Sei cortili di San Pietroburgo che valgono assolutamente una visita

Legion Media
Trovare l’accesso a questi angoli nascosti vi condurrà in un luogo magico e segreto, pieno di mosaici, di perle architettoniche, o dove i desideri si realizzano

1 / La Casa anello

Una bella casa semicircolare al civico 92 del lungofiume della Fontanka attira l’attenzione già dall’esterno, ma nasconde il suo principale miracolo architettonico all’interno; nel cortile. Il fatto è che, in origine, era una casa di appartamenti in affitto e ai proprietari non piaceva che ci fosse un grande cortile inutilizzato, dal quale non avrebbero potuto guadagnare nulla. Così l’architetto Iosif Charlemagne (1782-1861) trovò un modo per sfruttare meglio lo spazio, e costruì là al centro un palazzo rotondo a tre piani (“Дом кольцо”; “Dom koltsó”: “Casa anello”), che ospitava altri appartamenti in affitto. Il cortile è così un anello ideale che lascia entrare molta luce. Ora è uno degli edifici più antichi di San Pietroburgo. La casa rotonda è famosa anche per i suoi affittuari: i genitori del grande poeta russo Aleksandr Pushkin (1799-1837) vissero qui in uno degli appartamenti per sette anni. Al giorno d’oggi, gli appartamenti hanno cambiato destinazione d’uso e nel palazzo hanno sede diverse società.

2 / Palazzo Bak

Altro palazzo di appartamenti in affitto, quello su via Kirochnaja 24 è stato costruito dall’architetto Boris Girshovich (1858-1911) nel 1905 in stile Art Nouveau. Il proprietario era un ingegnere ebreo di nome Julian Bak (1860-1908). Il palazzo (“Дом Бака”; “Dom Baka”) ha un complesso di cortili e uno di questi è particolarmente interessante. Ha anche speciali gallerie al secondo e al quinto piano, che collegano l’edificio principale a una dépendance. Le gallerie aeree consentono agli abitanti dell’edificio secondario di accedere ai loro appartamenti direttamente dalla via Kirochnaja. Questo era considerato più prestigioso, rispetto all’ingresso dal cortile, e aumentava i prezzi degli affitti.

Bisogna sottolineare come Julian Bak non fosse solo un ingegnere, ma anche il fondatore e l’editore di “Rech”, il giornale del Partito dei Cadetti (Partito Democratico Costituzionale). La redazione di “Rech” occupava uno degli appartamenti del Palazzo Bak.

3 / Il Cortile degli spiriti

Anche l’Isola Vasilevskij di San Pietroburgo nasconde un luogo misterioso. Questo è il “Cortile degli spiriti”, uno dei cortili al civico 5 della 4ª linija [un tipo di via, ndr] V.O. [V.O. è l’abbreviazione di Isola (ostrov, in russo) Vasilevskij, ndr]. La leggenda vuole che il cortile abbia preso questo nome per via di uno degli abitanti del palazzo, il pittore russo Nicholas Roerich (Nikolaj Rerikh; 1874-1947), celebre per il suo misticismo. Questo è un classico cortile a pozzo, dalle dimensioni di una piccola stanza e con un aspetto davvero cupo. In precedenza, aveva anche una rete metallica sopra, che lo rendeva ancora più deprimente. Ora sono rimasti solo pochi pezzi del metallo che la reggeva.

Il “Cortile degli spiriti” (“Двор Духов”, “Dvor Dukhov”) è considerato il luogo adatto per esprimere desideri. Uno deve stare in mezzo a guardare dal fondo del pozzo quel pezzetto di cielo sopra, e rivolgere il desiderio agli spiriti. Il fatto è che arrivando dalla strada, le persone entrano nel cortile principale e per assicurarsi che il desiderio si avveri, i visitatori devono trovare da soli il “Cortile degli spiriti” senza chiedere indicazioni. Un suggerimento: una delle porte del cortile principale vi conduce.

4 / Il cortile del mosaico

Il cortile di ulitsa (via) Chajkovskogo 2/7 non è simile a nessun altro a San Pietroburgo. È un museo a cielo aperto pieno di mosaici (nome in russo: “Мозаичный двор”; “Mozaichnyj dvor”). L’artista russo Vladimir Lubenko (1941-2011) iniziò a decorare questo cortile nel 1984 e i suoi apprendisti si unirono a lui. Numerose sono le sculture e i bassorilievi: angeli, leoni, personaggi vari, ecc. Tra gli oggetti d’arte c’è anche un parco giochi per bambini e una fontana con sculture raffiguranti una madre e un bambino. La vivida armonia dei colori apparentemente rallegra i visitatori.

5 / Cortile del centro d’arte “Pushkinskaja, 10”

Il nome del centro d’arte contemporanea “Pushkinskaja, 10” non deve confondervi: l’ingresso è in realtà su Ligovskij Prospect, al civico 53. Questo cortile è il luogo adatto per i fan dei Beatles. Ci sono due strade non ufficiali dedicate al famoso quartetto di Liverpool. La prima, “Ulitsa Johna Lennona” (“Via John Lennon”) è stata creata dall’artista Kolja Vasin (1945-2018) nel 1992. All’inizio, voleva che Ulitsa Marata (dedicata al rivoluzionario francese Jean-Paul Marat) venisse ribattezzata in onore di John Lennon, ma le autorità cittadine rifiutarono, così Vasin finì per “farne” una in questo cortile. La sua idea era che la “strada” collegasse il suolo e il cielo, quindi la freccia sul segnale stradale punta verso l’alto. La seconda strada è stata inaugurata con una grande festa nel 2019 ed è stata chiamata “Abbey RoadЪ”. La lettera “Ъ” segna la differenza dall’originale, e se volete capirne di più su questo “segno duro” posto alla fine della parola “road”, potete approfondire il tema su Russia Beyond.

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In questo cortile, potete trovare graffiti con le sagome dei Beatles e la copertina dell’album “Abbey Road”. Ci sono poi cinque bassorilievi: quattro raffigurano il quartetto, mentre il quinto raffigura il famoso “Yellow Submarine’”.

6 / Locale caldaia “Kamchatka”

“Kamchatka” è il nome popolare di un locale caldaia che si trovava in una cantina del palazzo al civico 15 di via Blokhina. In precedenza, molti edifici a San Pietroburgo avevano tali locali caldaie. Questo è famoso perché Viktor Tsoj (1962-1990), celeberrimo protagonista del rock sovietico e frontman del gruppo rock “Kinó”, ha lavorato lì come fuochista negli anni Ottanta, prima di diventare famoso. L’ingresso è attraverso il cortile, che ricorda Tsoj: ci sono una targa commemorativa, un ritratto e tanti graffiti a lui dedicati. I fan dei “Kino” spesso depongono fiori vicino alla targa. Il ritratto riprende una foto scattata durante il periodo del lavoro di Tsoj qui nel locale caldaie “Kamchatka”.

Il locale caldaia è rimasto in funzione fino al 2000, anno in cui il palazzo è stato allacciato al sistema di riscaldamento centralizzato cittadino. Nel 2003, l’ex locale caldaia è stato trasformato in club e museo. Le canzoni dei “Kino” risuonano sempre e la sera si tengono qui dei concerti rock. La caldaia a carbone è ancora lì e l’atmosfera è preservata com’era ai tempi di Tsoj.


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