Come sono apparse nell’antica Russia delle croci “celtiche”?

Storia
ALEKSANDRA GUZEVA
A Velikij Novgorod la croce tradizionale è inscritta in un cerchio. Ma ha davvero qualcosa a che spartire con quella più celebre dell’Europa occidentale?

In una delle più antiche città russe, Velikij Novgorod, si sono conservate le più antiche chiese in pietra della Russia. Alcune di loro hanno una caratteristica strana: le croci raffigurate sulle facciate sono inscritte in un cerchio; cosa insolita per l’occhio russo.

La familiare croce ortodossa russa è composta da quattro linee: le due perpendicolari che formano qualsiasi croce e due aggiuntive: una orizzontale in alto, più corta, e una obliqua in basso. La particolarità delle insolite croci cerchiate è poi che sono comuni a Velikij Novgorod e presenti in parte minore nelle regioni vicine, ma altrove sono totalmente assenti. Ma come sono arrivate qui?

Una tipica croce ortodossa russa costituita da una linea verticale con tre barre trasversali. Quella in alto rappresenta la targa con il titulus crucis (INRI), quella obliqua in basso rappresenta il poggiapiedi

Le croci di Novgorod

Prima dell’unificazione delle terre russe in un unico Stato alla fine del XV secolo, la terra di Novgorod fu per tre secoli una repubblica indipendente con cariche elettive, mentre nella maggior parte degli altri Stati russi c’era un potere ereditario principesco. Ciò spiega il fatto che nei secoli XIV-XV Novgorod sviluppò la propria architettura ecclesiastica e i propri simboli unici rispetto al resto della regione. Inoltre, le truppe dei tataro-mongoli, che saccheggiarono e danneggiarono molte città della Russia centrale, non raggiunsero Novgorod, quindi qui si sono conservate le chiese più antiche con questi simboli.

La croce su cui è sovrapposto il cerchio è addirittura chiamata “Croce di Novgorod”. In città si possono trovare anche croci di strada di questo tipo. Erano spesso dedicate a date memorabili o vittorie militari. Potevano rappresentare scene del Vangelo ed erano alte quasi 2 metri.

Inoltre, molte croci sono poste nelle nicchie sulle facciate delle chiese. Queste sono state installate in memoria dei morti.

A molti sembra che un tale design assomigli alla famosa “croce celtica”, un simbolo delle tribù celtiche delle isole britanniche e della Francia, diffuso nell’alto medioevo. Il cerchio in quel caso è il simbolo pagano del sole, e tale continuità era importante per i Celti che avevano appena adottato il cristianesimo.

A sostegno dell’ipotesi dell’origine celtica delle croci di Velikij Novgorod, varie fonti offrono le leggende più incredibili. Una di loro, ad esempio, ipotizza l’origine “celtico-variaga” dello Stato russo. Secondo la “Teoria Normanna”, ufficialmente riconosciuta dagli storici, le tribù russe chiamarono i Variaghi, cioè i Vichinghi, a governarle. Il principe Rjurik arrivò a Velikij Novgorod, e i suoi due fratelli, Sineus e Truvor, a Belozersk e Izborsk. Secondo la leggenda “celtico-variaga”, questi vichinghi avevano radici celtiche… Ciò sarebbe confermato indirettamente dalla presenza di diverse croci cerchiate a Izborsk (nella moderna regione di Pskov).

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Tuttavia, non è chiaro perché la tradizione di erigere croci celtiche nel Nord Europa sia nota dalla fine dell’VIII secolo, mentre le “croci cerchiate” in pietra russe sono apparse solo nel XIV-XV secolo. Inoltre, la forma della “croce di Novgorod” è diversa da quella “celtica”. A Novgorod, le estremità della croce sono più allargate, simili a pale, e sporgono meno dal cerchio.

Inoltre, esistono varianti di “croci di Novgorod”, che sono completamente inscritte nel cerchio e non sono affatto simili a quelle celtiche.

Croci simili sono state trovate anche a Izborsk, nella regione di Pskov, e nell’area del Lago Ladoga, così come in Europa, negli ex territori dell’Ordine Livoniano. Gli ordini di Livonia e Teutonico attaccarono ripetutamente le terre di Novgorod, il che ha dato agli storici l’opportunità di presumere che tali croci fossero l’influenza della cultura germanica, e non certo celtica.

Anche il fatto che Novgorod commerciasse con l’Europa e fosse un membro della Lega anseatica (una grande unione politica ed economica di città nell’Europa nord-occidentale, esistita fino alla metà del XVII secolo) fa propendere per l’influenza della cultura tedesca.

La maggior parte dei ricercatori è incline a credere che non ci sia nulla in comune tra queste croci e quelle dei celti, degli irlandesi o di qualsiasi altro popolo europeo occidentale.

Per la prima volta, gli storici hanno studiato le insolite croci di Novgorod tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo e hanno deciso che le croci assomigliavano alla tradizione di Bisanzio, da dove l’Ortodossia è arrivata in Russia. “La forma delle croci descritte deriva, si deve pensare, dalle consuete croci bizantine inscritte in un cerchio, che simboleggia molto probabilmente, un’aureola, o forse la corona di spine”, scrisse lo storico A. Spitsin nel 1903. Questa teoria è supportata anche dagli storici locali moderni.

A proposito, già nel XVI secolo la “moda” delle croci circondate da un cerchio a Novgorod svanì: gli storici ritengono che sia stato o a causa di guerre ed epidemie che decimarono gli artigiani locali, o perché il potere rafforzato di Mosca decise di vietare a Novgorod di usare i suoi simboli distintivi regionali.

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