Come uno dei capi della polizia segreta di Lenin divenne il più acerrimo nemico di Churchill

Getty Images, Pixabay, foto d'archivio
I fatti risalgono a prima della Rivoluzione d’Ottobre e si svolsero a Londra, dove Jēkabs Peterss viveva conducendo un’esistenza spregiudicata, fatta di attività sovversiva, rapine di autofinanziamento e storie d’amore con ricche ragazze britanniche, tra cui forse anche la cugina del futuro primo ministro britannico

Tutta la Russia lo temeva. Il lettone Jēkabs Peterss, fu uno dei bolscevichi più potenti e influenti, e dopo la Rivoluzione del 1917 protesse lo Stato dei soviet dai nemici interni e organizzò il terrore rosso di massa, provocando migliaia di vittime.

Peterss fu uno dei fondatori e capi della polizia segreta sovietica, la “Commissione straordinaria”, più nota come Chekà (derivata dalle lettere Ч “che” e K “ka” che compongono la sigla del suo nome in russo, “Chrezvychajnaja komissija”), di fatto l’antenata del Kgb.

Feliks Dzerzinskij (a sinistra), capo della Chekà, e Jēkabs Peterss

Ma prima che la Rivoluzione d’Ottobre portasse Peterss al vertice del sistema politico sovietico, lui non era che un comune immigrato dell’Est nel Regno Unito, che divenne quasi un nemico personale di Winston Churchill.

L’emigrazione nel Regno Unito

La Rivoluzione del 1905 in Russia era stata in qualche modo una prova generale di quelle del 1917, e molti futuri leader bolscevichi vi avevano preso parte attivamente. Jēkabs Peterss non aveva fatto eccezione.

Fu arrestato per aver diffuso materiali di propaganda e aver tentato di uccidere un direttore di fabbrica. Nonostante fosse poi stato assolto da questa accusa, Jēkabs decise di fuggire dall’Impero russo.

Jēkabs Peterss

Stabilitosi nel 1910 in Gran Bretagna, si unì a un gruppo locale di anarchici lettoni e radicali di sinistra, che alle letture marxiste preferivano rapinare le gioiellerie.

La loro attività criminale divenne così scandalosa che il Segretario di Stato per gli Affari Interni (il ministro dell’Interno del Regno Unito) Winston Churchill considerò una questione d’onore dare la caccia a questi “esseri feroci” che avevano trasformato il centro di Londra in “una cellula germinale di omicidi, anarchia e rivoluzione.”

L’assedio di Sidney Street

Dopo che tre poliziotti furono uccisi dagli anarchici lettoni durante una rapina, Peterss con i suoi compagni furono arrestati come principali sospettati. Mentre era in custodia giudiziaria, avvenne il cosiddetto “Assedio di Sidney Street”, il culmine della caccia ai lettoni.

Winston Churchill

Il 3 gennaio 1911, la polizia, sostenuta dai militari, armata di mitragliatrici e persino di pezzi di artiglieria, circondò la casa di Sidney Street nell’East London, dove il gruppo di radicali lettoni si era barricato.

Nonostante il suo alto status di ministro, Winston Churchill arrivò sul posto e comandò personalmente le operazioni. A seguito dello scontro a fuoco, due lettoni rimasero uccisi.

Dopo l’assedio, nuvole minacciose iniziarono ad aleggiare sulla testa di Peterss. Ricevette un’attenzione speciale da parte della polizia e di Churchill: si era infatti scoperto che uno dei due banditi uccisi in Sidney Street, Fritz Svaars, era suo cugino.

Winston Churchill durante l'assedio di Sidney Street

Peter the Painter

La polizia sospettava che Peterss fosse lo spietato capo degli anarchici lettoni, il cosiddetto “Peter the Painter” (in lettone, Pēteris Krāsotājs). Questa misteriosa figura era nota per essere stata un terrorista durante la Rivoluzione del 1905 in Russia e successivamente era ritenuta essere dietro tutti i crimini degli anarchici lettoni nella capitale britannica.

Winston Churchill scrisse di lui nel suo libro “Thoughts and Adventures”: “Peter the Painter era una di quelle bestie selvagge che negli anni successivi, tra le convulsioni della Grande Guerra, avrebbero divorato e devastato lo Stato e il popolo russo”.

L’odio che Churchill provava nei confronti degli anarchici lettoni era contraccambiato. Come osserva lo storico irlandese Martin Mccauley, “Peterss nutriva un’acerrima animosità nei confronti di Winston Churchill”. 

Tuttavia, l’accusa non riuscì a dimostrare che Jēkabs fosse in effetti Peter the Painter, né che fosse in qualche modo collegato ai crimini. Come scrive il professore britannico Donald Rayfield, “Peterss fu assolto, grazie a un avvocato assunto dal Partito socialdemocratico (lettone) e alla pigrizia di Scotland Yard, che, nonostante le prove, lasciò che delle morti dei poliziotti fosse accusato un anarchico morto”. 

Nelle volontà di Churchill il processo avrebbe dovuto essere esemplare. Jēkabs Peterss ne uscì invece prosciolto da ogni accusa e fu rimesso in libertà con grande indignazione del ministro dell’Interno britannico.

Quanto a Peter the Painter, la sua vera identità non è mai stata scoperta. E c’è chi dubita che sia persino esistito davvero.

Una storia d’amore con la cugina di Churchill?

Alcuni ricercatori ritengono che il rivoluzionario lettone abbia avuto anche un altro modo per far andare su tutte le furie Churchill. La giornalista Elena Sjanova in un suo articolo ha supposto che la giovane cugina di Winston Churchill, la scultrice Clare Sheridan (1885-1970), fosse innamorata di Peterss. Prese parte al processo per sostenerlo e, dopo la sua liberazione, ebbero una vivace storia d’amore, per quanto breve.

Clare Sheridan

Questa versione degli eventi, tuttavia, rimane piuttosto dubbia. È noto che dal 1910 Clare Frewen (il suo nome da nubile) era già felicemente sposata con Wilfred Sheridan, che riteneva l’amore della sua vita. 

Modi diversi, fini diversi

Sia Churchill che Peterss negli anni seguenti raggiunsero posizioni di vertice, anche se il lettone avrebbe potuto scegliere, invece della lotta politica, la vita prospera della borghesia britannica. Nel 1916 aveva infatti sposato May Freeman, la figlia di un banchiere di Londra, dalla quale aveva avuto una figlia.

Ma quando l’anno successivo la Russia scivolò nel caos della Rivoluzione, Jēkabs Peterss lasciò la famiglia e si trasferì lì per iniziare la sua notevole, oscura carriera.

Jēkabs Peterss dopo l'arresto

Peterss era stato fortunato due volte con il sistema giudiziario durante la sua vita, ma la terza volta la fortuna gli voltò le spalle. Nel 1938, durante le Grandi Purghe staliniane, fu arrestato e giustiziato per “attività controrivoluzionarie”. In seguito fu anche cancellato da tutte le foto ufficiali. Venne riabilitato nel 1956.

Come i lettoni salvarono il comunismo in Russia 

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