Operazione Unthinkable, la guerra "impensabile" con cui l’Occidente nel 1945 voleva battere l’URSS

Russia Beyond (Foto: Yousuf Karsh/LibraryArchives; Sgt. Laing/ Imperial War Museums/Getty Images)
La Gran Bretagna non tollerava la crescente influenza dei russi dopo la sconfitta di Hitler ed era pronta a iniziare la Terza Guerra Mondiale già nel 1945. Solo una sobria valutazione delle dimensioni e della potenza dell'Armata Rossa fermò l’impensabile…

All'inizio di maggio del 1945, l'URSS e gli Alleati occidentali schiacciarono definitivamente la Germania nazista sferrando potenti colpi da est e da ovest. La tanto attesa pace in Europa, devastata da anni di guerra, era finalmente arrivata. La sola idea che nel Vecchio Continente potesse scoppiare un nuovo conflitto armato sembrava semplicemente assurda. Ma non per tutti. 

Prima ancora che i festeggiamenti per la sconfitta del nazismo fossero terminati, il primo ministro del Regno Unito Winston Churchill aveva già dato istruzioni ai propri militari per pianificare un attacco ai sovietici, che avrebbe avuto luogo nell'estate di quello stesso anno.

Un nemico implacabile

Strenuo oppositore del bolscevismo, Churchill divenne un convinto alleato di Stalin durante la lotta comune contro la Germania. Tuttavia, man mano che l'Armata Rossa avanzava sempre di più all'interno dell'Europa, e l'URSS stabiliva il dominio sovietico nei territori liberati, il suo atteggiamento cambiò radicalmente.

“Sono successe cose terribili. L'onda della dominazione russa sta avanzando... Quando finirà, i territori sotto il controllo russo includeranno le province baltiche, tutta la Germania orientale, tutta la Cecoslovacchia, la maggior parte dell'Austria, tutta la Jugoslavia, l'Ungheria, la Romania e la Bulgaria”, scrisse Churchill al ministro degli Esteri Anthony Eden il 4 maggio. 

Il primo ministro non riusciva a pensare ad altro che alla terribile minaccia che l'Unione Sovietica rappresentava per il “mondo libero”. Dieci anni dopo, nel 1955, raccontò nelle sue memorie i pensieri di quei giorni: “Il Giappone non era ancora stato sconfitto. La bomba atomica non era ancora stata sganciata. Il mondo era in subbuglio. La base dei rapporti, il pericolo comune che aveva unito i grandi alleati, scomparve in un istante. Ai miei occhi la minaccia sovietica aveva già sostituito il nemico nazista”. 

Il 22 maggio 1945, il leader britannico ricevette finalmente il tanto atteso piano per l'Operazione Unthinkable (“Impensabile”), il nome in codice di due piani di guerra studiati nel 1945 dall'Impero britannico contro l'Unione Sovietica. Solo il modo in cui i comandanti militari vedevano il futuro di questa guerra non lo convinceva.

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Un’operazione “Barbarossa” alla maniera britannica

L’obiettivo della campagna militare contro l'URSS fu definito come “imporre alla Russia la volontà degli Stati Uniti e dell'Impero britannico”. Questa vaga formulazione implicava l'espulsione dell'Armata Rossa e dell'amministrazione sovietica dai territori della Germania e della Polonia.

Carri armati britannici scaricati da un mezzo da sbarco

Nel caso in cui la campagna militare fosse iniziata il 1° luglio 1945, 47 divisioni anglo-americane (di cui 14 corazzate) avrebbero dovuto sferrare due potenti colpi contro le forze sovietiche nel nord e nel sud della Germania; dopo di che avrebbero dovuto irrompere in Polonia.

Oltre alle forze principali, avrebbero dovuto essere riformate e riarmate 10 divisioni di ex personale della Wehrmacht, e si pianificava di coinvolgere nelle operazioni militari anche le formazioni polacche antisovietiche.

I leader militari britannici puntavano su una rapida sconfitta delle forze sovietiche, che avrebbe costretto i russi a sottomettersi (almeno temporaneamente) alla volontà degli Alleati occidentali e a negoziare. In caso contrario, il conflitto armato avrebbe potuto trasformarsi in una guerra totale.

L'impensabile

Nel proporre a Churchill un piano per la campagna militare contro l’URSS, i generali britannici non nascosero la complessità della sua attuazione: la guerra totale sarebbe stata lunga e costosa. A giudicare dall'esperienza tedesca, si presumeva che l'occupazione di vasti territori sovietici non avrebbe portato né al crollo del regime politico esistente, né alla fine della resistenza da parte di un avversario con “enormi risorse umane”.    

Bombardieri sovietici Pe-2

Nonostante la supremazia navale degli Alleati sui mari, essa non avrebbe avuto un ruolo significativo in una guerra del genere. Anche la seconda carta considerata “vincente”, ovvero il vantaggio nell'aviazione strategica (2.750 bombardieri contro i 960 delle forze aeree dell'Armata Rossa), non poteva essere giocata con successo: le grandi distanze dell'industria sovietica e il vasto territorio non avrebbero permesso un uso degli aerei così efficace come contro la Germania.

Il fattore principale che rese impraticabile l'Operazione Unthinkable, tuttavia, fu la dimensione dell'Armata Rossa: secondo i calcoli britannici, contro le loro 47 divisioni, l'URSS poteva schierare una forza equivalente a 170 divisioni degli Alleati occidentali, di cui 30 divisioni sarebbero state corazzate.  

“L'attuale equilibrio delle forze in Europa centrale, dove i russi hanno un vantaggio di circa tre a uno, rende improbabile una vittoria completa e decisiva degli Alleati in questo territorio - si legge in un report -. Sebbene gli Alleati siano meglio organizzati e leggermente meglio equipaggiati, i russi hanno dimostrato di essere avversari formidabili nella guerra contro i tedeschi. Avevano un comando competente, un equipaggiamento adeguato e un'organizzazione delle truppe che forse non soddisfaceva i nostri standard, ma che ha superato la prova della guerra”. 

Gli esperti militari hanno quindi ammesso che l'Unione Sovietica, in caso di conflitto, avrebbe potuto occupare Norvegia, Grecia e Turchia, tagliando così l'accesso al Mar Nero alle marine britanniche e americane. Inoltre, c’era la chiara possibilità che i russi si alleassero con i giapponesi.

Dall'attacco alla difesa

Quando il documento fu depositato sulla scrivania del primo ministro, il capo dello stato maggiore imperiale, il feldmaresciallo Alan Brooke, dichiarò apertamente che le possibilità di successo di una simile operazione erano scarse e che la Russia era la vera potenza onnipotente nell’Europa di allora.  

Il feldmaresciallo Alan Brooke

Alla fine, a malincuore, Winston Churchill abbandonò l'idea di colpire l'Armata Rossa e non avviò alcuna trattativa con gli americani. Commissionò invece un piano per la difesa delle isole britanniche, che portava lo stesso nome: Impensabile. Il politico temeva che se gli Stati Uniti avessero evacuato la maggior parte delle loro truppe dall'Europa, Stalin non avrebbe perso l'occasione per sottomettere l'intero continente.

In realtà, l'Unione Sovietica, prosciugata e stremata da una guerra così brutale, non aveva alcuna intenzione di lanciare una guerra su larga scala nel continente europeo. Già il 23 giugno 1945 fu emanata la legge sulla smobilitazione dell'esercito e della flotta e nel giro di pochi anni le forze armate sovietiche passarono da 11 a 3 milioni di persone.

Inoltre, le attrezzature e gli armamenti sovietici erano stati ridotti in modo molto significativo nell'Europa orientale e meridionale. Vi sarebbero tornati un po' più tardi, quando fu chiaro che il mondo era entrato nell'era della Guerra fredda

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