Perché era rossa?
Bandiere e striscioni rossi sono stati usati da rivoltosi, manifestanti e insorti fin dai tempi antichi, ma le bandiere rosse sono diventate particolarmente importanti dopo la Rivoluzione francese del 1789.
Secondo una legge francese del 21 ottobre 1789, “quando sembra che la pace pubblica sia in pericolo, i funzionari dell’amministrazione comunale devono dichiarare che la forza militare è necessaria per ristabilire la pace”. Quando si applica una tale emergenza pubblica, l’amministrazione comunale, secondo la legge, deve appendere striscioni rossi alle finestre del magistrato cittadino e per le strade. “Quando è esposto lo striscione rosso, tutti gli assembramenti, armati o disarmati, vengono dichiarati illegali e dispersi dalle forze armate”, diceva il testo della legge.
Il 17 luglio 1791, oltre 50 mila parigini si radunarono al Campo di Marte per firmare la petizione per la rimozione del re Luigi XVI. Il raduno si svolse senza grandi tensioni, ma ciononostante l’Assemblea Nazionale Costituente chiese alla Guardia Nazionale di disperdere la folla. Jean Sylvain Bailly, sindaco di Parigi, applicò quindi la legge del 1789 e furono issate bandiere rosse per decretare lo stato d’emergenza. Ma la folla si rifiutò di disperdersi. Ne seguì un conflitto, con le guardie che spararono sui manifestanti, uccidendo oltre 50 persone e ferendone centinaia.
Da quel momento, la bandiera rossa, “macchiata del sangue dei martiri”, divenne l’emblema del popolo oppresso, del movimento rivoluzionario e della lotta dei lavoratori per i loro diritti. il berretto frigio rosso e le sciarpe rosse divennero emblemi della Rivoluzione per via del loro colore.
Nel XIX secolo, la bandiera rossa si affermò come simbolo rivoluzionario. Poiché i principali rivoluzionari dell’epoca erano socialisti e anarchici, furono loro ad appropriarsi del diritto a sventolare lo stendardo rosso, che veniva innalzato dove scoppiavano le rivolte contro i governi.
Lo stendardo scarlatto con la scritta “Libertà o morte” divenne il simbolo dei repubblicani nell’Insurrezione repubblicana di Parigi del giugno 1832 e nei moti del 1848. In Russia, la prima volta che lo stendardo rosso fu usato in una rivolta fu nel 1861 nella regione di Penza, durante le rivolte contro la riforma contadina seguita all’abolizione della servitù della gleba. Nel 1905, lo stendardo rosso fu usato come uno dei simboli della Rivoluzione in Russia.
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Cosa simboleggiava lo stendardo rosso nella Russia sovietica?
Dopo la caduta dell’Impero russo, il ruolo della bandiera di Stato fu svolto da un panno rosso rettangolare che non aveva iscrizioni o emblemi. L’8 aprile 1918, mentre parlava a una riunione della fazione bolscevica del comitato esecutivo centrale di tutta l’Unione, Jakov Sverdlov, presidente del Comitato esecutivo centrale del Congresso panrusso dei Soviet, propose di fare della “nostra bandiera di battaglia la nostra bandiera nazionale”. La proposta fu adottata all’unanimità e il 14 aprile 1918 fu firmato un decreto sulla bandiera della Repubblica socialista federativa sovietica russa (Rsfsr). Ufficialmente, il colore rosso della bandiera doveva rappresentare l’eroica lotta del popolo sovietico, guidato dal Partito Comunista, per la costruzione del socialismo e del comunismo.
Alla fine del 1922, la bandiera rossa con al centro lo stemma di Stato divenne la bandiera della neonata Urss (l’Unione Sovietica nacque il 30 dicembre 1922), e dal novembre del 1923 il vessillo fu quello che abbiamo conosciuto più a lungo (con tre o quattro piccole riforme grafiche negli anni): con in giallo i simboli della falce e martello e della stella a cinque punte.
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Cosa rappresenta la “falce e martello”?
La falce e martello era l’emblema principale dell’Unione Sovietica. Rappresentava l’unione della classe operaia e dei contadini. L’artista Evgenij Kamzolkin (1885-1957) fu il primo a suggerire di usare la falce e martello incrociate per decorare uno dei distretti di Mosca in occasione delle celebrazioni del 1° maggio (Festa del lavoro) nel 1918.
In precedenza, un altro emblema era stato usato per denotare l’unione di operai e contadini: un martello e un aratro, ma non prese piede. La falce e martello era molto più semplice da riprodurre e bella a livello grafico e simbolico. La Costituzione sovietica del 1924 stabilì che falce e martello erano parte dell’emblema di Stato dell’Unione Sovietica.
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Cosa significa la stella a cinque punte?
La stella rossa a cinque punte sulla bandiera dell’Urss è un simbolo del trionfo finale delle idee del comunismo nei cinque continenti del globo.
La stella a cinque punte è apparsa per la prima volta come simbolo militare nella Russia zarista. Allora era chiamata “stella di Marte”, ed era un richiamo all’antico dio della guerra romano. Il 1º gennaio 1827 fu firmata la legge che metteva una stella a cinque punte sulle divise di ufficiali e generali. Nel 1854, la stella iniziò a essere utilizzata sugli spallini. Successivamente, la stella a cinque punte con all’interno un’aquila bicipite fu utilizzata per contrassegnare i treni e le carrozze militari.
Nella Russia sovietica, la stella a cinque punte simboleggiava la protezione del lavoro in tempo di pace da parte dell’Armata Rossa (di nuovo, come nell’antica Roma, dove Marte era anche il protettore dei lavoratori agricoli).
Nel 1918 fu approvato il disegno del distintivo per i soldati dell’Armata Rossa sotto forma di una stella rossa con un’immagine dorata di un aratro e un martello al centro. La stella simboleggiava la protezione, mentre l’aratro e il martello venivano letti come l’unione di operai e contadini. Negli anni Venti, la stella rossa iniziò ad essere utilizzata come simbolo ufficiale dello Stato e, infine, nel 1924 divenne parte della bandiera sovietica e dell’emblema ufficiale dell’Unione Sovietica.
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