Perché in Urss si costruivano palazzi rotondi? (FOTO)

Mikhail Kolobayev/Mos.ru (CC BY 4.0)
Gli architetti sovietici hanno sperimentato molto nella forma degli edifici residenziali. Prima, alla ricerca di un modo di risparmiare spazio, poi per dimostrare la grandezza del Paese

La sperimentazione di edifici dalla forma circolare in Russia iniziò molto prima della Rivoluzione d’Ottobre. Negli anni Venti del XIX secolo fu costruito il primo palazzo circolare a San Pietroburgo: la “Casa Anello”. Gli appartamenti che ne facevano parte erano dati in affitto. 

Per quanto riguarda il Novecento, la casa privata d’avanguardia dell’architetto Melnikov, costruita a forma di cilindro alla fine degli anni Venti, è molto conosciuta a Mosca.

Le forme circolari divennero uno dei metodi preferiti nello stile architettonico del costruttivismo e furono utilizzate attivamente in diversi edifici, dai sanatori ai teatri d’opera. Alla fine degli anni Venti, a Taganrog fu costruito il Club dei lavoratori del metallo, la cui sagoma ricordava la testa di una chiave inglese.

Nel 1932, sempre a Taganrog, fu costruito un palazzo di tre piani a forma di lettera С (la S cirillica), o di anello spezzato. È considerata la prima casa rotonda dell’Urss e i primi inquilini furono gli operai della fabbrica Krasnyj Kotelshchik.

Non si sa chi ne sia l’architetto. In epoca sovietica si riteneva che l’autore del progetto fosse Mikhail Kondratjev (1879-1943), che ha costruito il complesso residenziale a zig-zag “Novyj Byt” a Rostov sul Don. Tuttavia, in seguito, gli storici locali hanno iniziato a credere che abbia messo lo zampino nel progetto Ivan Taranov-Belozjorov (1906-1979), che ha progettato diverse stazioni della metropolitana di Mosca. 

L’“Edificio residenziale degli operai della fabbrica ’Krasnyj Kotelshchik’” (questo, ancora oggi, il nome ufficiale del palazzo) ha 36 appartamenti. Inizialmente c’erano bagni in comune per diverse famiglie, ma ora ognuno ha il proprio bagno. È interessante notare che in un palazzo considerato “modello” e “di prestigio” i bagni fossero in corridoio, e che le fognature e l’impianto idraulico siano stati installati solo 30 anni dopo la costruzione, già negli anni Sessanta.

All’interno del palazzo c’è un accogliente cortile chiuso su cui si aprono le porte di tutti gli appartamenti. Il secondo e il terzo piano condividono un balcone che circonda il cerchio della casa. L’edificio è stato ristrutturato dieci anni fa.

La forma circolare simboleggiava l’unità e la vita in comune: l’abitazione sovietica ideale, tutta in vista e con balconi e cortile in comune. I materiali utilizzati erano i più semplici possibili, ma la casa era costruita in modo solido (ha 90 anni, ma è in perfette condizioni). 

Naturalmente esistono molte leggende sull’aspetto di un edificio così insolito. Secondo una, l’edificio a forma di C era solo il primo e c’erano piani per la costruzione di altri tre edifici, che insieme avrebbero formato la sigla “СССР” (“URSS” in russo).  Un’altra leggenda sostiene che le pietre della vicina chiesa dell’Arcangelo Michele, distrutta dai bolscevichi, siano state utilizzate per costruire le fondamenta della casa. 

All’inizio degli anni Trenta, anche a Ivanovo fu costruita una casa a ferro di cavallo in stile costruttivista. Il palazzo era per i dipendenti dei servizi di sicurezza dello Stato ed era sperimentale. Si riteneva che la forma semicircolare rendesse gli alloggi più compatti, facesse risparmiare spazio urbano e permettesse a più persone di vivere in un’area più limitata.

Tuttavia, questi esperimenti non hanno mai dato impulso alla costruzione di massa di tali edifici circolari. E negli anni Cinquanta e Sessanta il grave problema degli alloggi venne risolto con costruzioni più semplici: le case squadrate dette “Khrushchjovki”, dal nome del leader sovietico Nikita Khrushchev. 

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Tuttavia, gli esperimenti con forme arrotondate proseguirono anche in seguito. Dopo che Mosca fu scelta come sede delle Olimpiadi del 1980, le autorità decisero di sorprendere gli ospiti anche con le infrastrutture e costruirono nuovamente palazzi rotondi. Ne volevano fare cinque, per l’esattezza, per comporre, se visti dall’alto, l’immagine dei cerchi olimpici. I due anelli, progettati dall’architetto Evgenij Stamo e dall’ingegnere Aleksandr Markelov, apparvero sulle vie Nezhhinskaja e Dovzhenko negli anni Settanta. Erano edifici enormi con più di 900 appartamenti. 

Si scoprì però che era estremamente costoso e difficile costruire edifici così fuori standard. E l’ambizioso piano venne concluso con due edifici.

In seguito, si scoprì anche che vivere in una casa del genere aveva molti svantaggi: era difficile entrare nel cortile, perché si poteva accedere solo attraverso gli archi, e non c’era un parcheggio sufficiente. Gli appartamenti con finestre che si affacciano sul cortile sono spesso molto bui e per questo si spende di più in elettricità. Inoltre, la mancanza di luce provocava umidità e muffa. Gli appartamenti non avevano pareti rette, il che rendeva difficile la posa della carta da parati e dei pavimenti, e i mobili sovietici standard non volevano adattarsi all’insolito design delle stanze. Inoltre, il cortile era come un grande pozzo di cemento, che creava una forte eco anche in caso di una semplice conversazione.

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