Come fece un imperatore russo a diventare Cavaliere di Malta?

Kira Lisitskaya (Foto: danilovi/Getty Images; Museo Russo)
Il sogno d’infanzia di Paolo I si avverò. Ma alla fine lo portò alla rovina…

Un giorno di novembre del 1796, diverse carrozze coperte di polvere arrivarono al Palazzo Gatchina, dove risiedeva l'imperatore Paolo I di Russia.

Il cameriere riferì allo zar che i Cavalieri del Sovrano militare ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme chiedevano udienza. Il conte Giulio de Litta, il Cavaliere di Malta che guidava la delegazione, si rivolse all'imperatore con un discorso commovente:  “Vagando per il deserto arabo e vedendo il castello, abbiamo scoperto chi vive qui e ora gli offriamo il titolo di Gran Maestro...”.

Cosa spinse i cavalieri maltesi, membri di un ordine cattolico, a far visita all’imperatore di un paese ortodosso? Come si scoprì in seguito, la mossa faceva parte di una grande manovra politica che, alla fine, portò Paolo I al disastro.

Lo zar protettore

Semjon Poroshin, tutore del granduca Paolo, scrisse nel 1765, quando il granduca aveva appena nove anni: “Ho letto a sua altezza il libro sull'Ordine di Malta. In seguito si è divertito, fingendosi un Cavaliere di Malta”. Il libro era “Storia dei Cavalieri ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme” di René-Aubert Vertot, storico dei Cavalieri di Malta.

Il libro impressionò così tanto il piccolo Paolo, che egli conservò questo fascino verso i Cavalieri Maltesi per tutta la vita; e quanto fu felice, quando, già imperatore, ebbe la possibilità di aiutare il suo amato Ordine, e di diventarne persino il protettore! Tuttavia, l'affetto di Paolo sarebbe stato abilmente sfruttato da altre parti.

Alla fine del XVIII secolo, i Cavalieri di Malta stavano attraversando drastiche difficoltà finanziarie. L'Ordine era stato precedentemente abolito in Francia in seguito alla Rivoluzione Francese, e il nuovo governo francese nel 1792 ne sequestrò i beni e le proprietà. Nel 1796, il conte Giulio de Litta fu inviato in Russia per negoziare ogni possibile aiuto, con risultati sorprendenti.

Ritratto del conte Giulio Litta (1763-1839)

Paolo I, euforico per il riconoscimento da parte dei Cavalieri di Malta, e probabilmente ancora di più per l'immagine romantica di quei cavalieri erranti che gli chiedevano aiuto, creò il “Gran Priorato Russo” per sostenere l'Ordine. A partire dall'agosto del 1797, circa il 90% delle entrate dell'Ordine furono generate dalla Russia. In riconoscimento di ciò, nel novembre 1797, il conte Litta fece un’altra visita cerimoniale allo zar. Accompagnato da diversi cavalieri maltesi, Litta trasmise la gratitudine di Ferdinand von Hompesch, Gran Maestro dell'Ordine, e chiese a Paolo di dichiararsi Protettore dell'Ordine, cosa che l'imperatore accettò con gioia.

Paolo I, tuttavia, non divenne Gran Maestro dell'Ordine fino a quando Malta non fu conquistata da Napoleone. Ciò accadde abbastanza bruscamente nel giugno del 1798, quando Bonaparte iniziò la sua campagna in Egitto. La flotta francese circondò Malta, prendendola (senza spargimento di sangue) in un solo giorno. Ferdinand von Hompesch, il Gran Maestro, fu costretto a dimettersi e fu cacciato da Malta, che divenne territorio francese. “Ora abbiamo la posizione più forte in Europa nel centro del Mar Mediterraneo, e coloro che vogliono spodestarci da lì, pagheranno un caro prezzo”, scrisse Napoleone.

Un Gran Maestro indesiderato

La Valletta, capitale di Malta, 1890 circa

Paolo I era furioso quando apprese della cattura di Malta, l'isola che considerava quasi sua. Allo stesso tempo, la flotta inglese sotto l'ammiraglio Nelson bloccava l'isola dal mare, e l'Impero Ottomano cercava di prendere le isole greche ioniche dalla Francia. In queste circostanze, Paolo iniziò a pianificare un'unione militare con l'Inghilterra e gli ottomani contro la Francia.

Allontanati dalla loro isola, i Cavalieri maltesi si recarono in massa a San Pietroburgo per chiedere aiuto al loro protettore. Paolo concesse ai Cavalieri uno splendido palazzo a San Pietroburgo, mentre il conte Litta, che era di nuovo il portavoce dell'Ordine alla corte russa, dichiarò che l'ex Gran Maestro von Hompesch aveva tradito i Cavalieri e doveva essere deposto. Papa Pio VI, incaricato di nominare il nuovo Gran Maestro, era interessato a preservare l'Ordine: ed è per questo che, contro ogni regola, fu nominato nuovo Gran Maestro uno zar ortodosso, in seconde nozze e con figli.

Ritratto di Paolo I come Gran Maestro dell'Ordine di Malta. 1801, di Salvatore Tonci

La cerimonia si tenne il 29 novembre 1798. I cavalieri, indossando abiti neri e cappelli con piume bianche, si riunirono nella sala del trono del Palazzo d'Inverno. Lo storico Evgenij Karnovich scrisse: “Litta, a nome del cavalierato maltese, chiese allo zar di assumere il titolo di Gran Maestro. In seguito, il principe Kurakin e il conte Kutaisov gettarono sulle spalle dell'imperatore un mantello di velluto nero foderato di ermellino, e Litta, inginocchiato, gli presentò la corona di Gran Maestro. Litta gli porse poi una spada, il “pugnale della fede”. Accettando la regalia del nuovo potere, l'imperatore si rivelò molto eccitato, e i presenti notarono che i suoi occhi si riempivano di lacrime di piacere”.

Il titolo di Gran Maestro fu incluso nel titolo ufficiale dell'imperatore russo, e la Croce di Malta fu inserita nell'emblema dell'Impero russo. Per la maggior parte dei russi, tutto questo era un mistero. Perché uno zar ortodosso avrebbe dovuto presiedere un antico ordine cattolico? Nessuno lo sapeva veramente. Evidentemente Paolo sognava di unire tutte le potenze cristiane d'Europa sotto la sua guida contro la Francia rivoluzionaria e Napoleone in persona. 

Tuttavia, Paolo divenne Gran Maestro solo de facto. Non fu mai elencato tra i Gran Maestri ufficiali dell'Ordine, e il suo tempo con questo titolo fu purtroppo molto breve.

Doppio tradimento

La corona maltese che Paolo I usava come Gran Maestro dell'Ordine di Malta

Quando Paolo divenne Gran Maestro dell'Ordine, considerò immediatamente Malta territorio russo, anche se era ancora controllata dalla guarnigione francese e bloccata dal mare dalla flotta inglese. Poteva l'imperatore essere davvero così ingenuo? Probabilmente no, perché in realtà stava pianificando una campagna militare insieme a Francesco II, imperatore del Sacro Romano Impero, e allo stesso tempo, imperatore d'Austria. Francesco II era anche un ex protettore dei Cavalieri di Malta, e per suo conto, riconoscendo lo status di Gran Maestro di Paolo, gli inviò una reliquia unica: la mano destra di Giovanni Battista, la mano che presumibilmente battezzò Gesù Cristo nelle acque del fiume Giordano. La mano esiste ancora ed è ora conservata nel monastero di Cettigne in Montenegro.

La mano destra di San Giovanni Battista in un monastero del Montenegro

Nel 1799, la Russia e l'Austria iniziarono insieme la guerra contro Napoleone in Italia. Aleksandr Suvorov, l'invincibile comandante russo, fu inviato da Paolo I in Europa per comandare l'esercito russo. Tuttavia, nonostante le imprese eroiche dei soldati di Suvorov, la Russia fu tradita. Dopo la straziante traversata delle Alpi, Suvorov si ritrovò in Svizzera, abbandonato dai suoi alleati austriaci. Infuriato di nuovo, Paolo scrisse a Francesco II dicendogli che avrebbe ritirato il suo sostegno militare. La Russia era già pronta a lasciare la coalizione anti-napoleonica, quando, nel settembre del 1800, fu inferto il colpo finale: l'Inghilterra catturò Malta.

Il palazzo Vorontsov (maltese) a San Pietroburgo, quello che Paolo I regalò ai cavalieri maltesi

Il 4 settembre 1800, l'ammiraglio Nelson prese Malta senza alcuno sforzo reale: la guarnigione francese stava già morendo di fame da mesi a causa del blocco inglese dal mare. Inoltre, Horatio Nelson ebbe il coraggio di inviare a Paolo la sua spada: un gesto di umiliazione per l'imperatore russo. Questo mandò Paolo fuori di sé. Ruppe immediatamente tutte le relazioni diplomatiche con l'Inghilterra e pose un embargo su più di 200 navi inglesi che in quel momento stazionavano nei porti russi.

Alla fine, la posizione di Paolo come Gran Maestro dell'Ordine di Malta e il suo desiderio di controllare Malta come roccaforte nel Mediterraneo misero la Russia nei guai. Prendendo le distanze dall'Inghilterra, Paolo si rivolse al suo ormai ex nemico, Napoleone Bonaparte, suggerendo che Russia e Francia si alleassero contro l'Inghilterra. Napoleone era ansioso di farlo, e offrì a Paolo un piano di conquista dell'India britannica. Il piano era già in corso, quando l'intelligence britannica assistette con successo all'assassinio di Paolo I.

La Cappella Maltese a San Pietroburgo

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Alessandro I, figlio di Paolo e successivo imperatore, non ebbe alcun interesse a sostenere i Cavalieri di Malta. Non assunse lo status di Gran Maestro dell'Ordine, ma ne rimase il protettore per altri due anni, fino al 1803. La croce maltese fu rimossa dall'emblema dell'Impero russo e nel 1817 l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme fu rimosso dalla lista degli ordini russi. Alla fine, i sogni di cavalleria e di onore cavalleresco di Paolo si scontrarono con la dura realtà delle relazioni europee.

 

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