Come il cugino di Napoleone convinse lo zar russo a conquistare Parigi

Russia Beyond (Foto: Dominio pubblico; Paul Delaroche; Aleksej Kivshenko)
Carlo Andrea Pozzo di Borgo era un nemico giurato dell’imperatore dei francesi e giocò un ruolo significativo nella sua caduta. Pur di fargli la guerra, entrò al servizio dello zar russo Alessandro I

“Carlo Andrea Pozzo di Borgo era l’uomo che più odiava e divinizzava Napoleone”, così lo storico francese Albert Vandal descriveva uno dei diplomatici russi più influenti del XIX secolo, che era cugino di quinto grado dell’imperatore francese, ma allo stesso tempo era un suo nemico giurato.

Già a Sant’Elena, Napoleone scrisse nelle sue memorie che era stato su consiglio di Pozzo di Borgo, che l’imperatore russo si era deciso a cambiare il destino della Francia, dell’Europa e del mondo intero.

Dall’amore all’odio

Carlo Andrea Pozzo di Borgo

Carlo Andrea Pozzo di Borgo (1764-1842) apparteneva a un’antica famiglia corsa (era nato ad Alata, nel Sud dell’isola) la cui storia era strettamente intrecciata con quella della non meno antica famiglia Buonaparte. Le due famiglie, legate da una lontana parentela, agirono di volta in volta come alleati o come rivali.

Da ragazzo, Carlo Andrea era molto amico di Napoleone e della sua famiglia, e in un’occasione visse con loro nella casa di Ajaccio. I ragazzi avevano lo stesso punto di vista all’epoca: entrambi sognavano l’indipendenza dell’isola natale, che aveva quasi ottenuto la sua libertà poco prima della loro nascita nella lotta contro Genova, ma l’aveva persa quando i francesi erano arrivati nel 1769.

Le opinioni tra gli amici iniziarono a separarsi subito dopo la partenza del futuro imperatore per gli studi in Francia. I suoi anni sul continente fecero di un ardente patriota corso un vero francofilo.

Napoleone Bonaparte

La separazione finale tra i due avvenne durante la Grande Rivoluzione Francese, quando Bonaparte era già diventato un feroce oppositore dell’indipendenza della Corsica. Nella primavera del 1793, Pasquale Paoli (1725-1807), leader del movimento di liberazione nazionale corso, annunciò di aver interrotto le relazioni con Parigi e chiese aiuto agli inglesi. L’anno seguente, il proclamato Regno di Corsica passò sotto il protettorato del re britannico Giorgio III, e il principale alleato di Paoli, Pozzo di Borgo, fu nominato presidente del locale Consiglio di Stato.

La famiglia di Bonaparte non si fece scrupolo di attaccare Carlo Andrea, accusandolo di tradimento. Quest’ultimo non rimase con le mani in mano: divenne il principale promotore dell’espulsione di Napoleone dall’isola.

Nell’ottobre 1796, a causa delle brillanti vittorie del generale Napoleone in Italia settentrionale, gli inglesi furono costretti a evacuare le loro truppe dalla Corsica. I francesi rioccuparono l’isola, e a questo punto fu lo stesso Pozzo di Borgo a dover fuggire: Bonaparte cancellò personalmente il suo nome dalla lista dell’amnistia.

Al servizio dei russi

L'imperatore Alessandro I di Russia

Dopo aver vagato tra le corti d’Austria e d’Inghilterra, nel 1804 Carlo Andrea entrò al servizio della Russia. Fu aggregato al Collegio degli Affari Esteri con il grado di consigliere di Stato, e iniziò a svolgere incarichi diplomatici in Europa per l’imperatore Alessandro I.

La sconfitta della Quarta coalizione antifrancese e la firma della Pace di Tilsit del 7 luglio 1807 tra lo zar russo e l’imperatore francese non potevano non influenzare il destino di Pozzo di Borgo. Alessandro rifiutò di estradarlo e consegnarlo a Napoleone, ma il corso fu comunque costretto a lasciare il servizio russo.

Carlo Andrea vagò tra Vienna e Berlino, continuando tuttavia a informare lo zar in modo non ufficiale sullo stato delle cose in Europa. È interessante notare che nelle conversazioni con l’aristocrazia locale, che parlava con disprezzo dell’“arrivista corso”, egli difendeva con veemenza il suo nemico di sangue: “Che ne sanno quegli uomini di Napoleone? Se ne sapessero quanto me di lui, tremerebbero per la paura. Come possono questi nani paragonarsi a un gigante! Sono ridicoli! Perderanno tutto!”. 

A Parigi!

Le truppe russe entrano a Parigi

L’invasione della Russia da parte della Grande Armata e lo scoppio della Guerra patriottica del 1812 permisero a Carlo Andrea di tornare al servizio di Alessandro I. Prese parte a diverse battaglie contro le forze francesi e adempì nuovamente alle commissioni diplomatiche dello zar. Nel luglio 1813, Pozzo di Borgo fu promosso a maggior generale, come riconoscimento del suo successo nel fare entrare la Svezia nella coalizione contro la Francia.

Fu il corso, nel marzo 1814, a convincere gli alleati titubanti a marciare rapidamente verso Parigi, cosa che in definitiva annullò tutti i piani militari di Napoleone e accelerò la sua caduta. “L’obiettivo della guerra è Parigi. Finché pensate alle battaglie, correte il rischio di essere sconfitti, perché Napoleone sarà sempre meglio di voi in battaglia… Dovete puntare a mettere fine alla guerra non militarmente ma politicamente… Toccate Parigi con un solo dito e il colosso Napoleone sarà rovesciato, romperete così la sua spada, che non siete in grado di strappargli”, spiegò Carlo Andrea.

Più tardi, quando era già a Sant’Elena, Napoleone scrisse nelle sue memorie che questo consiglio di Pozzo di Borgo aveva cambiato il destino della Francia, dell’Europa e del mondo intero.

Un abile diplomatico

Fu in gran parte grazie agli sforzi di Carlo Andrea Pozzo di Borgo che i Borboni tornarono sul trono di Francia. Riuscì a convincere lo zar, che aveva una bassa opinione di quella dinastia, che questo era l’unico modo per evitare la guerra civile nel Paese. Fu il corso, autorizzato dagli alleati, a portare al Conte di Provenza (il futuro Luigi XVIII, “il Desiderato”) l’offerta della corona di Francia.

Wellington a Waterloo

Dopo il ritorno trionfale di Napoleone al potere nel 1815, Pozzo di Borgo era con le armate del duca di Wellington, in rappresentanza dello zar russo. Prese parte alla battaglia di Waterloo, durante la quale fu ferito. La leggenda dice che i due nemici inconciliabili si scrutavano attraverso i cannocchiali.

Dopo la guerra, Carlo Andrea servì per molti anni come inviato speciale di Alessandro I alla corte di Luigi. Come per Bonaparte una volta, la Francia divenne la vera patria di Pozzo di Borgo. Fu grazie ai suoi sforzi che i francesi evitarono grandi perdite territoriali, e le forze di occupazione furono presto ritirate dal loro Paese.

Carlo Andrea Pozzo di Borgo

Il diplomatico fece tutto il possibile per riportare la Francia nel sistema delle relazioni europee, e il suo legame con la Russia non si indebolì mai. La sua influenza era davvero enorme, e la sua opinione era ascoltata sia da Alessandro I (e, dopo di lui, da Nicola I) che dai monarchi francesi. I parigini scherzavano sul fatto che erano di nuovo governati da un corso.

Pozzo di Borgo morì nel 1842, oltre vent’anni dopo Napoleone. Pur considerando suo cugino il suo principale nemico, tuttavia rese sempre omaggio al suo genio. Nel 1831, Carlo Andrea disse a suo nipote Carlo Pozzo: “Come la maggior parte delle persone, io non sarò che un pianeta minore intorno al grande sole, che sia vivificante o che bruci il mondo”.

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