Perché è stato eseguito un inno russo ortodosso al funerale della Regina Elisabetta II?

Il feretro della regina Elisabetta II viene trasportato, per il servizio funebre, nella Cappella di San Giorgio all’interno del Castello di Windsor, 19 settembre 2022

Il feretro della regina Elisabetta II viene trasportato, per il servizio funebre, nella Cappella di San Giorgio all’interno del Castello di Windsor, 19 settembre 2022

Jonathan Brady/AFP
Secondo quanto riferito, si è trattato dell’ultimo omaggio della sovrana al marito Filippo, scomparso nel 2021

Il fatto che ai funerali della Regina Elisabetta II sia stato eseguito un inno russo ortodosso in mezzo ai tradizionali canti e preghiere del funerale anglicano ha lasciato perplessi alcuni osservatori. Eppure, non c’è nulla di cui sorprendersi. Si dice che la preghiera ortodossa sia stata eseguita su volontà personale della regina.

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Il “Contacio russo sulla melodia di Kiev”

Durante il funerale della Regina Elisabetta II, il coro ha intonato un inno noto come “Contacio russo sulla melodia di Kiev”. Questa antica preghiera ha radici nella liturgia ortodossa russa. Il termine “contacio” viene dal greco “κοντάκιον” (“kontákion”) e indica un inno diviso in un numero vario di stanze (chiamate «oikoi») e accompagnato dalla melodia.

 Il testo dell’inno in inglese, arrangiato da Sir Walter Parratt (1841-1924) è il seguente:

“Give rest, O Christ, to thy servant with thy saints:

where sorrow and pain are no more;

neither sighing but life everlasting.

Thou only art immortal, the creator and maker of man:

and we are mortal formed from the dust of the earth,

and unto earth shall we return:

for so thou didst ordain,

when thou created me saying:

Dust thou art und unto dust shalt thou return.

All we go down to the dust;

and weeping o’er the grave we make our song:

Alleluia, alleluia, alleluia.”

Ossia:

Dona riposo, o Cristo, al tuo servo assieme ai tuoi santi:

dove non ci sono più dolore e tristezza;

né sospiri, ma la vita eterna.

Tu solo sei immortale, creatore e artefice dell’uomo:

e noi siamo mortali, formati dalla polvere della terra,

e alla terra torneremo:

perché così hai ordinato,

quando ci hai creato dicendo:

Polvere sei e polvere ritornerai.

Tutti noi scendiamo nella polvere;

e piangendo sulla tomba cantiamo:

Alleluia, alleluia, alleluia.” 

In russo questo tipo di inno si chiama “Кондак” (kondák). Nella Chiesa ortodossa russa, viene tradizionalmente eseguito durante le funzioni dedicate ai defunti. Tra queste, i funerali e le commemorazioni, così come le funzioni del Sabato dei genitori, un giorno di ricordo speciale per i cristiani ortodossi deceduti. 

I presenti, tra cui re Carlo III (primo da sinistra nella seconda fila) intonano un inno sacro durante i funerali della regina Elisabetta II, nella Cappella di San Giorgio all’interno del Castello di Windsor, 19 settembre 2022

In sostanza, la preghiera esprime il dolore del lutto, ricordando al contempo la speranza cristiana della vita eterna. Cantando questo inno, i credenti chiedono a Dio di far andare l’anima che ha appena lasciato il corpo a riposare nello stesso luogo in cui risiedono le anime dei santi.

Perché è stato eseguito durante i funerali della Regina Elisabetta II?

Buckingham Palace non ha fornito alcun commento ufficiale sul perché l’inno ortodosso sia stato incluso tra le preghiere anglicane tradizionali. Tuttavia, lo stesso “Kontakion russo sulla melodia di Kiev” era stato eseguito anche durante il servizio funebre del marito della Regina, il Duca di Edimburgo, nel 2021.

Secondo i mass media, Elisabetta II ha voluto includere nel suo funerale la preghiera ortodossa per rendere un ultimo omaggio al marito, il Principe Filippo, e alle sue radici russe.

L’adesione del Principe Filippo alla fede ortodossa per tutta la vita

Le radici russe del Principe Filippo sono ben note. Entrambi gli antenati paterni e materni del Duca di Edimburgo sono imparentati con la famiglia imperiale russa. 

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Filippo, duca di Edimburgo, padrino della bambina, solleva la principessa Marija dal fonte battesimale dopo il battesimo nella chiesa ortodossa serba. La bambina è figlia della nipote di Filippo, la Principessa Cristina Margherita d'Assia-Kassel, e del Principe Andrea Karađorđević

Inizialmente fedele della Chiesa greco-ortodossa, Filippo dovette convertirsi all’anglicanesimo per sposare la principessa britannica.

Più tardi nella sua vita, si dice che il Principe Filippo abbia fatto dei tentativi privati di esplorare le sue radici visitando il Monte Athos, un importante centro del monachesimo ortodosso orientale. Gli osservatori hanno anche notato che quando si faceva il segno della croce, lo faceva in modo ortodosso: da destra a sinistra.


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