Come potevano guadagnarsi qualche soldo i ragazzini in Urss?

Dmitrij Vozdvizhenskij, Nina Sviridova/MAMM/MDF/russiainphoto.ru
Per la legge sovietica, i bambini sotto i 14 anni non dovevano lavorare. Ma il desiderio di una paghetta era grande, specie d’estate, e c’erano vari modi di aggirare il divieto

Il business delle bottiglie vuote

La raccolta di bottiglie vuote

Riciclare le bottiglie di vetro era la prima cosa che veniva in mente ai bambini sovietici che volevano fare qualche soldo. C’erano punti di riciclaggio in ogni quartiere cittadino che pagavano 12 copeche (la copeca è il centesimo del rublo) per bottiglie di birra e limonata da mezzo litro, 15 copeche per le bottiglie di latte, e 17 copeche per le bottiglie di vino da 0,7 litri (che erano più diffuse in Urss di quelle da 0,75 occidentali). Una coppetta o un cono di gelato  potevano costare da 7 a 28 copeche, quindi raccogliere bottiglie di vetro era un lavoretto redditizio. Tuttavia, alcuni punti di riciclaggio del vetro non accettavano le bottiglie dai minorenni. Ma c’erano altri modi per i bambini di guadagnarsi qualche rublo, specialmente in estate.

La raccolta delle erbe officinali

Ragazzini raccolgono erbe medicinali

Le farmacie sovietiche (in russo farmacia si dice “аптека”, “apteka") erano responsabili anche della raccolta di determinate quantità di erbe officinali che crescono in natura. Piantaggine, ortiche, farfara, camomilla, dente di leone, biancospino, le più complicate da trovare iperico e achillea e molto altro erano accettate nelle farmacie di tutta l’Urss e pagate niente male.

“Le nostre farmacie accettavano le erbe medicinali  senza chiedere il luogo di raccolta o la nostra età. Venivano ritirate anche se a portarle erano bambini piccoli. Il pacchetto veniva pesato e la transazione avveniva immediatamente sul posto”, ricorda una donna che usa il nickname di ’zlatka’ su un forum online. “Un sacchetto pieno ti faceva guadagnare 11 copeche, che era il prezzo di un dolcetto di pasta frolla. Raccogliere un sacchetto richiedeva circa mezz’ora di lavoro”. La raccolta delle erbe era fatta sia dalle ragazze che dai ragazzi, ma i maschi avevano altri modi per guadagnare denaro con lavori fisici più pesanti”.

 Il lavoro fisico: carico-scarico, taglio di arbusti, ecc.

La raccolta delle patate

“Ho guadagnato i miei primi soldi con i miei amici, aiutando i nuovi residenti nei traslochi. Nessuno si fidava di noi per i grandi mobili, naturalmente, perché eravamo piccoli. Ma tutti i tipi di sedie, comodini, borse e scatole erano nostri. Tenendo conto che spesso gli ascensori non erano ancora in funzione nei palazzi di nuova costruzione, gli inquilini risparmiavano un sacco di fatica. Ed era un bene per noi: potevamo fare un rublo a testa in meno di un’ora”, ricorda un altro utente del web dal nickname “Adumus”.

A volte, i compiti più insoliti spuntavano quando i ragazzi sovietici cercavano un lavoretto estivo. “Era la metà degli anni Ottanta e avevo quattordici anni. Io e i miei amici siamo andati in ogni ufficio della nostra città chiedendo: ’C’è qualche lavoro per adolescenti per l’estate?’ E un ufficio ci mandò in una foresta a tagliare arbusti lungo le radure per la sicurezza antincendio. La mattina, una ventina di persone si riunivano, venivano caricate su un camion (sul cassone aperto, senza sedili né cinture di sicurezza; ora questo è impossibile da immaginare) e con un caposquadra donna venivamo portati nel bosco. Lì, tagliavamo i cespugli con le asce per tutto il giorno, e la sera ci riportavano indietro. In un paio di settimane, ho messo su circa 40 rubli. Mi ricordo che mi sono comprato degli scarponi da sci nuovi di zecca”, ricorda un’altra persona online.

Scaricare vagoni ferroviari e camion di cocomeri, mele, patate era un altro lavoro diffuso. Così come inchiodare scatole di legno o aiutare a trasportare gli pneumatici e i cerchioni al servizio gomme. E poi si potevano lavare le auto al parcheggio. In campagna, caricare e scaricare il fieno, aiutare i grandi come pastori o arruolarsi nelle brigate che lavoravano nelle fattorie collettive sovietiche; anche chi andava in campagna per una vacanza poteva farlo. Tutto questo era formalmente illegale, ma le carenze di mano d’opera si verificavano spesso in Urss e i bambini erano lì al momento giusto per aiutare e per mettersi qualche rublo in tasca.

La raccolta della carta da macero

Ragazzini con la raccolta di carta da macero

La raccolta di carta da riciclare (“makulatura“; “макулатура”) era una campagna in corso in tutta l’Urss dal 1974, quando la carenza di carta cominciò a manifestarsi. Annunci sul riciclaggio della carta furono messi nelle ultime pagine di molti libri sovietici, incoraggiando la gente a raccogliere carta da macero e portarla ai punti di raccolta. “Ricicla la carta - salva un albero” era lo slogan della campagna. Ma che dire dei profitti?

Venti chilogrammi di carta ti facevano guadagnare un buono che potevi scambiare con libri rari e ambiti: di Arthur Conan Doyle, Alexandre Dumas, Jack London, Jules Verne, Thomas Mayne Reid. Questi libri non erano disponibili nelle librerie e venivano distribuiti attraverso dispensari speciali. Quindi lo schema di business poteva essere il seguente: raccogliere molta carta da riciclare, ricevere i coupon, scambiarli con i libri e poi vendere i libri a buon prezzo. Ma quest’ultimo era già un commercio illegale e andava fatto con discrezione. Naturalmente, le attività illegali erano le più redditizie, ma anche le più pericolose.

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La “Fartsovka”: il commercio illegale di merce straniera

Un pioniere sovietico attacca un distintivo alla giacca di un ragazzo comunista straniero

Un ragazzino o una ragazzina difficilmente sarebbero stati i primi sospetti della milizia sovietica alla ricerca di criminali. Usando il loro aspetto innocente, gli scolari potevano commerciare con gli stranieri, in quei rari posti in cui potevano essere trovati. Il territorio del VdnKh, un vasto parco moscovita a nord-est del centro della capitale, era uno di questi; anche perché il “Cosmos” e altri hotel della zona ospitavano spesso delegazioni sportive estere.

Impacchettando alcune dozzine di distintivi sovietici economici con Lenin, i ragazzi andavano al VdnKh e offrivano agli stranieri i distintivi in cambio di sigarette straniere, gomme da masticare o qualsiasi cosa che poteva poi essere venduta.  

Orologi da polso sovietici

La via Arbat era un altro luogo dove si potevano incontrare stranieri. Un uomo con il nickname di “ArizonaHills” ricorda: “Inizio degli anni Novanta. Ho circa 17 anni e vendo orologi ’Komandirskie’ sulla Arbat, a 25 dollari ciascuno. Si vendevano velocemente. I ’Komandirskie’ non erano disponibili nei negozi, erano prodotti solo per l’esercito, ma mio padre era un consigliere militare in Urss e poteva procurarmi quegli orologi in quanto ufficiale”.

Nei primi anni Novanta, subito prima del crollo dell’Urss, gli orologi da polso “Komandirskie” potevano costare 30-40 rubli, e un dollaro all’epoca era pari a circa 120 rubli, quindi il ragazzo stava facendo un enorme profitto. Nel frattempo, un pacchetto di sigarette della marca straniera più costosa, come Camel o Marlboro, costava 12-15 rubli. Ma questa era già roba da grandi. In Urss, il commercio illegale era un reato e i bambini diventavano responsabili davanti alla legge già dall’età di 14 anni, la stessa età in cui potevano lavorare. Quindi, commerciare orologi poteva far finire un giovane in prigione. Ma certo, la tentazione della vita ricca era a volte troppo forte.


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