Piter, la Città sulla Neva, la Capitale del Nord, la Capitale Culturale, la Venezia sulla Neva, la Palmira del Nord, la Città delle Tre Rivoluzioni. San Pietroburgo ha molti soprannomi che riflettono la sua grandezza... nonostante la sua età relativamente giovane: poco più di 300 anni. Fondata nel 1703, la città nel corso della storia ha cambiato più volte il proprio nome ufficiale.
Pietro il Grande fu il primo sovrano russo ad aver apprezzato l’Europa e il suo progresso: visitò infatti l'Inghilterra, i Paesi Bassi, l'Austria e altri paesi. Lì si interessò delle tecniche di costruzione navale, e si avvicinò agli usi e ai costumi in voga nelle corti reali europee.
Con la fondazione della nuova città - divenuta poi capitale - su una palude nel delta del fiume Neva, nel nord della Russia, Pietro voleva avvicinarsi agli svedesi e all’Europa intera. Nel suo celebre poema “Il cavaliere di bronzo”, il poeta Aleksandr Pushkin scrive che l'Imperatore voleva aprire “la porta d'Europa” e ottenere l'accesso al Mar Baltico.
Maksim Vorobiev. La Cattedrale di Sant'Isacco e il monumento a Pietro il Grande, 1844
Per portare avanti quest’impresa, Pietro diede alla sua nuova città uno dei nomi più europei possibili: il nome San Pietroburgo rende infatti omaggio a San Pietro Apostolo, che lo zar considerava il proprio patrono. E poiché Pietro il Grande era un fan dei Paesi Bassi, chiamò la città “Sankt Pieter Burkh”, alla maniera olandese. Da allora, la gente si abituò ad abbreviarlo in “Pieter” (Piter): soprannome utilizzato ancora oggi dai russi in riferimento a San Pietroburgo.
La fondazione della Fortezza di Pietro e Paolo
Adolf CharlemagneMa nel 1724 il giornale Vedomosti iniziò a riferirsi alla città chiamandola “Sankt-Peterburg”: un termine ben più familiare per i tanti tedeschi che vivevano e lavoravano alla costruzione della città, e che prestavano servizio alla corte di Pietro.
La città fu subito associata al suo fondatore, e non tanto a San Pietro. Lo stesso Pushkin, in alcuni suoi scritti, si riferisce a San Pietroburgo chiamandola “la grande creazione di Pietro” e “la città di Pietro”.
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La chiesa dell'Assunzione sull'argine del fiume Neva
aapsky/Getty ImagesDue secoli dopo, la città cambiò nome per la prima volta. Nel 1914 la Russia entrò nella Prima guerra mondiale, con la Germania suo principale nemico. L'imperatore Nicola II decise quindi di liberarsi del nome “tedesco” della città e ordinò di ribattezzarla “Petrograd”, che significava - ancora una volta ma letteralmente alla russa - “la città di Pietro”: “grad”, infatti, è un antico termine slavo che significa città (oggi in russo si dice “gorod”).
L'assalto al Palazzo d'Inverno. Immagine tratta dal film "Ottobre: i dieci giorni che sconvolsero il mondo" di Sergej Ejzenshtejn
MAMM/MDF/russiainphoto.ruGli abitanti non si erano ancora abituati al nuovo nome che 10 anni dopo fu cambiato nuovamente! La città fu la culla della Rivoluzione bolscevica, ma durante la guerra civile perse il suo status di capitale giacché il governo decise di trasferirsi a Mosca.
Nel 1924, cinque giorni dopo la morte del leader sovietico, Vladimir Lenin, il consiglio comunale di Pietrogrado propose di cambiare il nome della città in Leningrado. La questione fu discussa al Secondo Congresso dell'Unione Sovietica... che prevedibilmente ratificò il cambiamento.
Un comizio sulla Piazza del Palazzo
MAMM/MDF/russiainphoto.ruDurante i 70 anni di governo sovietico, tutti, sia dentro che fuori la Russia, si abituarono a chiamarla Leningrado. Il lungo e terribile assedio nazista, architettato durante la Seconda guerra mondiale dai tedeschi, è infatti passato alla storia come “L’assedio di Leningrado”, e non “di Pietroburgo”.
I poeti di Leningrado hanno scritto molte poesie in onore della loro città e del coraggio dei suoi cittadini. Il giorno in cui finì l'assedio, la famosa poetessa Anna Akhmatova scrisse:
In una notte di gennaio senza stelle.
Travolto dal suo incredibile destino.
Tirata indietro dalle profondità della morte
Leningrado saluta se stessa.
A partire dal 1924 il nome del leader rivoluzionario apparve ovunque nell'URSS, e da allora ogni città ha una strada o una piazza intitolata a Lenin. Mosca ha sia una prospettiva intitolata in suo onore, sia una prospettiva dedicata a Leningrado: un incubo per i guidatori inesperti!
Il Cavaliere di Bronzo fotografato in epoca sovietica
Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDFLe autorità sovietiche, poi, amavano dare alle città il nome di famosi esponenti bolscevichi: nel corso del XX secolo apparvero Kaliningrad, Stalingrad, Dmitrovgrad... Alcuni di questi nomi sono stati cambiati negli anni '90, altri invece sono rimasti inalterati.
Prospettiva Nevskij, Leningrado
Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ruNel 1991, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, cambiare il nome alla città fu un passo piuttosto logico e simbolico. Le autorità locali lanciarono un sondaggio pubblico, dal quale emerse che più della metà dei cittadini preferiva restituirle il suo nome storico: San Pietroburgo.
La Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, 1993
Vsevolod Tarasevich/MAMM/MDF/russiainphoto.ruAl contempo, però, alcune organizzazioni hanno mantenuto il titolo di “Leningrado” per un po’, e non a caso la regione circostante è chiamata ancora oggi “Regione di Leningrado”: probabilmente, si decise di lasciare omaggio questa denominazione per evitare problemi burocratici e ulteriori cambiamenti nei documenti ufficiali. Ma ancora oggi molte persone della vecchia generazione continuano a chiamarla Leningrado, alla vecchia maniera.
Il fiume Mojka, San Pietroburgo
SergeyVButorin/Getty ImagesUno dei più popolari gruppi pop-rock russi originari della città si chiama - avete capito bene - Leningrado. In una delle sue canzoni più famose il frontman, Sergej Shnurov, dice, cantando, che probabilmente era ubriaco, perché non ricorda quando si è “trasferito” a San Pietroburgo. “Oggi il mio indirizzo è www Leningrad spb dot RU”, canta, mescolando il passato sovietico con il presente russo, e pubblicizzando il sito web della band (che, per inciso, non viene aggiornato dal 2002).
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