Quando il famoso teorico militare Carl von Clausewitz combatté per la Russia?

Russia Beyond (Foto: Boris Sakic (CC BY-SA 4.0); Dominio pubblico)
Il celebre prussiano prese parte all’intera Guerra del 1812 contro Napoleone. Senza questa preziosa esperienza il suo famoso trattato “Della guerra” non sarebbe mai nato

“La guerra è la continuazione della politica, solo con altri mezzi”. La celeberrima citazione appartiene all’eminente teorico e storico militare Carl von Clausewitz (1780-1831). L’intera vita di questo famoso prussiano è stata dedicata allo studio della natura e dell’essenza della guerra, e allo studio dell’arte militare nelle diverse epoche storiche.

L’opera principale di von Clausewitz è senza dubbio il suo trattato “Della guerra” (in tedesco: “Vom Kriege”), che fa il paio con il leggendario “L’arte della guerra” del cinese Sun Tzu, che risale al VI-V secolo a.C. Il teorico militare prussiano ha anche un libro a sé dedicato alla campagna militare di Napoleone in Russia del 1812, alla quale partecipò in prima persona.

Al servizio della Prussia

Von Clausewitz iniziò a combattere contro i francesi fin dall’infanzia. Nel 1793, come portabandiera nel reggimento di Carlo Guglielmo Ferdinando di Brunswick-Wolfenbüttel, partecipò alla presa di Magonza all’età di dodici anni.

Carl von Clausewitz

Gli anni che seguirono furono una dura prova per la Prussia di Clausewitz. Di fronte al genio militare di Bonaparte, il regno subì una serie di pesanti sconfitte e perse un’enorme porzione dei suoi territori. Come se non bastasse, nel 1812 i prussiani furono costretti ad allearsi con i francesi.

Carl, che a quel punto era diventato maggiorenne, non poteva sopportare l’umiliazione. Insieme ad alcuni ufficiali dalla mentalità patriottica, emigrò dal Paese e si ritrovò presto nell’Impero russo, letteralmente alla vigilia dell’invasione della Grande Armata di Napoleone.

Sui campi di battaglia

Dopo lo scoppio delle ostilità, von Clausewitz desiderava unirsi alla Legione russo-tedesca, formata da tedeschi fuggiti dalla patria occupata dai francesi e intenzionati a liberarla con l’aiuto dell’esercito dell’imperatore russo Alessandro I

La battaglia di Mosca (1822)

Tuttavia, un importante comandante militare prussiano, il colonnello August Neidhardt von Gneisenau, raccomandò von Clausewitz allo zar come importante teorico militare. Di conseguenza, l’autocrate lo nominò aiutante del generale Ernst von Pfuel.

Insieme all’esercito russo, von Clausewitz percorse il lungo e faticoso tragitto dal confine occidentale a Mosca. Dopo von Pfuel fu aggregato al conte Pjotr Palen, poi fece parte degli staff del generali Fjodor Uvarov e del feldmaresciallo Peter Wittgenstein. 

Riferiva all’Imperatore, ispezionava le fortificazioni ed era presente sui campi di battaglia. Ma non poté partecipare alla battaglia vera e propria a causa della sua scarsa familiarità con la lingua russa.

“I rapporti arrivano in russo, vengono discussi in russo, gli ordini vengono impartiti in russo e, in questo modo, l’intera battaglia è diretta davanti agli occhi di un ufficiale straniero, che non può capire una sola parola di ciò che viene detto”, scrisse von Clausewitz nella sua opera “1812. La campagna in Russia”: “In men che non si dica si perde la cognizione della connessione generale tra gli eventi e se lo straniero non è una personalità importante, perde tutte le opportunità di mettersi in mostra”.

Non tutte le decisioni militari del comando gli sembravano giuste, ma non potendo partecipare alle discussioni degli ufficiali, a volte si limitava ad assistere impotente allo svolgersi della battaglia con esito negativo. “Qui ci si sente come un sordomuto che vede gli altri commettere gli atti più folli, ma non può impedirli”, si lamentava in una lettera a von Gneisenau.

Un’esperienza preziosa

Von Clausewitz rimase in servizio nell’esercito russo per tutta la guerra del 1812, fino a quando i miseri resti della Grande Armata napoleonica furono cacciati dall’Impero russo, e poi prese parte alle battaglie in Europa. Quando divenne colonnello dell’esercito russo, ricevette dalle mani di Alessandro I la sciabola d’onore e l’Ordine di San Giorgio, di quarta classe. Nel 1814 l’ufficiale tornò in Prussia, che a quel punto era già di nuovo nemica della Francia. 

Un momento della guerra del 1812 (1874)

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Von Clausewitz si rammaricò più volte del fatto che, distaccato presso lo stato maggiore, non potesse combattere nel vivo della battaglia come ufficiale inferiore. D’altra parte, è stato grazie a questo che Carl ha potuto scrutare e analizzare l’andamento delle battaglie e della campagna militare stessa. Avendo a disposizione un materiale illimitato per il suo fondamentale trattato “Della guerra”, poté finalmente affermarsi come uno dei principali teorici militari di tutti i tempi.

Fu in Russia che nacquero e si cristallizzarono le sue idee sui vantaggi della guerra difensiva rispetto a quella offensiva, sull’imperfezione anche dei piani strategici più ideali, sul ruolo del caso in guerra, sull’importanza di fattori come la fermezza, il coraggio e il morale dell’esercito, del comandante supremo e della popolazione.

Carl von Clausewitz ha trascorso un periodo piuttosto breve nell’Impero russo, tuttavia è riuscito a darne una caratterizzazione piuttosto precisa, che alla fine è apparsa profetica: “La Russia non è un Paese che può essere veramente conquistato, cioè occupato; almeno non può essere fatto né dalle forze dei moderni Stati europei, né da quelle 500 mila persone che Bonaparte ha portato per farlo. Un Paese del genere può essere sconfitto solo dalla propria debolezza e dalle lotte interne. È possibile raggiungere questi punti deboli dell’esistenza politica solo con un sovvertimento che penetri fino al cuore del Paese”.

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