Sette orologiai degli zar russi e i loro capolavori (FOTO)

Russia Beyond (Foto: Dominio pubblico; Vladimir Vyatkin/Sputnik; Nikolaj Belavin (CC BY-SA 4.0); Viktor Velikzhanin/TASS)
Gli orologi non servono solo a indicare l’ora, ma sono anche un accessorio di moda e uno status symbol fin dalla loro invenzione. Per i sovrani russi, i migliori artigiani crearono esemplari unici, da piccole miniature in legno a enormi e spettacolari meccanismi ai quali lavorarono per anni

1 / Christopher Galloway

Lo scozzese Christopher Galloway arrivò alla corte dello zar Mikhail Fjodorovich (Michele di Russia) nel 1624, su incarico di re Giacomo I d’Inghilterra, e realizzò un nuovo orologio per la Torre Spasskaja del Cremlino. Il quadrante, fatto di tavole di quercia ricoperte di lacca blu, si muoveva e mostrava le ore del giorno e della notte, suonando ogni ora con delle piccole campane.

L’orologiaio di corte ricevette come ricompensa per il suo lavoro diversi tagli di stoffa, pelli di zibellino e martora e un calice d’argento, per un valore totale di ben cento rubli. Nel 1851 i fratelli orologiai moscoviti Ivan e Nikolaj Butenop intrapresero la ricostruzione dei “kuranty” (orologio a carillon) della Torre Spasskaja, sostituendo tutti gli ingranaggi e installando nuovi quadranti con numeri e lancette placcati in oro. E a suonare i rintocchi furono da allora direttamente le campane del Cremlino.

2 / Ivan Kulibin

L’inventore di Nizhnij Novgorod Ivan Kulibin deve la sua conoscenza con Caterina II (la Grande) a un orologio. Nel 1767 creò per lei un meccanismo insolito a forma di uovo. Il lavoro era così meticoloso che ebbe bisogno di nuovi strumenti, e fu così che Kulibin sviluppò un microscopio di sua concezione.

Il cronometro che ne risultò, realizzato in argento e oro, non era più grande di un uovo d’oca. Ogni ora le sue piccole porte si aprivano, le figure dell’angelo e delle donne portatrici di mirra, giunte al Santo Sepolcro, si muovevano e la musica suonava. Ed esattamente a mezzogiorno risuonava una melodia che lo stesso Kulibin aveva scritto per la visita dell’imperatrice a Nizhnij Novgorod. Caterina II fu talmente soddisfatta del dono che nominò il talentuoso inventore capo delle officine meccaniche dell’Accademia delle Scienze.

L'Orologio del Pavone all'Ermitage di San Pietroburgo

Per la sua benefattrice, Ivan creò orologi incredibilmente complessi, riparò gli orologi da torre del Palazzo d’Inverno e assemblò il famoso Orologio del Pavone, arrivato alla corte russa dall’Inghilterra (potete vederlo all’Ermitage).

3 / Lev Nechaev

Lev Nechaev, orologiaio di Jaroslavl, non lasciò mai la sua città natale. Ma nel 1853 si recò a San Pietroburgo per presentare a Corte la sua invenzione: un orologio astronomico a calendario perpetuo.

Orologio astronomico

Il calendario perpetuo non mostrava solo le ore e i minuti, ma anche la data, il mese, l’ora del tramonto e dell’alba, la durata del giorno e della notte. Diceva persino se l’anno era bisestile. E quando il sole sorgeva e tramontava, l’orologio suonava melodie popolari russe. Nechaev ci lavorò su per 14 anni. Nicola I ricompensò l’inventore, e l’orologio, in una scatola di palissandro, fu esposto nel Palazzo d’Inverno. Dopo la Rivoluzione, entrò nella collezione del Museo navale militare centrale, dove è tuttora conservato.

4 / Semjon Bronnikov

La famiglia Bronnikov

Nel 1837 Vjatka si preparava alla visita del futuro imperatore Alessandro II. I migliori artigiani locali furono invitati a presentare le loro realizzazioni in una mostra.

Tra loro c’era anche il tornitore Semjon Bronnikov, che per la visita realizzò orologi da tasca in vari tipi di legno. Il meccanismo e il quadrante erano realizzati in palma, la molla in bambù e le lancette in caprifoglio. Realizzò la cassa e l’involucro dell’orologio in radica di betulla. Lo zarevic, dopo aver visto l’orologio, volle acquistarlo e lo pagò sette rubli d’argento.

In seguito, il tornitore di Vjatka venne sommerso di ordini. Molti da parte dello stesso zar, per il quale, alcuni anni dopo, realizzò altri orologi. I suoi figli, Nikolaj e Mikhail Bronnikov, seguirono le sue orme: e costruirono orologi non solo in legno, ma anche in osso. Nel 1866 la famiglia di tornitori di Vjatka regalò degli orologi al futuro Alessandro III.  

5 / Michael Maddox

Teatro Petrovskij

L’inglese Michael Maddox ha vissuto in Russia una vita così piena che sarebbe bastata per tre persone. Fu invitato per insegnare fisica e matematica al granduca Pavel Petrovich (il futuro Paolo I di Russia). Ma Maddox non si limitava alle scienze esatte: fu anche mago ed equilibrista, e fondò il primo teatro musicale pubblico di Mosca, il Petrovskij.

Il “Tempio della Gloria”

Si distinse anche nell’orologeria, creando modelli da tasca e orologi a cassa lunga. Per Caterina la Grande inventò il “Tempio della Gloria”. L’intricato meccanismo aveva letteralmente tutto: dalle figure alla musica, il tutto associato al regno e al nome dell’imperatrice. Quattro figure sulla base di marmo dell’orologio, che simboleggiano le parti del mondo, sorreggono il carillon. Sopra di esso ci sono tre colonne con aquile in cima. Al centro si trova un disco solare con un quadrante al centro. Quattro volte al giorno l’orologio suonava un inno trionfale, le ali del carillon si aprivano per rivelare una cascata, il cui effetto era creato da tubi di cristallo rotanti. Maddox lavorò al meraviglioso meccanismo per ben 13 anni, dal 1793 al 1806. Sperava di poterlo presentare personalmente a Caterina II, ma ahimè l’imperatrice morì nel 1796.

6 / Karl Bure

Nel 1815, l’orologiaio Karl Bure arrivò a San Pietroburgo da Revel (l’attuale Tallinn) e anche suo figlio, Pavel Bure, lavorò per lui. Gli affari andavano così bene che il giovane Bure acquistò una fabbrica a Le Locle, in Svizzera, e qualche anno dopo divenne perito dell’Ufficio Imperiale di Gabinetto e responsabile tecnico all’Ermitage.

Alla fine del XIX secolo, i Bure erano gli orologiai più richiesti in Russia. Ogni anno inviavano alla corte di Alessandro III ripetitori e cronografi per un valore non inferiore a 60.000 rubli. L’azienda fornì in tutto non meno di 12 mila orologi ai Romanov: molti erano destinati a onorificenze per il coraggio, la vittoria in competizioni o altri successi. Una coppia di orologi Bure fu testimone involontaria degli ultimi giorni di Nicola II, che portò con sé gli orologi d’oro e d’argento di questa azienda nell’esilio di Ekaterinburg. 

7 / Carl Fabergé

Anche uno dei più famosi gioiellieri russi che ha lavorato per la famiglia reale ha a che fare con gli orologi. Quasi tutti i suoi lavori di orologeria sono associati alle leggendarie uova di Pasqua: la ditta Fabergé ne ha create diverse con orologi all’interno, sul totale dei cinquanta capolavori noti come “Uova Fabergé”. Ad esempio, un piccolo orologio era nascosto in un carro d’oro trainato da un cherubino: questo era l’aspetto dell’uovo che Alessandro III aveva ordinato per l’imperatrice Maria Fjodorovna (si ritiene sia andato perduto). Per la Pasqua del 1906, Nicola II regalò ad Alessandra Fjodorovna un uovo a forma di Cattedrale dell’Assunzione, circondata dalle torri del Cremlino di Mosca, con all’interno un orologio e un carillon.

Dono dell'imperatore Nicola II all'imperatrice Alessandra Feodorovna per la Pasqua del 1906. Mosca, 1904-1906

L’azienda produceva anche orologi da tavolo. Tra i più famosi, una monumentale composizione in argento per l’anniversario di matrimonio di Alessandro III e dell’imperatrice Maria Fjodorovna.


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