
La croce pettorale di Pietro il Grande
Wikipedia/ShakkoNon dimenticò la cura dell’anima: la croce pettorale non era solo un simbolo religioso, ma anche una vera e propria opera d’arte. Al centro del lato anteriore si trova un’altra croce sovrapposta fatta di smeraldi, mentre il rovescio reca una raffigurazione del santo patrono del monarca, l’apostolo Pietro.
La corona da Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta di Paolo I
Wikipedia/ShakkoIl figlio di Caterina II (la Grande) non si considerava un modaiolo, ma sceglieva il meglio. Nel 1798 fu insignito di una corona speciale (una tra le cinque più sontuose dei Romanov) come Gran Maestro dell’Ordine di Malta. Non era abbellita da gioielli, ma aveva solo otto archi dorati che convergevano verso l’alto e che reggevano una mela. E su di essa si ergeva la croce degli Ospitalieri in smalto bianco. Insieme alla corona, Paolo I ricevette un anello di diamanti. Sotto la gemma era stata posta una pellicola che le conferiva un colore rosso intenso. L’imperatore possedeva anche una spada militare realizzata per lui da artigiani di San Pietroburgo, con l’elsa tempestata di rubini, diamanti e zaffiri. E la parte finale a forma di elmo ricorda che Paolo I era a capo dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.
La spada di Paolo I
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L’imperatore Alessandro II
Dominio pubblicoNel 1834, in una miniera di smeraldi nei pressi di Ekaterinburg, fu trovata una gemma insolita. Il suo colore variava dal verde intenso al viola intenso e persino al rosso intenso, a seconda della luce. Il minerale prese il nome dallo tsesarevich (a differenza dello zarevic, che era ogni figlio dello zar, lo tsesarevich era l’erede con il diritto di salire al trono) Aleksandr Nikolaevich, che quell’anno festeggiava la sua maggiore età: fu chiamato alessandrite (è una varietà di crisoberillo). La pietra era rara e molto costosa, e solo gli aristocratici potevano permettersi un dono così esclusivo. E il principale possessore fu, ovviamente, Alessandro II; la indossava sempre. L’Imperatore dimenticò l’anello con la pietra solo una volta, il giorno in cui fu assassinato in un attentato…
Gemma di alessandrite, una rara varietà di crisoberillo. Prende il nome dal futuro zar di Russia Alessandro II
Aleksandr Rudny (CC BY 4.0)Dipinto di Mihály Zichy “Matrimonio del Granduca Aleksandr Aleksandrovich [Alessandro III] con Marija Fjodorovna [Dagmar di Danimarca]”
ErmitageLo zar Nicola Aleksandrovich, figlio maggiore di Alessandro II, si preparava a sposare la principessa Dagmar di Danimarca. Le fedi nuziali con grandi diamanti erano già state ordinate. Ma il matrimonio non ebbe luogo: l’erede al trono morì di meningite tubercolare. Tuttavia, l’alleanza con la casa regnante danese fu conclusa e Dagmar sposò lo zarevic Aleksandr Aleksandrovich. Al matrimonio scelsero di usare gli stessi anelli già pronti. E fu stabilita una nuova tradizione: si decise di usarli anche per i successivi matrimoni degli eredi al trono. E così fu: il matrimonio di Nicola II e Aleksandra Fjodorovna fu suggellato con quegli anelli. L’ultimo imperatore russo non se ne separò mai fino alla sua morte.
L’album speciale su cui Nicola II disegnava i suoi gioielli
Musei del Cremlino di MoscaIl regalo più comune per gli uomini, adatto a tutte le occasioni, erano i gemelli. Questi accessori erano forniti, tra gli altri, dalla ditta Carl Fabergé, che creava piccoli capolavori associati a date importanti della vita della famiglia Romanov o a festività. Per Alessandro III, ad esempio, hanno creato una coppia con le iniziali in diamanti incastonati in smalto blu e una coppia non convenzionale in rodonite con il monogramma in rilievo.
L’album speciale su cui Nicola II disegnava i suoi gioielli
Musei del Cremlino di MoscaAnche Nicola II ricevette dei gemelli da polso, con nomi, temi e decorazioni. Come i suoi predecessori, lo zar teneva un album speciale in cui erano annotati tutti i regali che ricevette nel corso di un quarto di secolo. Per i vent’anni ricevette i tradizionali gemelli da polso con il monogramma XX, mentre dalla sua fidanzata, la futura imperatrice Aleksandra Fjodorovna, ne ricevette un paio a forma di chiavi con diamanti e rubini.
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